Perché William Shakespeare è il più grande drammaturgo di sempre. Perché le sue commedie, i suoi drammi (e i suoi Sonetti, per citare anche opere non teatrali, quelle per cui avrebbe voluto davvero rimanere immortale), le sue storie insomma, ci parlano dell’essere umano in tutta la sua profondità e ricchezza: nelle sue estreme fragilità, profondità, sfaccettature… descrivendo l’essere umano di sempre, di ieri e forse ancor più di oggi.
Ne è perfetto esempio la sua frase più famosa: “Essere, o non essere”. Sì, perchè oggi più che mai l’uomo appare frastornato, senza punti d’appoggio cui ancorarsi.
Ecco perché ci è parso giusto, oggi, a 400 anni esatti dalla morte, ricordarlo con questa sua frase, la più famosa, la più citata ma anche la più attuale. E al contempo omaggiare chi, con caparbietà, intende tramandarla nel tempo: l’attore, artefice massimo dell’arte che amiamo e di cui ci occupiamo ogni giorno.
Il nostro videomaggio, attraverso una piccola ma rappresentativa selezione degli Amleti comparsi sullo schermo – non solo cinematografico, vuole così rendere omaggio al grande Bardo ma al contempo all’arte dell’attore, figura composta di ossa, sangue, acqua e dunque deperibile, ma che per sua natura può rendere vivi personaggi immortali come il nostro principe di Danimarca. L’attore esiste perchè vive e muore, come accade ad ogni uomo, ma nello stesso tempo ha la capacità di morire sulla scena per rivivere ogni volta, e per tutte le volte che vuole, rendendo universale il messaggio di Shakespeare. Chi, meglio di lui, dunque è e non è…
Avete visto:
Amleto di G. Kozincev, 1964
Amleto di L. Olivier, 1948
Sfida Infernale di J. Ford, 1946
Vogliamo vivere di E. Lubitsch, 1942
Essere o non essere di A. Johnson, 1983
Amleto di V. Gassman, 1955
Amleto a fumetti di M. Orlova, 1992
Chi si ferma è perduto di S. Corbucci, 1960
Amleto di G. Simoncelli
La grande abbuffata di M. Ferreri, 1973
Amleto di K. Branagh, 1996
Susanna tutta panna di Steno, 1957