“In questo Paese sotto il termine ‘cultura’ si è realizzato un grande imbroglio. Una cosa è la cultura, una cosa è lo spettacolo, una cosa sono le rappresentazioni: lo Stato finanzia i beni pubblici. Non necessariamente finanzia i beni privati. La cultura è un bene pubblico e va finanziato. Lo spettacolo no”. E’ quanto ha affermato, secondo le agenzie, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta durante la registrazione della puntata “Effetto Domino”, che andrà in onda stasera alle 23.50 su LA7.
“In passato, sulla base di commissioni clientelari uno presenteva un copione e riceveva un milione, due milioni a fondo perduto – ha aggiunto polemizzando sui finanziamenti pubblici – Quando quei quattro di Liverpool hanno commercializzato le loro canzoni, quelle sono diventate cultura. E poi sono state tutelate”.
Una polemica che arriva ad hoc nella giornata in cui teatri, cinema, concerti e set cinematografici si sono fermati. Il mondo dello spettacolo ha indetto per oggi una giornata di sciopero nazionale organizzata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil contro i tagli previsti nella Finanziaria 2011. Oggi si fermano oltre 250 mila lavoratori del settore, chiedendo al Governo, ancora una volta, di ripristinare i livelli del 2008 del Fondo unico per lo spettacolo (450 milioni di euro), tagliato del 40%, ossia al suo minimo storico; ma senza dimenticare anche il rinnovo degli incentivi fiscali e alcuni interventi, tra cui una politica di investimento che riconosca il cinema come un’industria.
I sindacati chiedono “i rinnovi dei contratti collettivi nazionali delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri di prosa e della produzione cinematografica (troupe) e interventi che contrastino gli effetti della legge 100/10 sulle Fondazioni Lirico Sinfoniche”. Così come “l’apertura di un tavolo ministeriale per accedere a tutti gli strumenti di protezione sociale (a partire dalle figure artistiche) e per attivare politiche di riemersione per i settori della Produzione Culturale e dello Spettacolo per la tutela dei lavoratori stabili e precari del settore”.
Per la giornata, quindi, niente riprese nei set cinematografici e niente prove nei teatri. A Genova Zubin Mehta terrà un concerto al Carlo Felice a sostegno del teatro e dello sciopero. A Roma è appena iniziata un’assemblea al cinema Adriano. A Milano, dalle 15 alla Camera del Lavoro, un convegno organizzato dalla Cgil dove saranno presenti Toni Servillo, Moni Ovadia, Andrée Ruth Shammah, e a cui interverranno anche il sovrintendente della Scala Stephane Lissner e il direttore del Piccolo Sergio Escobar.
Momenti di riflessione e dibattito, insomma, per proteggere un settore da sempre – in Italia – in crisi.
Che poi occorra, anche all’interno della categoria spettacolo, distinguere fra cultura e ‘altro’, così come monitorare il flusso dei denari pubblici non è questione di poca rilevanza…
La cultura, lo spettacolo
Che tristezza, le parole di Brunetta. Essere governati da gente che riappiccica pezzi fasulli alle statue antiche perche’ “stanno male” senza mani o altro, come si riappiccicherebbe il manico di una vecchia caffettiera…..gente che non va ad uno “spettacolo” se non ci sono bene in mostra culi e tette…
Vorrei dire a questa gente, rivedetevi il primo quarto d’ora del film “Senso” di Visconti, o l’ultimo quarto d’ora di “Ladri di biciclette”, e se non provate nessun brivido, non aprite piu’ bocca su cose che non arrivate a capire.
Vi compiango se non avete mai pianto al preludio del III atto della Traviata , se Puccini e la sua Manon giovane, ribelle e inquieta non vi ha mai fatto innamorare, se sentendo il veneziano di Goldoni non vi siete mai sentiti trasportare in un mondo piu’ lieto e piu’ leggero.
Anche senza essere esperti, senza capire bene tutto, non avete mai visto ballare qualcuno che vi ha sollevato l’anima? Non avete mai sentito una musica che vi ha fatto capire che esistono cose meravigliose che l’uomo puo’ solo intravedere ?
Se non avete mai colto il mormorio di un teatro prima che si apra il sipario, ne’ il liberatorio irrompere degli applausi a chi ha dedicato una vita a provare e riprovare un miracolo che ogni sera nasce e muore…se per voi lo spettacolo e’ il Bagaglino con un uomo che si veste da donna per fare Rosy Bindi…mamma mia, che tristezza.
E pensare che e’ proprio per uno di questi piccoli, veloci brividi di gioia che tanta gente prende aerei, treni, si mette in fila, apre il portafoglio : per poter stringere in mano un biglietto come promessa di breve, ma straordinariamente vera e tangibile felicita’.
Lo spettacolo è cultura, diciamo a Brunetta.
Una felicita’ che, dato che non sapete capirla, non riuscirete a toglierci.
niente male, comunque, indire uno sciopero per i teatranti il lunedì…