Il Sogno di Filippo Renda, tra Shakespeare e ’68

Il Sogno di Renda (photo: Luca Del Pia)
Il Sogno di Renda (photo: Luca Del Pia)

Il restyling di un classico, strizzando l’occhio al ’68 nell’anno del cinquantenario.
Filippo Renda porta sul palco del Teatro Fontana di Milano, con Idiot Savant, una rilettura del “Sogno di una notte di mezza estate”, una delle più celebri opere shakespeariane.

In un’Atene antica, Teseo (Mattia Sartoni) è in procinto di sposare Ippolita (Laura Serena) rapita e costretta con la forza alle nozze. Sopraggiunge per la cerimonia Egeo (Beppe Salmetti), conducendo con sé la figlia Ermia (Astrid Casali) e a lei si uniscono i pretendenti alla sua mano: Demetrio (Aurelio Di Virgilio), favorito del padre, e Lisandro (Luca Oldani), di cui la giovane è innamorata.
Al cospetto di Teseo, Egeo sentenzia che la figlia dovrà sposare Demetrio e che, se non obbedirà, verrà punita. I giovani innamorati architettano un piano per sposarsi segretamente in una città lontana. Prima della fuga, però, Ermia confessa all’amica Elena (Ester Spassini) il progetto. Elena per cercare di conquistare l’amore di Demetrio, lo informa delle intenzioni della coppia. I quattro giovani si ritrovano nella foresta: Ermia e Lisandro in fuga, Demetrio in cerca di Ermia per sventare il matrimonio e Elena dietro di lui. Il bosco però è abitato da spiriti e fate, che al comando dei loro re agiscono, prendendosi gioco degli innamorati con i loro incantesimi. La magia e la goffa birbanteria di Puk (Irene Serini) creano un domino di fatati equivoci, sconquassando le relazioni amorose.

L’impianto drammaturgico viene lasciato pressoché inalterato dall’operazione di Renda. Dai primi attimi si intuisce una contestualizzazione contemporanea dell’opera, che resta quasi intatta nel suo sviluppo. Il riadattamento risulta però poco incisivo. Si avvertono flebili rimandi al clima fervente e ribelle degli anni ’70, ma sia le sfumature registiche, sia l’adesione dei costumi al periodo sono solo accennati e la lettura in chiave moderna resta un’intenzione.

Il fatto che Oberon (Laura Serena) e Titania (Mattia Sartoni) siano interpretati da attori del sesso opposto a quello dei personaggi rimanda al clima di libertà che prende avvio nel ’68. Ma nella resa scenica sembra più un vezzo politicamente corretto, un occhiolino al gender, che l’interpretazione corroborante di un classico.
Lisandro veste come uno scapestrato punk, ma i suoi compari indossano abiti di oggi senza alcun sapore, indebolendo la contestualizzazione temporale. Interessante invece la scelta di far recitare la compagnia su un alto podio, un “palco sul palco”.

Renda sembra prendere ossequiosa distanza dalla sacralità cui Shakespeare appartiene per mostrare il suo punto di vista, oltre a rendere con efficacia quella distanza che insiste tra le classi sociali. Nella prima parte Ermia dice di voler “scendere dall’alto delle classi sociali”; e, in effetti, nel finale, sulla pedana salgono gli improvvisati attori, lasciando il boccascena ai nobili. La nobiltà risiede nell’animo di chi vince le proprie paure per donarsi agli altri, come fa la sgangherata compagnia capitanata da Quince e da Bottom.
Gli attori danno il meglio di sé nella meta-compagnia, orchestrando scene incalzanti e ritmate, che strappano una risata facile, ma gustosa. In particolare Bottom (Mauro Lamantia) emerge per misura e modulazione, dimostrando una tecnica raffinata. Notevole anche l’interpretazione di Irene Serini, un Puk striminzito e ringhioso, che sostiene con abilità un’energia corrosiva.

Nonostante il gruppo sia qualitativamente poco omogeneo, dà vita ad uno spettacolo che, pur senza entrare nel profondo, diverte. I classici sono materia difficile. Approcciarvisi con sguardo nuovo è lodevole, anche se il risultato non è sempre quello sperato.

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Da William Shakespeare
Traduzione, adattamento e regia Filippo Renda
Con Astrid Casali, Aurelio Di Virgilio, Matteo Gatta, Mauro Lamantia, Luca Oldani, Beppe Salmetti, Mattia Sartoni, Laura Serena, Irene Serini, Ester Spassini
Scene e Costumi di Eleonora Rossi
Disegno suono e disegno luci Rossano Siragusano
Assistente alla regia Valeria De Santis
Assistente Volontario Nicolò Valandro
Assistente costumista Alice Mancuso
Sarto di scena Fabrizio Mari
Trucco studenti Accademia Alla Scala
Foto Luca Del Pia
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
In collaborazione con Idiot Savant
Con il Sostegno idi Next Laboratorio delle Idee 2017-2018

durata: 2h 15’
applausi del pubblico: 2’ 05”

Visto a Milano, Teatro Fontana, il 22 giugno 2018

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