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Sorelle di Pascal Rambert. L’urlo senza perdono di Sara Bertelà e Anna Della Rosa

Sara Bertelà e Anna Della Rosa (photo: Lorenza Daverio)

Sara Bertelà e Anna Della Rosa (photo: Lorenza Daverio)

Anche il Teatro Astra di Torino ha inaugurato la ripartenza dello spettacolo dal vivo, e lo ha fatto nel segno della drammaturgia contemporanea con Re: RE/START, micro-stagione di TPE per il mese di maggio.
A calcare di nuovo la scena di fronte a un pubblico, Sara Bertelà e Anna Della Rosa, interpreti del primo allestimento italiano della pièce “Sorelle”, testo del drammaturgo francese Pascal Rambert, tra i maggiori esponenti del teatro contemporaneo, che cura anche la regia e lo spazio scenico di questo debutto.
Prodotto da TPE – Teatro Piemonte Europa e FOG Triennale Milano Performing Arts, dove arriverà tra pochi giorni, lo spettacolo è stato in prova al teatro Astra nei mesi di chiusura a causa della pandemia, e stasera vedrà l’ultima replica torinese prima di spostarsi a Milano.

Ad accoglierlo, il pubblico trova una serie di luci al neon, sospese su un grande quadrato bianco che rappresenta un ring; sul fondo si intravedono ammucchiati alla rinfusa quinte, attrezzi e oggetti di scena. All’improvviso una porta si apre, squarciando il silenzio, seguita dal rumore di passi frettolosi e dal gracchiare di rotelle abituate a una certa velocità.
Ecco pararsi davanti agli occhi degli spettatori le due protagoniste, che si allineano sulla diagonale del ring, in questa sorta di arena vuota e lucente, iniziando a urlarsi contro risentimenti, dissapori, ricordi, rivalità, incomprensioni, accuse ed eventi di un tempo ormai lontano, che affondano le radici nel conflitto mai risolto tra le due sorelle.
Donne fragili, che si rinfacciano ogni tipo di violenza e tutti i possibili sensi di colpa, in una lotta all’ultimo sangue, parola contro parola, corpo contro corpo.

L’idea di scrivere “Soeurs” è venuta a Rambert – autore, regista, scenografo e coreografo, che nel 2016 ha ricevuto il Premio del Teatro dell’Académie Française per l’insieme delle sue opere – nell’ottobre del 2017, il giorno dopo aver assistito ad una pièce che vedeva protagoniste Marina Hands e Audrey Bonnet.

“Non esiste una trama, mi piace immaginare lo spettacolo in termini di energia – spiega Rambert – Non mi interessa raccontare una storia di conflitto, ma focalizzarmi su come le interpreti incarnano il testo. Sull’energia reale e organica che scaturisce dalla relazione che i loro due corpi instaurano nello spazio. Quando dico che si tratta di uno scontro tra due sorelle, dico tutto e allo stesso tempo niente. La forza del conflitto risiede, infatti, su due elementi: il potere dello scambio verbale e l’eco che questo genera nello spazio e nel tempo. È qualcosa che si rinnova ogni sera e che richiede un notevole sforzo fisico”.

Bravissime Sara Bertelà e Anna Della Rosa a dare fisicità alla sofferenza e al livore delle parole racchiuse nel testo di Rambert, due atlete del teatro, un fascio di muscoli e nervi che traduce con pienezza qualsiasi emozione. I decibel sono alti e il ritmo furioso dei loro scambi verbali rimbalza dallo spazio dilatato del ring alla platea, investendo il pubblico attonito senza limiti, senza freni, senza pudore.

Sara e Anna, nomi anche delle due protagoniste, rimangono sempre in diagonale, non arrivano mai a toccarsi, fanno un passo l’una verso l’altra ma subito dopo retrocedono, scappano, si sottraggono. Si fronteggiano in una resa dei conti in cui nulla viene taciuto: gli amori rubati, i dispetti risalenti all’infanzia, la disparità di trattamento del padre, la competizione, le umiliazioni, gli orientamenti sessuali e il senso di inadeguatezza. Il tutto si trasforma in pensiero agito che non lascia spazio ad alcuna conciliazione o comprensione.
Detestandosi, aggredendosi e minacciandosi senza sosta, sfiorando una crisi nervosa, setacciano le loro vite distanti e in apparenza soddisfacenti: una è terzomondista, l’altra è giornalista. Entrambe indossano una maglia bianca, scarpe e pantaloni neri. Entrambe sono in chiaroscuro, in un perimetro che a un certo punto dello spettacolo si riempie di sedie colorate che, anziché calmare o rinfrancare dalla fatica, servono a creare un labirinto variopinto in cui le due donne rimangono imprigionate, ingabbiate dalle loro parole taglienti.

L’una è l’abisso dell’altra, non c’è allegria o leggerezza, tutto è terribilmente pesante in questa lotta che non vedrà vincitori o vinti, ma solo due corpi esausti e dal respiro affannoso. Un processo di pulizia e catarsi  indispensabile per poter provare, magari un giorno, a ricucire un legame logorato da mille ostilità? Sara e Anna si rincorrono, si criticano, si disprezzano fino ad arrivare a una conclusione che non risolve il conflitto che le vede protagoniste.

Complice la lunghezza del testo, è impegnativo non solo per le attrici, ma a tratti anche per gli spettatori, sostenere 90 minuti di urla, di odio esplicitato in tutte le varianti possibili, di recriminazioni, di conflitto senza esclusione di colpi. La scelta vocale affidata alle due interpreti, la cui prova è del resto eccelsa, risulta tuttavia un po’ troppo mono-tono, impedendo di accogliere altre intonazioni, cambiamenti di registro, contrasti e sfumature, in un grido ininterrotto in cui sembra non esserci futuro, non esserci perdono, né speranza.
Una resa dei conti, come però suggerisce Rambert, “per dirsi – attraverso tutta questa violenza – solamente una cosa: l’amore che provano l’una per l’altra”.

Sorelle
Testo, messinscena e spazio scenico di Pascal Rambert
Con Sara Bertelà e Anna Della Rosa
Traduzione italiana di Chiara Elefante
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, FOG Triennale Milano Performing Arts
primo adattamento italiano del testo

durata: 1h 30′
applausi del pubblico: 3′

Visto a Torino, Teatro Astra, il 9 maggio 2021
Prima nazionale

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