Opinioni di un clown. I russi di Teatr Licedei

Semianuki - Teatr Licedei
Semianuki - Teatr Licedei
‘Semianuki’ al Festival d’Avignon 2005 (photo: Marc Cristof)

Parliamo di un gruppo di pagliacci fra i più famosi al mondo.
Ispirato da sempre al senso del surreale, Teatr Licedei è il primo ensemble russo di clown e mimi creato nel 1968 dal grande Slava Polunin. A quei tempi, forse anche per la ricerca di canali di comunicazione con i linguaggi teatrali dei paesi oltre cortina, non tardò ad attirare i sospetti delle autorità sovietiche. Ma grazie alla sua tenacia, il regista ottenne un’abbazia sconsacrata nella quale installò una sala prove, sale spettacolo e un piccolo ufficio. E’ stata la casa della compagnia per quasi trent’anni, da cui hanno traslocato solo nel 1995, quando Leningrado è tornata ad essere San Pietroburgo e i monaci sono rientrati nell’abbazia.

Nonostante lo scarso amore da parte della nomenklatura, fra il 1970 e il 1989 il gruppo è riuscito per diverse volte ad ottenere permessi per uscire dalla Russia e partecipare a festival in tutto il mondo – Colombia, Cina, Germania, Italia, Inghilterra, Hong Kong – con il loro spettacolo “Assissye Revue”, una collezione dei migliori sketch.
In Europa li abbiamo conosciuti dapprima per “Katastroph”, inizialmente ispirato a un incidente aereo, poi trasformato, dopo Chernobyl, in uno spettacolo contro il nucleare. Quando crolla il muro di Berlino, il 9 novembre 1989, il Teatr Licedei dà vita alla “Mir Caravan”, la carovana della pace, che da maggio a settembre di quell’anno attraversa l’Europa, da San Pietroburgo a Blois, con gli scali trionfali di Berlino e Parigi. Ma quella è anche la fine di una parte della loro storia, perché la caduta della cortina di ferro spinge molti del gruppo a cercare altre esperienze, unendosi, per esempio, al Cirque du Soleil o tentando la carriera mondiale solista, come lo stesso Slava Polunin, che riscuote successi internazionali con il suo “Slava’s Snowshow”, di recente ospite anche al Piccolo Teatro a Milano.
Quelli che sono rimasti hanno deciso a quel punto di rinnovarsi, rifiutando di lavorare ad un unico mega spettacolo da sfruttare per tutta la vita. Avevano creato una scuola di clown in seno all’Accademia di teatro dell’Università di San Pietroburgo invidiata nel mondo, e allora dal mix fra i sei “anziani” e le giovani leve è arrivata la nuova linfa per Teatr Licedei.

Nei loro ultimi spettacoli, “Pokatukha” e “Semianuki” (La famiglia), conducono il pubblico in un viaggio nella Russia, fra nostalgia, difficoltà e il tragicomico senso di festa sguaiata che, proprio nel momento in cui inizi a sentirlo un pezzo d’antan, come nella miglior tradizione della clowenerie, ti tira un petardo fra le gambe avvolgendoti nel gioco della magia infantile.
In una sequenza di quadri surreali, nel disegno quotidiano di una “normale” famiglia russa, fra alcolismi, dissociazioni, infanzie più o meno rubate, praticamente senza parole, lo spettacolo porta dentro una realtà introspettiva che oscilla fra i toni del mimo, della commedia dell’arte e della clownerie.

Il teatro Donizetti di Bergamo è stato fra i primi ad invitarli nella passata stagione, mentre il 27 e 28 giugno saranno in scena per la chiusura del Festival del Teatro di Mantova – Arlecchino d’Oro 2009: fra “L’idiota” di Nekrosius, Carolyn Carlson, Malosti e tanti altri, anche loro nel programma della rassegna, a farsi emblematica espressione di una forma dell’arte scenica che ha tenuto a battesimo il tempo moderno, che discende dritta dai giullari e ancora oggi trova il modo di far satira sociale con un’abilità che, oltre alla condivisione possibile del gusto ironico, resta un punto notevole da approfondire per gli appassionati.
Abbiamo incontrato, durante le repliche al Donizetti, Boris Petrushansky, scenografo della compagnia, e una delle interpreti dello spettacolo. Nel video che segue le loro riflessioni su una forma di teatro così antica e particolare.

0 replies on “Opinioni di un clown. I russi di Teatr Licedei”