Un luogo inimmaginabile da pensare, altrettanto incredibile da percepire.
Prima del nuovo lockdown piemontese, siamo stati nel cuore della Sicilia, lontano dalle tappe turistiche, anche se questo luogo è diventato un’attrazione visitata da ogni parte del mondo.
Il mare è così lontano da non farci più rendere conto nemmeno che siamo su un’isola. La sensazione è quella di essere in montagna: siamo sui Monti Sicani, a mille metri d’altitudine. Tutt’intorno natura, piccoli paesi che, finalmente, riescono davvero a restituire il fascino di un contesto rurale quasi scomparso. Il mondo con i suoi enormi problemi sembra qualcosa di distante, eppure non manca la concretezza né il contatto con la terra, inevitabile.
Il Teatro Andromeda, a Santo Stefano Quisquina (provincia di Agrigento), è parte di un’azienda agricola fondata sull’allevamento degli asini che, infatti, spuntano qua e là mentre si affronta, rigorosamente a piedi, la breve passeggiata che separa il punto di arrivo dall’opera.
E’ una mattina qualunque di ottobre eppure i visitatori, regolarmente prenotati per via del Covid, non smettono di arrivare. A ciascuno viene consegnato un gadget plastic free e si viene fatti accomodare in un centro visitatori dove, tra l’altro, si può anche assaggiare qualcosa.
Troviamo ad aspettarci una guida d’eccezione, Libero Reina, musicista e figlio di Lorenzo, l’artista-pastore che ha dedicato trent’anni della sua vita a realizzare, attraverso il teatro, la sua opera più importante, almeno per ora.
Quando arriviamo nel luogo deputato, ciò che ci si presenta non è descrivibile e, forse, non ci riusciranno nemmeno queste immagini, realizzate anche con l’ausilio di un drone che, in via del tutto eccezionale, ci è stato concesso di utilizzare.
Il silenzio avvolgente e la ritualità profonda diventano sostituti di qualsiasi spettacolo.
Sembra che la performance diventi un elemento riduttivo rispetto all’intensità di ciò che lo spazio, da solo, riesce a suscitare. Un’emozione paragonabile, forse, a quella che si prova quando si entra in un teatro antico ma, probabilmente, con qualcosa in più perché sufficiente a sé stesso, senza bisogno d’altro.
Non un monumento statico ma qualcosa in divenire costante, arricchito giorno dopo giorno dal suo autore che, nel frattempo, è diventato conosciutissimo e non smette di progettare cambiamenti e innovazioni.
Libero ci racconta che papà Lorenzo sta già pensando ad uno spazio al coperto, per gli eventi invernali. Chissà se ci riuscirà, e con la stessa meraviglia.
Rapisce
L’umiltà non è una qualità comune a tutti gli individui, specie a colori che si ritengono arrivati (dicono loro),. Oggi ho avuto il piacere di vedere “Mela verde” e realizzato il Vostro sogno di l’azienda agricola legata al suo Teatro, mi permette di scriverlo con la “T” maiuscola è il minimo, che posso scrivere e grazie per la sua semplicità e purezza di intenti. Cordialmente Ferruccio Zara di Scandiano di Reggio Emilia
Il 2 settembre prossimo sarò a Castronuovo di Sicilia. Certamente verrò a visitare questo luogo magico che che in un abbraccio racchiude cielo e terra!