“Sonata per ragazza sola” di Irène Némirovsky per la regia di Francesco Villano. Visto a Milano, Teatro Litta, il 14 ottobre 2011
Irène Némirovsky, nata in Ucraina nel 1903 e morta nel 1942 (un mese dopo essere stata deportata ad Auschwitz), fu “la fuoriclasse della scrittura” nella Parigi degli anni Trenta, autrice di romanzi che divennero soggetti cinematografici di successo del primo cinema sonoro.
Eppure solo recentemente è tornata all’attenzione come “una delle voci più acute del Novecento”; in particolare grazie a “Suite Francese”, testo pubblicato solo nel 2005: per anni, infatti, il manoscritto è rimasto nascosto nella valigia che l’autrice lasciò in eredità alle sue due figlie dopo la deportazione.
Una coincidenza che può essere letta come “ironia del destino”, se pensiamo che proprio il rapporto madre-figlia ha condizionato fortemente vita e opere della scrittrice. Ed è proprio su questo conflitto che Inbalia Compagnia Instabile allestisce “Sonata per ragazza sola”, debutto nazionale che ha aperto la stagione del Teatro Litta di Milano.
Federica Bern, diretta da Francesco Villano, propone una variazione sul tema del conflitto madre-figlia, reinterpretando le atmosfere della Parigi anni Venti, ricavate dalla lettura de “Il Ballo” e “Jezabel”, e dalla stessa biografia di Irène, che abitava nel quartiere chic del XVI arrondissement.
Figlia di un ricco banchiere ebreo ucraino e di una donna che mai si interessò a lei, venne allevata da una governante. Totalmente integrata nella società francese, diventò una scrittrice riconosciuta, esponente del primo Novecento, e frequentatrice dei salotti letterari del tempo.
Nella rilettura di Inbalia viene alla luce la sua immagine di ragazza, di bambina “precoce”, sveglia e impaziente di diventare donna, curiosa fino ad essere sfrontata, soffocata dall’etichetta imposta dal suo ambiente, sintetizzato nella figura della madre. Proprio quella madre che lotta per mantenere il suo primato di giovinezza, cercando di immobilizzare la figlia allo stadio infantile.
L’occasione di un ballo le farà scoprire concorrenti alla pari, rivali, perché entrambe vorrebbero essere desiderabili e amate.
Due donne divise da un conflitto, ma intrecciate a filo doppio: biologicamente, oltre che per il fatto di condividere la fase di “crisi”, il passaggio da una condizione necessaria a un’altra inevitabile. Entrambe spinte da un desiderio che non guarda in faccia nessuno, somiglianti anche fisicamente, tanto da essere entrambe interpretate da Federica Bern che incredibilmente riesce a sovrapporle.
A lei va il merito dell’originalità e potenza di questo spettacolo, affidato alla recitazione sfaccettata di un’attrice giovane ma consapevole. Tanto che si serve di pochi e simbolici oggetti, per lo più accessori, come la lunghissima collana di perle che la rende bella, elegante e desiderabile fino quasi a strozzarla.
A Federica Bern, ancora, va il merito di aver reso una pièce tragica, per il conflitto che contiene, in uno spettacolo piacevole e divertente, grazie al trasformismo e alla capacità caricaturale della sua unica interprete.
Al Litta di Milano fino al 23 ottobre.
Sonata per ragazza sola
progetto di Federica Bern e Francesco Villano
con: Federica Bern
regia: Francesco Villano
luci: Fulvio Melli
produzione: InBalia
durata: 1h 10′
applausi del pubblico: 2′ 35”
Visto a Milano, Teatro Litta, il 14 ottobre 2011