Lo scenario sarà senz’altro suggestivo: la settecentesca fortezza “La Cittadella” di Alessandria. Ma di motivi per essere interessante, Schiera, il campus estivo per giovani attori organizzato dalla Fondazione Teatro Regionale Alessandrino e diretto da Gabriele Vacis ne ha anche altri: innanzitutto sarà gratuito, e poi avrà come maestri nomi del calibro di Mario Martone, Marco Paolini, Laura Curino, Valerio Binasco, Alessandro Baricco, Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi.
Alle selezioni per il campus estivo, che si terrà dal 1° giugno al 5 luglio, potranno iscriversi aspiranti attori residenti in Piemonte che abbiano compiuto 18 anni al 1° giugno 2009 e che non abbiano ancora compiuto 24 anni alla stessa data.
Il campus è gratuito e residenziale: gli allievi non dovranno versare nessuna somma né per l’iscrizione né per la frequenza, e saranno ospitati (vitto e alloggio) nella stessa Cittadella. La domanda di iscrizione dovrà essere compilata in carta libera e fatta pervenire con raccomandata a: Fondazione Teatro Regionale Alessandrino – Settore Produzione e Progetti – Via Savona 1 – 15100 Alessandria, entro le ore 17,30 di lunedì 8 maggio 2009.
Ogni candidato ammesso riceverà comunicazione telefonica in merito alla data e all’ora in cui presentarsi alle selezioni, che saranno dirette da Gabriele Vacis e si svolgeranno presso il Teatro Comunale di Alessandria nei giorni 15, 16 e 17 maggio. I candidati dovranno rendersi disponibili per tutte e tre le giornate. Le selezioni consisteranno in esercizi fisici e vocali che permetteranno di evidenziare le caratteristiche e il talento dei candidati, i quali dovranno imparare a memoria il monologo di Amleto “Essere o non essere” nella versione riportata nel bando.
Ma perchè chiamare il campus “Schiera”?
“Ho iniziato a lavorare sulla SCHIERA molto tempo fa – spiega Gabriele Vacis – In “Elementi di struttura del sentimento”, uno spettacolo che ho fatto nel 1985, c’era una scena da cui è nato l’esercizio. Sei attrici camminavano dal fondo del palcoscenico al proscenio, facevano una piccola azione e poi tornavano indietro. Il ritmo cresceva su una musica che durava più di sei minuti, e il movimento diventava parossistico. Quella scena conteneva gli elementi necessari a creare azione. Era un “luogo”. Nel tempo è diventato un esercizio […] Questo esercizio è il punto di partenza e il punto di arrivo di un allenamento che vuole formare un attore consapevole, autore della propria presenza in scena: perché l’autore di uno spettacolo teatrale non è mai una persona, ma un ambiente, l’ambiente che si determina dalla relazione tra le persone”.