Un teatro per il XXI secolo: Ponte di Pino sullo spettacolo dal vivo ai tempi del digitale

Photo: olivieropdp.com|
Photo: olivieropdp.com|

I primi vent’anni del nuovo millennio sono racchiusi tra due crisi: l’11 settembre 2001, preceduto in Italia dai disordini del G8 di Genova, con la morte di Carlo Giuliani; e l’emergenza Covid 19, che da due anni sta causando nel mondo decessi, contagi e chiusure.
E il teatro come si colloca in questo ventennio? Ha saputo porre la propria lente su fatti, persone, eventi, oppure si è defilato, cercando l’evasione, il rifugio nel passato o la deriva verso il futuro, magari il mito dell’arte per l’arte?

A chi si chiedesse come il teatro abbia interagito con questo scorcio temporale segnato dal dilagare del web e dei social, è consigliatissima la lettura del saggio “Un teatro per il XXI secolo. Lo spettacolo dal vivo ai tempi del digitale”, scritto da Oliviero Ponte di Pino e pubblicato da Franco Angeli (Milano 2021, pp. 192, euro 22). Un libro agile, elaborato di getto esattamente un anno fa, tra il 20 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021. Era il nostro primo Natale in lockdown. In un momento in cui non c’erano i vaccini, il coronavirus galoppava, i luoghi della cultura erano chiusi e internet riempiva vuoti relazionali e di memoria.

Adesso tanti italiani sono vaccinati e i teatri sono aperti come cinema, musei e biblioteche. Ma il diffondersi della variante Omicron fa paventare nuove chiusure. L’arte torna in bilico, e prova a elaborare nuove prove di resistenza.

Oliviero Ponte di Pino, scrittore, docente, giornalista, conduttore su Raitre di “Piazza Verdi” (un cult per i teatrofili) curatore di BookCity Milano e dello spazio multifunzionale Bolzano29, commenta il nuovo secolo da un osservatorio privilegiato: la città di Milano e il sito ateatro.it, da lui fondato il 14 gennaio 2001, esattamente il giorno prima della nascita di Wikipedia.

Quattro lustri sono un lasso di tempo breve se si considera la storia plurimillenaria del teatro. Eppure una piccola rivoluzione è avvenuta negli ultimi anni. Lo spettacolo dal vivo, che già nel Novecento violava la quarta parete con la sperimentazione e le avanguardie, ormai ha squarciato lo spazio sacro delle sale. Trova nuove collocazioni itineranti, nella natura o negli spazi urbani, nelle mense per poveri o persino negli autobus (si pensi al progetto “Città dei Miti” di Teatro dei Borgia). Prevede nuove forme di partecipazione dello spettatore. La pandemia ha sdoganato il web. Diversi spettacoli interessanti sono stati creati nei mesi scorsi appositamente per un format online.

Emergono in questo volume tre focalizzazioni: quella dei lavori teatrali che più di tutti gli altri «hanno segnato un’innovazione, l’apertura di una prospettiva inedita, l’emergere di un nuovo talento»; quella degli eventi storici e culturali che hanno avuto una ricaduta sul mondo dello spettacolo dal vivo; quella di Ateatro, che ha seguito l’evoluzione del sistema teatro rilevandone criticità e fragilità, emerse in modo parossistico con il deflagrare della pandemia.
Non manca, a corredo di questo lavoro che è un compendio di storia del teatro del nuovo millennio (con puntuali e mirati flashback nel passato più o meno recente), un succinto apparato bibliografico. Ma sono le novità culturali in pillole a caratterizzare questo saggio, articolato in paragrafi incisivi e dalla scrittura scorrevole.
La storia di un ventennio. Il ruolo dell’autore sta nel valutare quanto il teatro faccia da specchio alla realtà. E il libro, che non ha pretese esaustive, diventa organon sociologico.

“Un teatro per il XXI secolo” resta una sintesi autorevole di vent’anni di teatro. Lambisce opere significative di autori ormai accreditati sulla scena italiana e internazionale (da Emma Dante ai Rimini Protokoll, da Armando Punzo a Latella, dagli Anagoor a Marina Abramovic fino a Peter Stein, Castellucci e Milo Rau). Segue anche il percorso di artisti semisconosciuti agli albori del nuovo millennio, e ora consolidati allo sguardo di critica e spettatori (si pensi ai lavori di Timpano/Frosini o Giuliano Scarpinato, a “La merda” di Cristian Ceresoli, alla “Tournée da bar” di Davide Lorenzo Palla).
Attraverso l’arte scopriamo l’Italia che cambia. Ne cogliamo fragilità e punti di forza. Ne ripercorriamo varie iniziative culturali e organizzative. Stigmatizziamo le criticità di un Paese in cui i fondi del FUS vengono attribuiti da un algoritmo, e non sempre talento e creatività sono premiati dovutamente.
Oliviero Ponte di Pino fa da cicerone. Il suo è uno stile schietto da giornalista vecchia scuola, senza voli pindarici o esibizionismi nozionistici, difetti tipici di molti critici teatrali e operatori del settore.

Un libro agile. Uno sguardo retrospettivo che traguarda le nuove frontiere dell’arte. E il piacere per tanti artisti – pur in assenza di un indice dei nomi che avrebbe fatto comodo – di ritrovarsi nel saggio: quasi la consacrazione in una sorta di dizionario degli italiani che fanno (e sanno fare) teatro.

Oliviero Ponte di Pino
UN TEATRO PER IL XXI SECOLO
Lo spettacolo dal vivo ai tempi del digitale
Milano
Franco Angeli
2021
Pp. 192
€ 22,00

Acquista su IBS

0 replies on “Un teatro per il XXI secolo: Ponte di Pino sullo spettacolo dal vivo ai tempi del digitale”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *