A Teatro dei Borgia il Premio Rete Critica 2022, consegnato ieri a Napoli

La consegna della targa a Teatro dei Borgia da parte di Gabriele Russo (ph: Rete Critica)
La consegna della targa a Teatro dei Borgia da parte di Gabriele Russo (ph: Rete Critica)

Con il progetto “La città dei miti” la compagnia ha ricevuto ieri al Teatro Bellini la targa del Premio che riunisce il mondo delle riviste online e dei blog teatrali

Va al Teatro dei Borgia il Premio Rete Critica 2022, per il progetto “La città dei miti”: “Per la maturità e la complessità di un progetto in grado di entrare nella vita, nelle sue pieghe più complesse e dolorose, in un lavoro di scrittura e attorialità che attualizza il senso del mito”. Questa la motivazione che ha accompagnato la proclamazione, ieri sera a Napoli, per un progetto, quello di Teatro dei Borgia, che la redazione di KLP aveva nominato fin dalle segnalazioni iniziali, nella prima fase di ricognizione.
L’undicesima edizione del Premio è stata accolta dal Teatro Bellini dove, per due intense giornate, sabato 5 e domenica 6 novembre, è stato possibile non solo rivedere il lavoro dei tre finalisti – Carrozzerie | n.o.t, Niccolò Fettarappa Sandri, Teatro dei Borgia – ma anche portare avanti momenti di confronto su tematiche di stringente interesse ed attualità del nostro tempo teatrale così come è nella natura di Rete Critica che accoglie blog e riviste teatrali online.

L’edizione del premio, e la serata finale, sono stati dedicati al professore universitario e studioso campano Vincenzo Del Gaudio, la cui notizia della tragica morte è arrivata proprio a poche ore dal momento conclusivo dei due giorni.
In apertura, sabato 5, spazio ad un talk fra Rete Critica, la Direzione Artistica del Teatro Bellini, la Bellini Teatro Factory e alcuni fra gli operatori teatrali campani, sul tema della formazione ai mestieri dello spettacolo e dell’ingresso nel circuito professionale. Una occasione per riflettere su opportunità e criticità di un sistema che deve fare anche i conti con un contesto in continua evoluzione, il talk ha permesso anche di conoscere percorsi virtuosi di formazione e avvicinamento teatrale rivolti non solo a futuri artisti ma a spettatori consapevoli, giovani, studenti. A concludere la giornata invece, nel ridotto del Bellini, lo spettacolo Ardore di Annalisa D’Amato, una delle produzioni nate nell’ambito della Bellini Teatro Factory che ha aperto la stagione del Piccolo Bellini, a cura di Roberta, Gabriele e Daniele Russo.

La giornata di ieri è stata invece dedicata ai tre finalisti. Prima Carrozzerie | n.o.t, centro culturale diretto da Maura Teofili e Francesco Montagna, in un incontro aperto al pubblico ha raccontato la storia e le attività dello spazio multidisciplinare romano che da sin dall’apertura si pone come interfaccia delle nuove generazioni teatrali, creando progettualità e percorsi che guardano alla danza, al teatro, alle arti performative in maniera inclusiva e partecipativa, all’interno di una realtà urbana complessa come quella romana, fra produzioni, laboratori, spettacoli.

Nel ridotto del Bellini Niccolò Fettarappa Sandri ha poi portato in scena il suo “Apocalisse Tascabile”, con in scena lo stesso Fettarappa e Lorenzo Guerrieri. Un atto unico che guarda con ironia, comicità, battute taglienti e situazioni improbabili ad una fine del mondo vissuta e attraversata da giovani, under 30, esclusi da un mercato omologante e settoriale e totalmente immersi in un tempo di slogan vuoti e ripetitivi.

La Scuola di lingua e cultura italiana – Comunità di Sant’Egidio di via San Nicola a Nilo, ha invece ospitato lo spettacolo “Eracle, l’invisibile”, regia di Gianpiero Borgia, secondo capitolo della trilogia “La Città dei Miti” del Teatro dei Borgia: un rito collettivo denso, che affonda le radici in una delle fatiche del nostro tempo, che spesso si consuma nell’ombra. La decadenza di una esistenza prima “normale” che poi si scontra con incidenti di percorso che ne stravolgono presente e futuro: le fatiche di Eracle sono quelle di un padre, marito, professionista che vede la vita sgretolarsi davanti a sé.

Prima della premiazione, lo spettacolo-evento in questi giorni in programmazione al Teatro Bellini, “La Cupa Fabbula di un omo che divinne un albero”, versi, canti, drammaturgia e regia di Mimmo Borrelli, in scena insieme ad un gruppo di attori intensi e affiatati per uno spettacolo a comporre un rito arcaico fatto di parola, suono, gesto, per una commistione intima e densa di temi e significati.

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