Sei. Scimone Sframeli e i Personaggi attuali di Pirandello

Sei (photo: Gianni Fiorito)
Sei (photo: Gianni Fiorito)

A volte succede di assistere a teatro alla messa in scena di un testo che conosciamo a memoria, rappresentato da una compagnia che abbiamo sempre amato, di cui conosciamo a menadito lo stile, le maniere di stare sul palco, di recitare le battute, peraltro assai diverse e lontane per tempo e modi da quel testo. La curiosità di veder rappresentato un simile testo da quella compagnia, per osservarne scaturire nuovi impulsi e meraviglie, è quindi assai alta.

La meraviglia è successa assistendo all’adattamento che la siciliana Compagnia Scimone Sframeli, che da anni seguiamo con appassionata adesione, ha realizzato dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, testo i cui momenti più importanti sono parte indelebile della nostra memoria.

Si intitola semplicemente “Sei” la loro nuova messa in scena, non solo per alludere al numero dei personaggi che invadono la bella scena dal sapore infantile, disegnata da Lino Fiorito, nel bel mezzo di una prova di un nuovo spettacolo da parte di una compagnia di teatro; ma soprattutto per rimandare alla vera sostanza dell’essere umano, e di converso a quella dell’attore, che da millenni ne cerca di rappresentare la più intima essenza. Arte e vita: essere umano e attore, elementi, ambedue, al centro di una crisi di identità che li attanaglia, messi in crisi da una società e da un’industria culturale sempre più legata al denaro.

Gli attori si presentano fin dall’inizio ritratto di una compagnia che intuiamo subito maldestra, che non riesce a provare lo spettacolo perché il tecnico/datore luci è sempre rinchiuso in bagno per problemi alla prostata. I modi del proporre teatro sono quelli cari alla compagnia siciliana, e si esprimono attraverso una postura coreografata all’unisono, insieme ad una scrittura asciutta e ripetitiva, nella sua significante musicalità.

Poi ecco, improvviso, l’arrivo dei personaggi, che vogliono a tutti i costi mettere in scena la loro storia dolorosa: il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto, mentre la Bambina, destinata ad affogare, è sostituita da una grande bambola, tenuta in braccio dalla Madre.
Dopo un iniziale smarrimento, la sfida dei personaggi è accettata, ma la rappresentazione del dramma doloroso che tormenta la povera famiglia è approssimativa, e saranno proprio – e ancora – i personaggi a narrare il doloroso epilogo, l’annegamento della piccola e il suicidio del giovinetto, perché la verità sta solo dentro di loro.
Il pubblico, attraverso il teatro, comprenderà a modo suo la verità, attraverso il proprio mondo interiore, che è assolutamente diverso tra un essere umano e l’altro.

Le due scritture, quella di Scimone & Sframeli e quella pirandelliana, all’interno dello spettacolo si fondono mirabilmente nella loro semplicità, senza bisogno di artifici.
Nemmeno Madama Pace, la tenutaria del bordello dove il maligno destino fa incontrare Padre e Figliastra, appare sul palco, come nell’originale pirandelliano. Sframeli è invece un Padre che i casi della vita hanno reso rassegnato, ma anche sottilmente ironico, conscio dell’assurdità dell’esistenza e della difficoltà di renderla in teatro; dall’altra parte la figliastra (Zoe Pernici) si mostra in tutta la sua prorompente e sfidata fisicità. Scimone è il capocomico, paziente nel comprendere le urgenze dei personaggi e nel tentativo di rendere meno goffa l’interpretazione dei suoi attori.

Ecco così che, senza forzature, uno dei testi più celebri di Pirandello, rappresentato da una compagnia differente per tempi e modi, ci appare ancora attuale, vitale e assolutamente contemporaneo, seppur sia stato scritto quasi cento anni fa. Merito riconosciuto, questa volta, sia agli attori che lo hanno rappresentato, sia all’autore che ne aveva creato i personaggi.
Da vedere!

SEI
adattamento dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di L. Pirandello
di Spiro Scimone
regia di Francesco Sframeli
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber, Bruno Ricci, Francesco Natoli, Maria Silvia Greco, Michelangelo Zanghì, Miriam Russo, Zoe Pernici
regia Francesco Sframeli
scena Lino Fiorito
costumi Sandra Cardini
disegno luci Beatrice Ficalbi
musiche Roberto Pelosi
regista assistente Roberto Bonaventura
foto di scena Gianni Fiorito
produzione Compagnia Scimone Sframeli/ Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale/ Teatro Biondo di Palermo/ Théâtre Garonne Scène Européenne Toulouse
in collaborazione con Napoli Teatro Festival Italia

durata: 1h 10′

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 18 novembre 2018

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