Il Sonno silenzioso di Jon Fosse dalla prospettiva di Valerio Binasco

Sonno (photo: teatrodellatosse.it)
Sonno (photo: teatrodellatosse.it)

Valerio Binasco torna su Jon Fosse, autore norvegese per il quale aveva già dimostrato in passato di provare un fascino particolare dirigendone una bella trilogia. Questa volta lo fa con i giovani attori del Teatro della Tosse di Genova, inseriti nel progetto “Facciamo Insieme Teatro”.

L’accostamento Binasco-Fosse permette al pubblico di assaporare le intenzioni più alte del grande drammaturgo che, non a caso, ha avuto una vera e propria esplosione di successo grazie alla rappresentazione del mondo degli imperfetti, degli umili, dei cosiddetti “non interessanti”, mondo che la scena teatrale spesso ha dimenticato.
È qui che Valerio Binasco sembra essere a suo completo agio: la sua recitazione, il suo stile nel dirigere, quella sorta di “buttare via le battute” trova nei testi di Fosse un terreno fertile per crescere. Sembra quasi che i due artisti  lavorino l’uno per l’altro.

“Sonno” ne è un’altra dimostrazione. Ci si trova immersi nel “teatro muto”, dove gran parte delle battute sono proiettate in alto e agli attori non resta che eseguire dei semplici movimenti naturali, in sincrono con il testo.
Ampio spazio alla musica, sempre uguale a stessa, ripetitiva ma dolce. Come dolci e ripetitivi sono il testo e le azioni dei bravi attori.

Uno spettacolo sicuramente complesso, difficile da comprendere all’istante. In gioco c’è la monotonia dell’esistenza umana, dove le frasi non pronunciate e gli sguardi acquistano un’importanza superiore a quella del testo stesso. Ognuno riesce a vedere un proprio spettacolo, a proiettarlo sulla propria vita.
La storia è quella di due coppie vissute nella stessa abitazione in epoche diverse. Il regista fa volutamente incontrare sul palco situazioni di quotidianità assurda che travalicano le epoche e gli spazi. Il desiderio di vivere insieme, la ricerca di una felicità spezzata sul nascere dalla routine, i figli, la malattia e la morte, unico elemento che l’ha vinta su tutti gli altri.
Quando un nuovo personaggio entra in scena, si avverte la speranza di un cambiamento, ma poi, a ben guardarlo, ci si accorge che è uguale a tutti gli altri, che dice le stesse cose eseguendo gli stessi movimenti.
Un carillon che si ripete uguale a se stesso, nella ricerca spasmodica di una felicità che non è raggiungibile perché imbrigliata in un luogo, la casa, dove è vano qualunque slancio emotivo.
Il muto, che nel cinema è arrivato agli inizi, approda al teatro contemporaneo come estrema innovazione scenica, e il merito è di registi come Binasco che, senza paura, abbracciano nuovi mondi portando in teatro l’umanità necessaria.

SONNO
di Jon Fosse
tradotto dal norvegese da G. Perin
regia: Valerio Binasco
scene, costumi e luci: Laura Benzi
interpreti: Enrico Campanati, Giselda Castrini, Bruno Cereseto,Valerio Binasco, Silvia Bottini, Carla Buttarazzi, Luca Ferri, Lupo Misrachi, Sara Nomellini
musiche eseguite da Alessandro Damerini
direttore di scena: Danilo Deiana
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 3’ 35’’

Visto a Genova, Teatro della Tosse, il 22 aprile 2010

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