La danza della scimmia nell’assalto di Cardini e Giovannini

Lucrezia Palandri in una scena
Lucrezia Palandri in una scena
Lucrezia Palandri in una scena (photo: Francesca Fravolini)

La Compagnia Krypton di Giancarlo Cauteruccio si è riconfermata alla direzione artistica del Teatro Studio di Scandicci vincendo il bando comunale per la gestione diretta nel triennio 2011/2013.
Tra le scelte della corrente stagione “Witness –Testimoni”, quella di dare spazio alla danza contemporanea, ospitando quattro nuove produzioni di artisti toscani, con una fase di residenza presso lo stesso Teatro Studio: la prima è “Scimmia d’assalto” della compagnia Marina Giovannini-Samuele Cardini.

I due danzatori hanno intrapreso una comune ricerca coreografica dal 2007, dopo aver lavorato per anni insieme nella compagnia di Virgilio Sieni, di cui Giovannini – già danzatrice del Balletto di Toscana – ha fatto parte per più di un decennio. Vincitori nel 2008 del Premio Equilibrio per il progetto “Studi per Luogo Comune”, hanno continuato il sodalizio con il duetto “Parco”, prossimamente in scena al Teatro Kismet Opera di Bari.

In “Scimmia d’assalto”, prodotto come i precedenti lavori da CAB008, la costruzione delle atmosfere è affidata al corpo dei danzatori – in tenuta da training – e all’uso mirato delle luci sulla scena vuota. L’inizio è un piccolo ‘assalto’ agli spettatori, colti alla sprovvista dai fari abbaglianti che d’improvviso vengono puntati sulla sala mentre cresce il fragore metallico della musica; poi il buio. Un riflettore illumina una figura maschile in felpa con cappuccio che, nel circoscritto perimetro della luce, assembla movimenti energici, di intensità crescente, richiami hip hop (complice anche l’abbigliamento), gesti martellanti e rabbiosi lanciati all’esterno. Il solo di Samuele Cardini è un flash forte e conciso, a cui segue una dimensione altra, creata dall’ingresso delle due giovani danzatrici Marta Capaccioli e Lucrezia Palandroli: le sonorità si fanno lente e meditative, mentre la coreografia lavora sulla fluidità e le variazioni dell’unisono.

La costruzione per quadri intervallati dal buio traccia un alternarsi di presenze, dei focus che si susseguono senza nessi espliciti, in cui il movimento frenetico delle dita costituisce un dettaglio espressivo ricorrente. Marina Giovaninni compare a sua volta sola in scena, presenza eterea e incisiva anche nell’immobilità; con i movimenti di flessione e estensione delle braccia, che partono da contrazioni e allungamenti della colonna vertebrale, rende sensibile e densa l’aria mossa dal corpo. In quest’atmosfera rarefatta l’ingresso di una danzatrice con maschera da scimmia fa nascere un dialogo ironico e trasognato tra le due figure: emblema della preistoria del genere umano, il primate antropomorfo apre un gioco di slittamenti tra somiglianza e diversità fisica a cui partecipano tutti i danzatori, in quello che è l’unico momento collettivo dello spettacolo.
Anche quest’immagine si esaurisce senza ulteriori sviluppi nel quadro successivo, in cui Cardini e Giovannini danzano, uno in proscenio e l’altra sul fondo, come per controbilanciare l’esplosivo dinamismo del primo con i ritmi spezzati della presenza di lei.

Nonostante momenti di suggestione visiva e poetica, la sensazione è che l’insieme non sia giunto ancora a comporre un discorso, un percorso emotivo compiuto. Come se gli stimoli offerti da certe immagini si disperdessero senza chiarirsi, o fosse ancora da cercare una crescita interna dei materiali coreografici, insieme a un equilibrio tra le parti.

SCIMMIA D’ASSALTO
coreografia: Samuele Cardini e Marina Giovannini
produzione: CAB008
interpreti: Samuele Cardini, Marina Giovannini, Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri
durata: 45’
applausi del pubblico: 2’ 50’’

Visto a Scandicci (FI), Teatro Studio, il 26 gennaio 2011

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