Fra soldi e politica alla Città del Teatro di Cascina la cultura annaspa

Tra i protagonisti della vicenda
Tra i protagonisti della vicenda

C’è del caos in Toscana.
Distogliamo l’attenzione per una volta dalle grandi città per percorrere la tosco-romagnola fino a Cascina, e a quello che, un tempo, era uno spazio industriale: il Politeama, come viene chiamato da chi è di queste parti; per gli altri è La Città del Teatro e dell’Immaginario Contemporaneo – Fondazione Sipario Toscana Onlus.

Una struttura importante, che oltre a tre sale teatrali, al Centro studi e documentazione, alle aule di laboratorio, è fornita di foresteria per le residenze e di un capannone da circo.
L’idillio teatrale sembrerebbe servito in questa cittadella della cultura. Ma ultimamente non è così, viste tutte le tensioni che si stanno accavallando negli ultimi mesi.
Soldi, politica & cultura. Quando gli equilibri cambiano cosa succede? Quanto un campo può influenzare gli altri?

Coinvolti il Comune di Cascina, la Provincia di Pisa, che sono gli enti proprietari, il CdA della Fondazione e il direttore artistico, quella Donatella Diamanti intervistata da Klp alla sua nomina.
Tanti protagonisti e altrettanti punti di vista. Abbiamo cercato di capirci un po’ di più in una questione per nulla semplice, che mischia la politica ai soldi, con un bilancio in rosso di una certa rilevanza in corso di accertamento.
Ma in tutto questo della cultura che ne rimane?

Quella della Fondazione Sipario Toscana è una realtà che esiste ormai da 30 anni, ancor prima come cooperativa, voluta e spronata a suo tempo da Sandro Garzella, regista, attore, alla direzione artistica fino al 2012.

È in quell’anno che gli succede Donatella Diamanti, già drammaturga per la Fondazione dal 1992. La Fondazione diventa poi, sotto la direzione Diamanti, per volontà del Decreto Legge del 2014, in vigore dal 2015, che abolisce gli Stabili, da Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la gioventù a Centro di Produzione Teatrale.
Nell’ultimo progetto triennale, presentato nel 2015 a firma Diamanti, riceve un incremento dei contributi ministeriali del 71%, a cui si sommano quelli di Regione e Comune, con la Provincia che invece a poco a poco azzera i suoi: sarà ancora ente proprietario fino alla fine del 2016, e quindi coinvolto in tutto nelle scelte della Fondazione, ma dal 2017, per la Legge Delrio che riforma anche le Province, dovrà uscirne.

Negli ultimi mesi, tuttavia, Donatella Diamanti lamenta di essere stata messa letteralmente da parte dal CdA, contro il suo volere; le sue funzioni sembrerebbero esser state infatti esercitate dallo stesso CdA, seppur da Statuto sia previsto abbia solo funzioni amministrative.
Sul sito del teatro si trova la stagione dell’Off presentata dal presidente della Fondazione, Andrea Buscemi, subentrato solo quest’estate ma ormai ex anche lui, dato che il CdA è decaduto venerdì scorso, il 18 novembre, in attesa che in questi giorni sia convocata l’assemblea per la scelta del nuovo.

Ma a cosa sono dovuti tutti questi smottamenti? La risposta immediata verrebbe da sé: dal cambio a livello politico nell’amministrazione cittadina di Cascina (45mila abitanti circa). Se per 70 anni, come molte realtà toscane, Cascina era stata governata da una direzione politica di centrosinistra o di sinistra, in primavera è arrivata la ‘svolta’, rappresentata dalla Lega Nord.
Al ballottaggio elettorale del 19 giugno ecco dunque la sorpresa, con la vittoria della lista capeggiata dalla Lega e sostenuta, oltre che da Forza Italia e dai partiti di destra, anche dal Movimento Cinque Stelle che, pur di interrompere una gestione che – a detta di molte voci locali – si era adagiata sugli allori, è stato tra i sostenitori di questo dirottamento.

Insomma, lo stra-citato voto di protesta ha portato come sindaca la studentessa 29enne Susanna Ceccardi. Un volto che qualcuno avrà forse già visto in tv, non solo come ospite del locale Canale 50, di cui è direttore artistico lo stesso Buscemi, ma a più riprese in varie trasmissioni tv a diffusione nazionale, da Agorà di RaiTre a L’aria che tira su La7.
Tanto che Ceccardi ha smosso anche le attenzioni colorite di Vauro, e non solo le sue, per la ferma decisione di: “Non aderire più al progetto Sprar”, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, con tanto di trasferimento degli attuali 14 migranti ospitati, e per la sventolata tolleranza zero.

E’ un’atmosfera dunque tesa, quella di questi mesi sul territorio, che si è colorita anche dei botta e risposta tra l’assessore al Welfare del Comune Edoardo Ziello e il parroco di San Lorenzo alle Corti, don Elvis, accusato da Ziello di essere troppo benevolo e disponibile verso i rifugiati, e di non dedicare altrettanta attenzione ai suoi concittadini, che bussano ogni giorno alla porta del Comune per chiedere aiuto.

Se questo è il clima, oggi, a Cascina (seppur rappresentativo di molte altre realtà di provincia), ciò su cui vogliamo approfondire l’attenzione sono le sorti della Città del Teatro, con le nuove scelte della Fondazione dopo il cambio di amministrazione.
Post elezioni, il 27 giugno il CdA precedente dà le dimissioni, nelle persone del presidente Michelangelo Betti e del vicepresidente Fabiano Martinelli. Le nuove cariche vengono elette ad agosto, tramite bando pubblico indetto apparentemente dal solo Comune di Cascina, senza la presenza della Provincia. Un CdA che potrebbe quindi essere illegittimo. Come presidente arriva Andrea Buscemi, attore noto per le presenze televisive e per un teatro di stampo più classico; vice presidente Matteo Arcenni, manager ed esponente di Fratelli d’Italia.

Il cambio sorprende per primo chi, alla Fondazione, già ci lavora. E’ il caso di Annastella Giannelli, operatrice teatrale e per quasi quattro anni assistente della Diamanti, con un contratto a termine che ad agosto non viene rinnovato, come quello di altri precari: “Non ci aspettavamo questo netto cambio di rotta politica a Cascina: è stata eletta sindaca il “delfino” di Matteo Salvini, che credo aspiri a molto di più, e non ha mai nascosto le sue idee politiche e ideologiche. Per quanto riguarda il lavoro in teatro avevano garantito a tutti che saremmo stati riassunti, e invece…”.

C’è anche la Giannelli, insieme a Rosanna Magrini e Stefano Tognarelli, tra i promotori di una pagina Facebook aperta il 26 settembre IfattiditeatroSfattidipolitica: “Non parla delle nostre questioni personali, ma di quello che sta accadendo a un centro culturale il cui lavoro è sempre andato ben oltre i confini locali. Abbiamo aperto uno spazio social per rispondere alle esigenze dei cittadini e degli operatori teatrali che volevano sapere cosa stesse succedendo. Abbiamo raccolto le preoccupazioni della gente, inviato comunicati stampa per fare domande al nuovo CdA, che però non ci ha mai risposto.
Uno dei fatti su cui abbiamo chiesto chiarezza è il mancato coinvolgimento della Provincia di Pisa nell’elezione del CdA presieduto da Buscemi. Insieme a centinaia di altri cittadini abbiamo mandato un appello alla Provincia l’8 novembre, supportati dai dubbi di un’avvocata di Cascina che ha letto i documenti. Alla Provincia abbiamo chiesto di mantenere alta la vigilanza, perché il CdA che è stato in carica fino al 18 di novembre ha comunque fatto scelte importanti sull’assetto e la configurazione identitaria della Fondazione Sipario. Nella vicenda abbiamo coinvolto anche Regione Toscana e Ministero, in quanto enti finanziatori e di controllo”.

La loro posizione è chiara: credono assolutamente necessaria la presenza di un altro ente che subentri al posto della Provincia, che uscirà a fine anno, e garantisca così una forma di pluralismo, al di là degli avvicendamenti politici.

“Fin dall’inizio la nuova amministrazione ha attaccato il progetto artistico della Diamanti” prosegue Giannelli. Cui è poi stato ricordato via lettera dalla Fondazione di essere anche lei, Donatella Diamanti, ‘in scadenza’ a novembre.
La faccenda è cavillosa: un articolo dello Statuto indica che il direttore artistico è in carica per la durata del mandato del CdA. Che per l’appunto è scaduto il 18 novembre. Tuttavia la Diamanti ha firmato nel 2015 un contratto nazionale con il precedente CdA affinché il suo lavoro potesse essere prolungato di altri tre anni, scadendo dunque il 30 aprile 2018. Ecco il perché Donatella Diamanti, di andarsene da La Città del Teatro, non avesse proprio intenzione.

Nel frattempo, in questi mesi di evidenti tensioni, il presidente Buscemi ha modificato la programmazione, già precedentemente articolata dalla Diamanti con rassegne e spettacoli per le scuole, domenicali, il Teatro On dedicato al pubblico adulto, con spettacoli contemporanei incentrati su temi della contemporaneità (la violenza sulle donne, i minori, altre urgenze del sociale…), e l’Off dedicato alle nuove generazioni, ad artisti emergenti e compagnie in residenza.
Ecco così emergere anche quattro spettacoli prima assenti: in tutti è coinvolto Buscemi, due in veste d’attore e due come regista.
“Il presidente è un legale rappresentante, espressione della politica, non può essere contemporaneamente il direttore artistico, chi sceglie e chi viene scelto – è la posizione de IfattiditeatroSfattidipolitica – Con questa gestione è il teatro a perderci: noi vogliamo che sia uno spazio di libera espressione, non legato all’avvicendarsi della politica. Uno spazio dove si può fare politica, ma dove la si critica anche”.

Chiediamo a Donatella Diamanti come è stato presentato il programma della stagione. “Ho saputo della conferenza stampa alle 18 meno dieci del giorno precedente, senza avere nessuna idea di cosa ci fosse in cartellone. Sono stata “invitata” da un operatore, un consulente del presidente. Ho trovato abbastanza bizzarro che si invitasse un direttore artistico a presenziare a una conferenza stampa. Di solito è il direttore artistico che invita il presidente e l’amministrazione…”. E la sedia è rimasta vuota.

“Il CdA ha dimostrato da subito difficoltà di condivisione e comprensione rispetto alla natura stessa del progetto triennale per cui abbiamo ricevuto i finanziamenti – prosegue Diamanti – È tutto partito con la famosa richiesta dell’abbattimento del 20% del cachet delle compagnie in cartellone, che mi sono rifiutata di accettare, perché lo considero scorretto”.

Ma si sono sommati altri conflitti: “A una settimana dalle mie vacanze, verso Ferragosto, sono state fatte scelte rispetto ai contenuti del sito e alla scheda di una nostra produzione, “Io Femmina, e tu?”. È stata emendata la scheda, togliendo la parola ‘genere’… Quando ho chiesto spiegazioni in merito, al primo consiglio di amministrazione mi è stato risposto che il CdA aveva avocato a sé la delega amministrativa e artistica. Quindi io, di fatto, per loro dovevo fare solo la consulente: una professionista a contratto è nei fatti un consulente, ma essere un consulente artistico e costruire un progetto non è come chiamare un idraulico quando il tubo è rotto. C’è una continuità, una messa in pratica del progetto stesso…
Da lì in poi la possibilità comunicativa è diventata abbastanza difficile. Andrea Buscemi mi ha mandato alcune lettere a cui ho risposto con dovizia di particolari. Sono stata accusata di non andare più a teatro. Devo ammettere che mi considero una persona abbastanza strutturata, ma questa situazione mi ha creato una certa fragilità emotiva. E poi, andavo alla Fondazione per fare cosa, vista la situazione?”.

Cosa succederà adesso? “Non lo so – prosegue Diamanti – Quando le mie richieste di partecipare alle scelte “artistiche” è diventata impossibile ho fatto scrivere dal mio avvocato una lettera in cui chiedevo, in sostanza, di essere messa nelle condizioni di fare il mio lavoro, che continuavo comunque a svolgere, facendo osservare cose che per me non funzionano, come la promozione, che vedo ancora mancare completamente (ad eccezione che per lo spettacolo del presidente, in vista del quale sono ricomparsi manifesti e flyer, a quel che so) insieme ad altre questioni”.

La Diamanti ha pur sempre dalla sua quel prolungamento del contratto: “Quando Michelangelo Betti, allora presidente del CdA, discusse con me la possibilità di rinnovare il contratto, perché accanto al progetto triennale del Ministero c’è anche quello regionale – siamo anche un ente accreditato dalla Regione e lì il progetto è per cinque anni, non per tre – discutemmo insieme dell’ipotesi di un prolungamento. Ragionammo che due mandati da tre anni erano giusti per una direzione che provava a impostare un progetto e per un traghettamento legittimo, per un passaggio di testimone…
Da quando mi sono insediata ho sempre detto che dirigere un teatro non significa possederlo, ma condividerlo, e questo è un principio che ho cercato di applicare nell’apertura a giovani compagnie, con le residenze creative del Teatro Off.
Nessun direttore è eterno. Però i cambiamenti non si fanno con le scosse di terremoto, ma con assennata avvedutezza. Non sarei andata oltre il mio secondo triennio: il mio sogno era preparare il terreno per un ricambio generazionale vero.”

Abbiamo incontrato Andrea Buscemi alla serata di Teatro Off del 19 novembre per lo spettacolo di Industria Indipendente, “Lucifer”, qui in residenza. Alla mancanza di pubblicità per la serata ha ribattuto che mancava anche per lo spettacolo “Il malato immaginario” della sua compagnia (con Nathalie Caldonazzo, in scena il 21 novembre). “Una serata a entrata gratuita, fino ad esaurimento posti, per ricreare l’abitudine di andare a teatro, e che lo si senta come una casa. Comunque, abbiamo mandato tutto il materiale promozionale all’ufficio che si occupa di distribuirlo: verificheremo al più presto se ci sono stati dei problemi e la forma per risolverli…”.

Ma oltre a questioni che potrebbero sembrare marginali come la promozione in senso stretto, ci sono da tirare in ballo delle cifre. Anche rilevanti. Ed è qui che la questione si complica ancora.
Pare che la Fondazione abbia infatti un debito che ammonti a € 1.400.000 euro. “Alla fine del 2015 il consuntivo presentato dal precedente CdA era invece di circa la metà – ci racconta ancora Annastella Giannelli – Chiediamo che si provino queste affermazioni, con documentazione formale. Lo stesso ex presidente Michelangelo Betti chiede ragguagli. Per questo forse c’è la volontà, da parte della nuova gestione, di spostarsi verso un teatro più commerciale e classico, che attiri più soldi. Ma la vocazione del teatro è un’altra: ospitare lavori di teatro contemporaneo, fare ricerca artistica, produrre spettacoli rivolti all’infanzia e alle nuove generazioni. Al di là dei criteri quantitativi, pure importanti, credo che i finanziamenti pubblici vengano erogati anche sulla base del rispetto di questa vocazione. La Fondazione Sipario Toscana ha una sua identità precisa nel sistema teatrale regionale e nazionale, snaturarla intacca gli equilibri dell’offerta”.

Abbiamo raggiunto al telefono Luca Nannipieri, assessore alla Cultura di Cascina, storico dell’arte e volto di RaiUno, che prima delle elezioni non si dichiarava della Lega seppur sostenitore della Ceccardi. “A brevissimo faremo una conferenza stampa in cui renderemo noto ciò che una autorevole società di certificazione milanese sta facendo, e cioè certificare il bilancio che abbiamo avuto in eredità dal CdA, che si è dimesso dopo le ultime elezioni. La conferenza stampa servirà all’assessore al Bilancio Dario Rollo e al CdA per rendere nota la condizione patrimoniale della Fondazione. Sono dati oggettivi. La società li ha certificati e possono essere consegnati dalla Corte dei Conti. In questa occasione saremo puntualissimi per ogni singolo caso. Per ora non posso dire altro”.

Come agevolerete, chiediamo infine ad Andrea Buscemi, un nuovo dialogo tra le parti?
“Desidero che questi nodi, che si avvertono e che minano l’attività e la vita del teatro e della creatività, che sono le cose più importanti da salvaguardare, si sciolgano. Per questo, sentendo anche l’assessore alla Cultura, sono ben disposto ad organizzare, utilizzando lo spazio della Città del Teatro, un incontro pubblico, dove si possa parlare liberamente, senza preconcetti”.

Anche Nannipieri conferma: “Siamo disponibilissimi a farlo, possono anche organizzarlo gli “altri” e invitarci. Come assessore alla Cultura ritengo che si debbano coinvolgere tutte quelle persone che, in modo non tendenzioso, siano disponibili a fare una conversazione con noi e capire come dare vitalità pura alla Città del Teatro, sapendo bene quali sono le cifre, i debiti, e le necessità del rientro di questi debiti. Come assessore sono sempre qui in studio, basta che mi bussino alla porta e vengano a parlare con me. Non c’è un’impossibilità a dialogare con il sottoscritto, come lo sta facendo lei lo possono fare anche gli altri.
Per la condizione patrimoniale rimandiamo alla conferenza stampa, perché avremo la documentazione e le cifre sotto mano. Dal punto di vista gestionale e culturale sono disposto a incontrare chiunque venga con uno sguardo non pregiudiziale verso di noi”.

“Benvenga il confronto, se organizzato rispettando le regole del gioco – auspica Giannelli – IfattiditeatroSfattidipolitica rilancia una proposta: organizziamo il confronto in uno spazio neutro (in radio per esempio), invitando anche Provincia e Regione. Tramite la radio tutti i cittadini potranno ascoltarci e, soprattutto, eviteremo le tifoserie da stadio che a volte si creano nel pubblico, e che distolgono l’attenzione dai reali contenuti del discorso”.

“Tre mesi fa avrei aderito con gioia e nella sincera speranza di trovare un terreno comune – conclude Diamanti – Ma dopo mesi di difficoltà e dopo aver portato tutta la questione sul terreno legale, anziché su quello artistico, ritengo necessario che un tribunale si esprima su tutte le questioni”.

Aspettiamo quindi le evoluzioni che usciranno, cifre alla mano, in sede di conferenza stampa, sulla cui data non c’è però ancora certezza.

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