La drammaturgia contemporanea di lingua spagnola è una delle più fertili e attualmente rappresentate nella nostra penisola. Ne sono esempi le recenti messe in scena di testi di Rodrigo Garcia, José Sanchis Sinisterra e Juan Mayorga, solo per fare tre nomi.
Manuela Cherubini, attenta indagatrice e studiosa di testi teatrali ispanici contemporanei (a lei è stata affidata la sezione speciale del Patalogo 2008 sul teatro contemporaneo in lingua spagnola) ha presentato al Rialtosantambrogio di Roma “La stravaganza”, scritto dal giovane drammaturgo argentino Rafael Spregelburd.
Il testo, che rappresenta il secondo capitolo dell’”Eptalogia di Hieronymus Bosch” dell’autore argentino, parla dei rapporti fra tre sorelle, strizzando l’occhio al dramma cecoviano. Una delle tre è stata adottata, ma la madre non ha mai rivelato quale di esse sia, in accordo con il padre. Ma proprio la madre, ora, sta per morire, colpita da una malattia genetica che potrebbe interessare anche due (solo due!) delle tre figlie.
Lo spettacolo, forte della scrittura fresca e incisiva di Spregelburd, della traduzione esperta e della regia della Cherubini, scorre via veloce, piacevole, a tratti schizzato e isterico.
L’unica attrice in scena utilizza ossessivamente alcuni oggetti elettronici (una televisione e il suo telecomando, un telefono e un radioregistratore). Questi gesti richiamano ovviamente il Krapp beckettiano ed allo stesso modo sottolineano l’alienazione e la fine dei rapporti umani, la crisi della famiglia e l’incomunicabilità tra parenti. Gesti attraverso cui si sviluppa la natura angosciosa dei temi trattati: la malattia, ma soprattutto il rimorso per il non detto, il non rivelato, il supposto.
Tutto questo viene enfatizzato dall’utilizzo del secondo personaggio in scena, che si manifesta nel video trasmesso dalla televisione accesa (interpretato dalla stessa attrice, una camaleontica e convincente Simona Senzacqua). Il video è lo show televisivo di una delle tre sorelle, una studiosa di fonetica che, ripresa come una presentatrice televisiva, narra i suoi deliri verbali, creando giochi di parole che interagiscono con la sorella in scena.
Sono proprio questi dialoghi a porre l’accento sul carattere grottesco di una situazione che, ad un primo approccio, avrebbe potuto sembrare divertente e stravagante, mentre invece racchiude tutte le problematiche delle famiglie borghesi contemporanee, tra falsità, ipocrisia e perbenismo “di facciata”.
Convince dunque il testo dell’argentino, e fa riflettere sul modo in cui la sua generazione abbia dovuto rialzarsi dalla gravissima crisi economica del 2001: producendo cultura indipendente che si contrapponesse alla politica e ai mezzi di comunicazione. Convincono anche la regia e l’interpretazione di uno spettacolo definito, dalla Cherubini stessa, “un melodramma senza certezze”.
LA STRAVAGANZA
secondo capitolo dell’Eptalogia di Hieronymus Bosch
di Rafael Spregelburd
con: Simona Senzacqua
traduzione e regia: Manuela Cherubini
disegno luci: Gianni Staropoli
suono: Graziano Lella
video: Sergio De Vito
produzione: Psicopompo Teatro/rialtosantambrogio
durata: 49’
applausi del pubblico: 1’ 07’’
Visto a Roma, rialtosantambrogio, il 22 gennaio 2009
Caro Andrea, grazie per la puntualizzazione.
Dall’articolo sembra che in scena Simona Senzacqua interpreti una sola sorella mentre in realtà sono due: Maria Soccorso e Maria Streghe.