Teatro i e Royal Court raccontano Caryl Churchill

Caryl Churchill
Caryl Churchill
Caryl Churchill (photo: royalcourttheatre.com)

Il settantesimo compleanno dell’autrice inglese Caryl Churchill; l’apertura alle nuove drammaturgie; un ponte verso l’Inghilterra: l’evento che Teatro i, in partnership con il Royal Court Theatre di Londra e l’Università di Milano, ha ospitato a fine gennaio è stato una straordinaria occasione per favorire l’incontro del pubblico italiano non solo con una delle più rappresentate e importanti drammaturghe d’Oltremanica, ma anche per stabilire un legame con una delle più prestigiose istituzioni culturali londinesi, il Royal Court Theatre appunto.

Lo spunto è arrivato, a settembre 2008, dalla richiesta fatta dal teatro inglese a dieci autori di spicco della drammaturgia internazionale di curare la lettura scenica di un testo di Caryl Churchill. Grazie ad una straordinaria collaborazione, Teatro i ha potuto ospitare due di queste letture (“Light Shining in Buckinghamshire” diretta da Mark Ravenhill e “A Number” diretta da Joe Penhall), mentre Renzo Martinelli ha curato la lettura di “Top Girls”.

La settimana di studio ed approfondimento si è conclusa il 31 gennaio con un seminario di cui oggi vi proponiamo alcuni estratti.
Un’occasione per far conoscere la Churchill che, fin dalla sua prima opera nel 1972, “Owners”, ha rielaborato la forma teatrale in modo creativo e sorprendente: diversi secoli, generi ed etnie, mescolati in scritture sceniche che mettono insieme reale e surreale, conosciuto e sconosciuto. La sua contemporaneità, il suo raccontare il presente scandagliandolo da ogni punto di vista, è una costante sfida per registi e interpreti, sia per il suo sguardo prima di tutto politico, sia perchè riesce a portare in scena i desideri di chi è meno in grado di realizzarli, cogliendo i mutamenti della contemporaneità, trasfigurandone il senso al di là del contingente storico, grazie ad un linguaggio di una attualità senza tempo.

Così anche Teatro i, attento alle nuove drammaturgie e da sempre interessato alla scrittura femminile, ha deciso di dedicare all’opera di questa autrice, rappresentata sui palchi internazionali ma ancora poco frequente su quelli italiani, una settimana di studio che ha visto un’incredibile partecipazione di pubblico.
Da Raffaella Boscolo a Sabrina Colle, dalla padrona di casa Federica Fracassi a Laura Pasetti, Elena Russo Arman, Irene Valota, Debora Virello, diverse sono state le interpreti che si sono prestate all’iniziativa. Ma l’eccezionalità è venuta proprio dal confronto diretto con gli interpreti inglesi: da Lyndsey Turner e Joe Penhall a Mark Ravenhill.

Nella giornata a cui le nostre immagini si riferiscono, Diane Borger, general manager del Royal Court Theatre e gli interpreti inglesi, assistiti da Ira Rubini, referente per il teatro di Radio Popolare, e Luca Scarlini, grande esperto di drammaturgia contemporanea internazionale (e britannica in particolare), hanno condiviso la loro esperienza con gli spettatori.

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