Incontrare José Sanchis Sinisterra è un’esperienza di primo livello per chi vive il teatro. Nato a Valencia nel 1940, drammaturgo, saggista e regista, è forse il più noto autore teatrale spagnolo contemporaneo, con opere pubblicate in moltissime lingue e rappresentate in Europa e America Latina.
Di lui potremmo dire che è davvero uno dei ponti più importanti della cultura fra vecchio continente e Ispanoamerica, dove ha raccolto premi e riconoscimenti di ogni genere, sia per il suo carattere anticonformista e impegnato, sia per il suo lavoro sulle nuove drammaturgie.
Docente e autore di saggi di teoria teatrale, nel 1977 ha fondato il Teatro Fronterizo, mentre fino al ’97 ha diretto a Barcellona la Sala Beckett, dove ha ospitato il migliore teatro giovane contemporaneo spagnolo. Da quel momento è diventato uno dei principali punti di riferimento delle giovani avanguardie dei paesi di lingua spagnola.
In Italia di lui conoscevamo “Ay Carmela!” (del 1986, da cui Carlos Saura ha tratto un film con Carmen Maura nel 1989) e “Naque”, “Perduta negli Appalachi”, “Il Cerchio di Leningrado”. A fine febbraio il Teatro Litta ha portato in scena, interpretato dalla compagnia Molière Spettacoli, “Frecce dell’angelo dell’oblio”. Il testo di Sinisterra, la cui regia è firmata da Tiziana Bergamaschi, rientra in un progetto dell’Accademia dei Filodrammatici in collaborazione con il Consolato Generale di Spagna, Espania Cooperation Cultural Exterior e Instituto Cervantes.
A seguito del seminario “Incontri con la drammaturgia spagnola contemporanea”, svoltosi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano nel dicembre 2008, era stata infatti realizzata una prima ‘mise en espace’ del testo, ma come ci testimonia la regista nel secondo dei due contributi filmati che proponiamo oggi, il lavoro ha poi coinvolto a tal punto i partecipanti che, grazie alla collaborazione degli enti coinvolti, la compagnia Molière ha potuto lavorare alla realizzazione scenica.
La drammaturgia è centrata sulle vicende di una giovane ragazza che ha perso la memoria ed è ricoverata. Dopo la pubblicazione di un annuncio sul giornale, due uomini e due donne riconoscono in lei una persona a loro cara scomparsa tempo addietro e cercano di farle tornare in mente, con modalità differenti, episodi del passato che le restituiscano la memoria, il tutto alla presenza di un’infermiera.
Una stanza vuota, uno specchio pendente sulla quarta parete, al di qua del quale c’è il pubblico, che grazie a questo artificio scenico diventa partecipe involontario della messa in scena. Perduti in una dinamica pirandelliana, con un finale forse un po’ allungato ma comunque appassionante, i protagonisti inseguono l’identità della smemorata e, forse, anche la loro.
Abbiamo incontrato l’autore e la regista prima del debutto del 20 febbraio.
Intervistare Sinisterra vuol dire trovarsi di colpo non solo nel mondo del teatro, ma anche nel teatro del mondo. Nel video che proponiamo ci parla di Latinoamerica come di Europa, di Est e Ovest, di un drammaturgo dell’area del Pacifico che ha scoperto da poco e che non ha mai incontrato di persona.
Il secondo video è invece dedicato all’incontro con Tiziana Bergamaschi, un confronto ricco di passione per la scena e una voglia grande di tuffarsi mani e piedi nella sfida.
José Sanchis Sinisterra
Tiziana Bergamaschi