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Per il quartiere alla ricerca dello spettatore. Spazio Opi a Torino

Spazio Opi
Spazio Opi
Spazio Opi

A pochi passi, in largo Montebello, c’è la casa dove la tradizione vuole abitasse Eugenia Barruero, che ispirò la figura della maestrina dalla penna rossa del libro Cuore di De Amicis.
Siamo a Torino, in zona Vanchiglia, vecchio borgo popolare in cui oggi si sono inserite diverse realtà artistico-culturali che spaziano dall’architettura alla fotografia, dalla grafica alla pittura.
E proprio qui, in una fra le location torinesi più affascinanti, genuine e culturalmente vivaci, ha deciso di operare, da ormai quasi due mesi (leggendari i nostri ritardi sui video!), lo Spazio Opi, nuova realtà – dedicata alla dea dell’abbondanza – nata dall’unione delle Compagnie Marco Gobetti e GenoveseBeltramo.

Marco Gobetti, ideatore del Teatro Stabile di Strada, è pronto a diffonderne gli strumenti per vedere, finalmente, più teatro fra le vie di Torino e non solo.
Insieme a lui in quest’avventura Viren Beltramo (suo il corso su teatro e meditazione) e Savino Genovese, attore e regista d’esperienza nonostante i suoi 35 anni, cresciuto nel laboratorio di Viartisti diretto da Pietra Selva Nicolicchia.

Grazie al supporto di questa base logistica (“presa in affitto a nostre spese, visto che da anni chiedo uno spazio al Comune ma senza risultati”, sottolinea Gobetti) la loro idea di teatro e pratica quotidiana può fungere da punto di riferimento. Organizzando anche corsi mirati al coinvolgimento del quartiere, o dei vicinissimi studenti universitari di Palazzo Nuovo.

Tra le prossime iniziative il laboratorio con Leo Muscato, dal 2 al 5 giugno.
Il drammaturgo e regista condurrà Verso Molière, un laboratorio di analisi e scrittura drammaturgica rivolto ad attori, drammaturghi e registi, a partire dal “Don Giovanni” di Molière.

Vi lasciamo ora alle immagini dell’inaugurazione dello Spazio Opi e alle parole dei suoi ideatori.

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