Messa alle spalle la calda estate romana, si riparte con il teatro e le arti visive. Tra le prime occasioni della capitale di incontrare, per la stagione 11/12, nuove tendenze e approcci c’è sicuramente Short Theatre, il cui sottotitolo “Politiche della visione. Se non vedi, non credi” rende evidente lo spirito della kermesse: una sorta di bollettino sullo stato della drammaturgia contemporanea.
La vera protagonista, da domani al 18 settembre, sarà la scrittura scenica e tutte le sue derive/azioni e, complici anche le location, si mostreranno due e più modi diversi di fare teatro.
La dedica del direttore artistico, Fabrizio Arcuri, “a quelle generazioni che sono nate e cresciute nella speranza che qualcosa accadesse” evidenzia proprio la direzione che i nuovi performer stanno intraprendendo per dare una scossa ad un sistema troppo imbolsito e poco stimolante.
“Se non vedi, non credi” è un invito, quindi, rivolto soprattutto ai giovani, appassionati d’arte e cultura, che non sopportano più il già visto ma sentono l’esigenza di proiettarsi verso un futuro possibile.
Spazio quindi ai nuovi fermenti creativi in due location d’eccezione, il Macro Testaccio e il Teatro India.
Il Macro, già famoso per le sue esposizioni e gli incontri tra le arti visive, ospiterà, tra l’altro, una serie di creazioni site-specific a cura di dodici performer provenienti da diverse parti del mondo riuniti sotto la sigla Black Market International. Tre giorni intensi (da domani, lunedì 5, al 7 settembre) che si chiuderanno con una collettiva.
Da segnalare, poi, alcune performance inserite grazie a partnership importanti, come nel caso di FranceDanse, tra l’Ambasciata di Francia e l’Institut français, o alla collaborazione con l’Instituto Cervantes.
Da segnare sull’agenda è lo spettacolo di Simon Tanguy, nell’ambito del progetto International Young Makers Exchange, sul tema dell’agonia, dal titolo “Japan” (l’8 settembre) o “Improvisation” (il 10), un incontro tra un musicista di impronta jazz come Médéric Collignon e Boris Charmatz, considerato uno dei capofila della nouvelle vague francese.
Fabrizio Arcuri firma “One day – finalmente vivere servirà a qualcosa”, tre puntate che alterneranno diversi artisti e special guest come Caterina Inesi di Immobile Paziente, Tony Clifton Circus e Dressed to Kiss (al Macro Testaccio dal 5 al 7). Ma l’evento che più desta curiosità è senz’altro “TEL” della compagnia ravennate Fanny & Alexander, che inaugurerà il dispositivo per comunicazioni utopiche già sperimentato in qualche festival estivo: due attori saranno collocati in altrettanti luoghi diversi della città resterando in collegamento tra loro e dando vita a un dialogo a distanza in contemporanea con Quirino Revolution Mad/Teatro Quirino (il 16 e 17 settembre).
Ma non è tutto. Il pubblico romano avrà la possibilità di apprezzare la Compagnia Sandro Lombardi e Arturo Cirillo in una stramba rilettura de “La morsa” di Pirandello (8-9 settembre); di tutt’altro genere “Atlante del bianco”, spettacolo nato dalla collaborazione tra Virgilio Sieni e Damasco Corner (10 settembre).
Insomma tante le possibilità di incrociare ed incontrare idee e visioni più o meno inconsuete. Short Theatre vuole presentarsi come manifestazione di diverse concezioni teatrali e non come la classica programmazione culturale: un potenziale luogo del fare per rispondere alla decadenza di oggi.