Lo spettacolo, che aveva debuttato al Festival Biblico di Padova lo scorso maggio ed è tra i sette finalisti al Premio OFF dello Stabile del Veneto, nasce dall’esito di un laboratorio condotto in carcere nell’arco di un anno; un laboratorio che appartiene a sua volta a un progetto più ampio, di integrazione e relazione culturale tra la città e il carcere che da vent’anni il Tam porta avanti nonostante difficoltà politiche, sociali ed economiche.
Un appuntamento a settimana, qualche volta due, che ha portato Belhassen, Giovanni, Abderrahim, Aioub, Abdallah, Ahmed, Luca, Temple, Mario, Pietro e Bruno a costruire sulle orme dell’affascinante “Relazione per un’accademia” di Franz Kafka un’altra drammaturgia.
Il testo, scritto a quattro mani da Maria Luisa Zanellato e Loris Contarini, si avvale infatti della presenza sul palco di sette degli undici attori/detenuti che, con i loro corpi, voci e vissuto, diventano l’energia e l’anima di questo lavoro diretto dagli stessi autori-conduttori del laboratorio.
Racconto di una metamorfosi: “Experti”, termine composto che lega assieme la “presa di distacco” e la “tensione verso” (ex/per), riporta storie di uomini che prima erano scimmie, catturate durante una battuta di caccia e imprigionate dentro anguste casse di legno. Piccole gabbie che formano la scenografia mobile di questo allestimento e che, di volta in volta, si trasformano in scranni di un’aula accademica, nello scheletro di un bastimento che trasporta gli animali catturati, negli arredi di un locale di varietà, ma in ogni situazione rimangono pur sempre gabbie: prigione e rifugio di scimmie che si stanno trasformando in uomini, racconto del lungo percorso che, dopo la cattura, spinge questi primati a voler diventare esseri umani.
Il percorso, una volta giunti a destino, li porterà di fronte ad un bivio: scegliere la comoda ma alienante prigionia all’interno di uno zoo, o la fatica, per essere riconosciuti, di perseguire il successo nel mondo del varietà.
Questa scelta genererà una metamorfosi figlia di un primordiale istinto di sopravvivenza, di un’ineludibile desiderio di libertà, dell’improcrastinabile necessità di trovare una via d’uscita alla propria condizione di prigionia, certo non solo fisica.
Se nella metamorfosi kafkiana era l’uomo Gregor Samsa a trasformarsi in un ripugnante scarafaggio, qui il percorso è rovesciato ma la metafora rimane immutata. Il bisogno primario rimane quello di riempire il vuoto di un’attesa che ha bisogno di nutrirsi di una speranza di salvezza: affermare e vedere finalmente riconosciuta la propria identità.
Occorre però far attenzione che questo anelito sia portato a compimento attraverso la ricerca di una verità realmente autentica. Il rischio grande altrimenti è quello di diventare prigionieri di noi stessi, personaggi di un varietà che non ci appartiene.
EXPERTI
dalle suggestioni di Relazione per un’Accademia di Franz Kafka
ideazione e regia: Marzia Cinzia Zanellato e Loris Contarin
di e con: Belhassen, Giovanni, Abderrahim, Aioub, Abdallah, Ahmed, Luca, Temple, Mario, Pietro, Bruno
collaborazione artistica: Benedicta Bertau e Emanuela Donataccio
durata: 50′
applausi el pubblico: 3′
Visto a Salvano (Ve), Filanda Romanin-Jacur, il 2 agosto 2013