Quanto il teatro polacco abbia segnato il ventesimo secolo basterebbero tre-quattro nomi a dirlo: Wyspianski, Grotowski, Kantor nel secondo dopoguerra e, negli ultimi decenni, artisti come Krzysztof Warlikowski e Grzegorz Jarzyna, il primo ospite quest’anno anche ad Avignone, o quel Janusz Wisniewski, il cui progetto ispirato all’Arca di Noè è stato co-prodotto proprio l’anno scorso dall’Arena del Sole.
I teatri polacchi di ricerca sono considerati tra i più importanti in Europa, e con una regolarità abbastanza impressionante ricevono premi dal Fringe First di Edimburgo (negli ultimi anni hanno ricevuto riconoscimenti i teatri Agenzia di Viaggio, Wierszalin, Kana e Provisorium).
La Polonia, nazione di grandi tradizioni e civiltà, conserva ancora oggi una sanissima abitudine, ossia quel teatro alla tv che in Italia è da tempo sparita, per far posto a programmi di ‘veliname’ vario. Per ampiezza e strutturazione nel palinsesto televisivo, si può dire questa prassi non abbia eguali in altra parte del mondo: diversi gli appuntamenti settimanali, ad orari fissi, in cui la televisione polacca trasmette spettacoli, consentendo così di far conoscere sia la drammaturgia classica sia quella moderna.
Eccoci, allora, in una delle capitali storiche della cultura europea, fra le strade della stupenda Cracovia, in alcuni dei siti che hanno fatto la storia del teatro.
Uno dei nuovi spazi off di Cracovia si chiama Teatr Nowy e si trova vicino al fiume, nelle strade prossime al ghetto. E’ qui che, grazie alla gentilezza del direttore Piotr Sieklucki, siamo riusciti ad entrare nei camerini e a registrare alcune immagini dello spettacolo di Bogdan Hussakowski ispirato ad un’opera capitale del Marchese de Sade, “La filosofia nel budoir”, interpretata, in una divertente riduzione teatrale, da Dominika Knapik, Gracja Niedźwiedź, Jakub Falkowski, Dominik Nowak, e dallo stesso Piotr Sieklucki, che abbiamo intervistato. Una messinscena dai toni grotteschi e di maschera, ma ricamata di satira sociale e religiosa, come quando, nel buio di una specie di dark room in cui le avventure amorose hanno il loro apice, i mugolii di piacere finiscono per diventare un canto a cappella, un madrigale per vespri. De Sade sarebbe impazzito di piacere.
Se andate a Cracovia, non mancate di fare un salto anche nella parte estrema del ghetto, vicino al fiume, in ul. Gazowa 21: entrate nel cortile del teatro, varcate la porta, e scoprirete uno dei tanti piccoli gioielli di creatività che questa capitale dell’arte offre. Prenotate i vostri spettacoli con anticipo: è facilissimo, infatti, trovare il tutto esaurito. Sicuramente un’altra misura della civiltà di un popolo e dell’attenzione che il cittadino comune riserva alla dinamica culturale.