Storia della pornografia per musica e voce

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Dario Benedetto
Thomas Turbato nasce il 12 giugno del 1972. Lo stesso giorno, a New York, viene proiettato per la prima volta nella storia del cinema un film a luci rosse girato con veri attori: una svolta nei costumi sociali dell’epoca.
Sì, perché la pornografia, pubblicamente incriminata ma intimamente vissuta, oltrepassa la morale comune e s’impone planetariamente, accompagnando anche la storia politica ed economica di nazioni e statisti, oltre a quella ‘minore’ vissuta tra le mura domestiche.

Dario Benedetto costruisce sul rapporto tra persone e pornografia uno spettacolo che vuol far ridere e non stigmatizzare. In cui ognuno possa riconoscersi (con un’ovvia predominanza di pubblico maschile).

Thomas Turbato, turbato dal suo nome prima ancora che dalla vita, ripercorre così alcuni episodi della propria esistenza, in quel passaggio tra infanzia, adolescenza e giovinezza in cui è proprio il sesso, e la sua ancora incerta conoscenza, a dettare le regole di esperienze divertenti e accomunanti. Gli aneddoti personali fanno da contrappunto ad una storia della pornografia raccontata per flash che riportano al periodo storico e ai cambiamenti sociali avvenuti nel mondo: dalle presidenze di Nixon e Reagan alla leggendaria figura di John Holmes e all’avvento dell’aids, fino ad icone del sesso nostrane come Cicciolina e Moana Pozzi, ancora oggi nell’immaginario erotico diffuso.

L’ora di spettacolo scorre via tra le risate del pubblico, retta egregiamente da una spalla musicale (Gianni Denitto) che, oltre a cadenzare la narrazione di Benedetto, da contorno si fa parte integrante dello spettacolo. A Denitto proprio il merito di una gestualità naturale e scanzonata ma puntuale. Una maggior informalità nell’interpretazione di Benedetto, invece, avrebbe forse giovato al monologo, da lui stesso scritto. A donare completezza allo spettacolo la scelta dei colori, che accomunano i giochi di luce ai pochi ed essenziali oggetti in scena.
E se quasi con nostalgia c’è chi ripensa, oggi, all’epoca delle videocassette porno, ormai superate da un imperante ed aggressivo mondo di immagini sul web, è con lo stesso malinconico approccio che Benedetto sceglie di chiudere il sipario sul mondo della pornografia: l’ultima parola è per Moana Pozzi, la cui celebre frase, “Vivi come se dovessi morire domani, e pensa come se non dovessi morire mai”, senz’altro contribuì a creare un mito che ne oltrepassa la sensualità del corpo.

NON C’E’ MUSICA IN FINLANDIA
uno spettacolo scritto e interpretato da Dario Benedetto
musiche composte e suonate dal vivo: Gianni Denitto
luci e scena: Martino Cipriani
produzione: Compagnia Torcigatti
durata: 56′
applausi del pubblico: 2′ 38”

Visto a Torino, Cavallerizza Reale, il 12 aprile 2008
Progetto Rettilario 2007/2008

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