Si apre il 14 giugno a Padova e dura undici giorni: è Teatri delle Mura, il festival divenuto ormai un appuntamento fisso con il teatro contemporaneo per tutto il Nord-Est.
“L’uomo e le stelle. L’Astronomia e il teatro. La poesia e la scienza. Il senso della ricerca. Il principio di indeterminazione di Eisenberg e la relatività di Einstein in un laboratorio teatrale… Nell’anno in cui, in tutto il mondo, si celebrano Galileo Galilei e Jerzy Grotowski, è naturale interrogarsi su quali siano le cosmologie teatrali: quanti e quali mondi sono possibili nel teatro? Quali possibilità, quali percorsi, quali linguaggi ha scoperto il teatro del nostro tempo?”. Questi gli interrogativi che hanno mosso il direttore artistico, Andrea Porcheddu, a definire il programma della terza edizione del festival.
“La rassegna vuole aprirsi ai teatri possibili: ai linguaggi, alle storie, alle scritture, ai mondi della scena. Come se il teatro fosse un universo da scoprire e studiare, sempre di nuovo. Nei consueti spazi delle mura e dei bastioni di Padova, cui si affiancheranno, per questa edizione, altri luoghi della città, Teatri delle Mura si connota sempre più come un festival nazionale e oggi anche internazionale, un nuovo appuntamento per il teatro contemporaneo del Nord-Est. Per questo abbiamo voluto portare a Padova, spesso per la prima volta assoluta, i maestri della ricerca teatrale italiana ed europea”. Un festival che va quindi contro la tendenza alla ricerca dell’ultima novità, del gruppo giovane e giovanissimo, anzi un ritorno alle origini e ai maestri, da Eugenio Barba a Peter Brook.
Ad aprire domenica 14 giugno è l’omaggio a Shakespeare di Massimiliano Civica (Premio Ubu 2008) con “Il Mercante di Venezia”. Martedì 16 giugno in prima nazionale ci sarà invece “U Tingiutu”, la nuova produzione di Scena Verticale. Si susseguiranno poi tra le maggiori compagnie di teatro contemporaneo, come la Socìetas Raffaello Sanzio con “Flatlandia” di Chiara Guidi, i Motus con “Crac”, Giuseppe Battiston nei panni di Orson Welles, l’Accademia degli Artefatti, Babilonia Teatri e molti altri.
Ci saranno inoltre laboratori teatrali con Yoshi Oida, protagonista dei lavori di Peter Brook, e Massimiliano Civica, dimostrazioni di lavoro di Julia Varley ed incontri con Eugenio Barba.
Un festival ricco di punti di riferimento, l’occasione per incontrare le radici del teatro in un momento in cui si fa fatica a definire le nuove scene.
Klp sarà là, a commentare gli spettacoli, ma soprattutto per raccontarvi l’aria e le atmosfere del festival.