Le sfide di Anghiari Dance Hub 22 per creare nuove sinergie artistiche

Cuma (ph: Alessandra Stanghini)
Cuma (ph: Alessandra Stanghini)

Il tempo dilatato, trovare un nuovo linguaggio comune, il dialogo con persone diverse, la consapevolezza del proprio percorso sono tra le sfide di questa “occasione rara e preziosa”

Pioggia e foschia avvolgono Anghiari nel primo fine settimana di dicembre e nascondono parzialmente la piana protagonista di una delle battaglie più famose del passato, avvenuta il 29 giugno 1440, intorno alla quale è poi nato il mistero sull’omonimo affresco, mai rinvenuto, di Leonardo da Vinci.
Il pubblico, soprattutto di giovani, attende con vivacità davanti al bel teatro all’italiana l’inizio della serata, a testimonianza di un appuntamento che nel tempo ha saputo costruirsi una sua fetta di attenzione.
In scena due restituzioni coreografiche: “Nimic”, delle Sorelle di damiano e “Cuma” di Michele Ifigenia/Tyche.

L’interessante “Nimic”, che in rumeno significa “nulla, niente” vede in scena Sofia Pazzocco, Simona Tedeschini e Violetta Cottini. Sul palco due corpi si “abbandonano a un luogo attraversato dalla tensione di un ritmo imprevedibile che prende forma e poi si sfalda”.
“Cuma” è invece un riuscitissimo solo attorno alla figura della Sibilla. Protagonista la sorprendente Federica D’Aversa, con la felicissima coreografia di Michele Ifigenia Colturi.
Due restituzioni molto interessanti. In particolare la seconda, che si distingue piacevolmente per compiutezza e forza evocativa.

Nimic (ph: Alessandra Stanghini)
Nimic (ph: Alessandra Stanghini)

Ma la grande sorpresa è l’incontro della domenica mattina, a cui partecipo in qualità di osservatore. Sorpresa perché è una delle poche volte nelle quali il dialogo e il confronto si dimostrano vivi, fertili e soprattutto mettono al centro il lavoro e la poetica delle compagnie presenti, permettendo una discussione vera.
Oltre alle compagnie che si sono esibite la sera precedente – Sorelle di damiano e Michele Ifigenia/Tyche – sono numerose le presenze: Andrea Merendelli (Teatro di Anghiari), Miriam Petruccioli, Gerarda Ventura, Alessandra Stanghini e Elena Lamberti di Anghiari Dance Hub, Luca Ricci e Lucia Franchi (Kilowatt Festival), Maurizia Settembri (Fabbrica Europa), Angela Fumarola (Armunia), Marco Valerio Amico (gruppo nanou), Selina Bassini (Rete Anticorpi), Massimo Carosi (Danza Urbana), Gemma Di Tullio (Teatro Pubblico Pugliese), David Beronio (Teatro Akropolis), Natalia Casorati (Festival Interplay), Danila Blasi (Festival Conformazioni, PinDoc), Gina Monaco (Kinkaleri), Cristina Kristal Rizzo (TIR Danza) e i critici Rossella Battisti e Carmelo Zapparrata.
Assistiamo ad un vero e proprio confronto tra esperti del settore e giovani protagonisti, in un bel dialogo diretto, senza filtri, proficuo e interessante per tutti, ancora di più per questi ragazzi appena usciti dalla Paolo Grassi. Senz’altro una grande occasione di scambio.

Un momento dell'incontro (ph: Alessandra Stanghini)
Un momento dell’incontro (ph: Alessandra Stanghini)

Come ci racconta Gerarda Ventura, direttrice artistica di Anghiari Dance Hub, già dal 2018 i danzatori sono in residenza per tre mesi consecutivi, e non più per brevi periodi dilatati nel tempo. Questo consente loro una maggiore sedimentazione del lavoro ma cela anche una trappola, quella di perdersi di fronte a un tempo così dilatato.
Tra le novità ipotizzate per la prossima edizione, c’è quella di riuscire a trovare “un giovane stilista interessato alla danza” che possa collaborare per i costumi, e inoltre riuscire a confermare la presenza dei disegnatori luci – prima esperienza e presenza nell’edizione 2022 – in modo da farli lavorare con coreografi diversi, innestando nuove sinergie artistiche.
Tutte idee stimolanti che aprono nuove prospettive e garantiscono quel percorso di crescita e autonomia nel lavoro che è alla base del progetto Anghiari. “Tengo moltissimo – ci confessa Ventura – che gli artisti prendano consapevolezza, sappiano gestirsi il tempo e capire quello che fanno”.

Nei giorni successivi abbiamo l’occasione di confrontarci con alcuni protagonisti dell’edizione 2022, per conoscere le loro impressioni su questo percorso. Incontriamo la light designer Elisabetta Maniga e i due coreografi Emma Zani e Michele Ifigenia Colturi.

A Elisabetta Maniga chiediamo che tipo di sfida abbia rappresentato lavorare con i giovani coreografi Emma Zani e Roberto Doveri (YoY Performings Arts), che hanno portato in scena un lavoro ispirato alla video installazione “Il Bisonte” di Bizhan Bassiri dal titolo “Inesorabilmenteunavia”.
“La prima sfida è sempre contro il tempo. L’occasione di lavorare a strettissimo contatto tra perfetti sconosciuti, con una deadline molto vicina e una manciata di vincoli da rispettare è qualcosa che intimorisce, ma il bello di chi sceglie questo lavoro è che non ha paura di scendere velocemente in profondità. Così è stato con Emma e Roberto, abbiamo sviscerato ogni punto di vista, immaginato e osservato insieme quello che poteva essere. È poi fondamentale, in queste circostanze, saper unire il vocabolario ed essere disposti a crearne uno nuovo per il linguaggio che si vuole utilizzare. Questa è la seconda sfida, e una volta superata, come per magia, si supera anche la prima. Questo è quello che è successo con Emma e Roberto, per me”.
E a proposito dell’esperienza di Anghiari Dance Hub ci racconta che è stata un’occasione rara e preziosa, un po’ la realizzazione di un’utopia: “Trovarsi dentro un piccolo teatro con una compagnia con cui provare, avere delle ottime guide e dei colleghi/compagni con cui consultarsi, avere lo spazio mentale e fisico per metabolizzare e lasciar sorgere le idee, tutto questo in un’atmosfera protetta dal numero contenuto dei partecipanti e dalla qualità umana presente. È stato gratificante e stimolante, come se avessi avuto la possibilità di svolgere un lavoro prendendolo dagli aspetti più appassionanti”.

Ai coreografi Emma Zani (YoY Performing Arts) e Michele Ifigenia Colturi (Michele Ifigenia/Tyche) abbiamo fatto una breve intervista doppia:

Tre mesi continuativi sono una bella sfida. Molti i vantaggi, ma come avete evitato il rischio di “perdervi” a causa di un tempo così dilatato?
EZ È vero, inizialmente tre mesi ci sembravano un tempo molto dilatato, ma giorno dopo giorno, questa esperienza è risultata sempre più immersiva e ci ha permesso di raggiungere livelli di approfondimento e concentrazione altissimi.
MIC La bellezza di una residenza dilatata in un tempo così ampio mi ha concesso di lasciar sedimentare idee; distruggerle e rinnovarle con un ascolto più intimo. Perdersi, nel mio caso, è fondamentale, mi piace affidarmi al caso e al momento opportuno.

Cosa pensate del confronto che è seguito alla vostra restituzione?
EZ Un confronto con gli operatori è sempre utilissimo, ed è stata per noi una grande opportunità per conoscere altri punti di vista. Ci ha permesso di effettuare analisi decisamente più minuziose e oggettive sul nostro lavoro.
MIC Il confronto è sempre un momento delicato, certe volte il lavoro dell’artista – e di conseguenza il suo contenuto – è già “nell’opera”. In questo caso specifico, verbalizzare il proprio operato è stato assolutamente piacevole grazie anche alla sensibilità degli operatori e dei critici.

Che importanza ha avuto lavorare con i disegnatori luci?
EZ Per noi è stato molto importante. Siamo stati piacevolmente colpiti da come Elisabetta [Zani, ndr] sia riuscita ad entrare e dialogare con il nostro lavoro nella progettazione del disegno luci.
MIC Saper interagire con una figura esterna al proprio processo creativo può far nascere attriti. È stato un dialogo complesso, ma sicuramente stimolante.

Uno degli obiettivi di questa esperienza è far sì che “prendiate consapevolezza” di tutti i processi produttivi e creativi. Cosa è cambiato in voi?
EZ La possibilità di lavorare a fondo su ogni minimo dettaglio, su ogni sfumatura del progetto e su tutti gli spunti che ci sono stati dati dai tanti seminari sono tutti aspetti che ci hanno permesso di sviluppare uno schema dei processi estremamente puntuale. Sicuramente Anghiari Dance Hub è un grande supporto per il processo creativo e per la presa di consapevolezza sia artistica che organizzativa.
MIC Una visione a tutto tondo di ciò che concerne uno spettacolo, le difficoltà e le insidie durante la costruzione di un nuovo lavoro.

Appuntamento quindi ad Anghiari Dance Hub per il 2023.

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