“Care Amiche, Cari Amici abbiamo aspettato fino a un secondo fa, e non certo per pigrizia, a scrivere queste poche righe. Abbiamo immaginato di resistere a qualunque costo e con qualunque formula (festival a porte chiuse, trasformazione del festival in un convegno etc.) per evitare di bissare la comunicazione che gli amici della Baracca, che abbracciamo con particolare affetto, hanno fatto per Visioni [il festival Visioni di futuro, visioni di teatro avrebbe dovuto svolgersi a Bologna tra fine febbraio e inizio marzo, ndr].
Ma oggi ci dobbiamo arrendere, e siamo con questa a comunicarvi che contro ogni nostra volontà, davanti a una situazione normativa caotica e una condizione “ambientale” che si sta deteriorando a velocità siderale (chiusura praticamente della vita pubblica) non abbiamo più margini per abusare ulteriormente della vostra pazienza umana e professionale.
Non nascondiamo l’amarezza profonda nell’immaginare che resti sulla carta un programma che abbiamo costruito con molti di voi con interminabili messaggi e telefonate, incontri, viaggi, quintali di visionarietà e tanto ma tanto lavoro. Tutte cose che ciascuno di noi fa ogni giorno per affermare la dignità di un’area creativa che sperimenta come le arti della scena siano segni di dialogo concreto e necessario con le nuove generazioni nella società delle solitudini di massa.
Vi preghiamo di comprenderci e di voler comunque bene a un festival autoprodotto, senza rete e vivo grazie alla generosità, la sana pazzia e la testardaggine di tutti noi, care amiche e cari amici.
A prima possibile. Renzo e Vania”.
Abbiamo utilizzato questa email, arrivata da Renzo Boldrini e Vania Pucci della compagnia toscana Giallomare Minimal Teatro per annunciare l’annullamento del festival Teatro tra le Generazioni (che in marzo si tiene da diversi anni a Castelfiorentino), perché queste parole sintetizzano con efficacia la difficilissima situazione che sta vivendo anche il teatro ragazzi italiano (così come il teatro in genere e, ancora più ampio, tutto il settore della cultura) a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Una situazione che, al di là dei due festival cancellati, vede per chi lavora in questo settore migliaia di repliche annullate, scolastiche e domenicali, per la chiusura di scuole (a cui tra l’altro ben prima di oggi erano già state vietate le uscite) e ora anche di teatri, in mesi centralissimi di programmazione: una serie di blocchi a catena che stanno arrecando un danno economico incalcolabile alle finanze, già poco floride, di un settore così importante per la vita culturale italiana, una delle poche nel suo genere in Italia, che collega l’infanzia e l’adolescenza con gli aspetti culturali più importanti del nostro Paese.
Ma il difficilissimo momento che sta attraversando tutto il teatro italiano non viene sufficientemente sottolineato dai mass media, ritenuto forse un aspetto secondario del problema perché, come accade spesso, l’arte e il mestiere del teatro sono collegati a fattori non subitamente tangibili, e quindi non quantificabili come lavoro effettivo. Ancor di più, aggiungiamo noi, se legati all’infanzia, ambito da sempre ritenuto importante a parole, ma in realtà poco considerato.
Insomma, senza polemica alcuna, esiste una gerarchia economica che permette a ristoranti e bar di essere sempre aperti, ma non altrettanto per i teatri. Si tenga anche conto che, mentre il teatro serale deve fare i conti con un interlocutore solo, la sala teatrale, il teatro ragazzi deve interagire anche con la scuola, che ha esigenze proprie assai complesse e diversificate. E anche quando (e se), in questo anno scolastico, saranno ripristinate le libertà di accesso alle scuole, il poco tempo rimasto verrà utilizzato dagli insegnanti per la didattica e non certo per le uscite culturali.
Ora l’importante è che, terminato questo tragico periodo, vi sia un adeguato aiuto da parte degli enti proposti non solo per le grandi istituzioni teatrali, ma anche per le piccole compagnie che hanno subito disagi che potrebbero portarle addirittura alla chiusura. Fondamentale è che vi sia un reciproco aiuto da parte di tutti per ripartire con più slancio e onestà di prima, verso una migliore resa, in modo persino da poter prendere lezione positiva da quanto è successo.
Ricordiamo alcuni dei prossimi appuntamenti del teatro ragazzi italiano, a cominciare dal nuovo festival Contemporaneo futuro, che avrebbe dovuto tenersi a Roma dal 2 al 5 aprile. Tra aprile e maggio poi sono state programmate molte iniziative: Giocateatro a Torino, Segnali a Milano, Maggio all’Infanzia a Monopoli, In Box Verde a Siena. Mentre agli inizi di luglio si terrà a Bologna la finale del Premio Scenario Infanzia.
Come si vede una rete di iniziative che testimonia l’estrema vitalità di questo settore, e anche la qualità e la quantità di lavoro che da esso può derivare (attori, drammaturghi, tecnici, scenografi, organizzatori, programmatori, personale amministrativo) che non può e non deve essere mortificata ma valorizzata al pari di qualsiasi altra realtà lavorativa, perché tutto ciò che è legato al sapere è fondamentale per lo sviluppo dell’essere umano, messo così a dura prova da un’emergenza veramente unica nel suo genere nei tempi in cui viviamo.
Vorremmo terminare queste riflessioni con uno stralcio dell’appello inviato da Elena Scolari, giornalista e organizzatrice della compagnia lecchese Teatro Invito alla Regione Lombardia, che ben evidenziano le peculiarità di un teatro come quello rivolto all’infanzia che deve, nonostante tutto, continuare a esercitare nel migliore dei modi la sua fondamentale funzione sociale e culturale all’interno della società del nostro Paese.
“Non di sola economia si tratta, poi: per noi tutti è fondamentale e vitale ricordare che il teatro e i teatri sono luoghi di dialogo, di incontro, di confronto e di reciproco sostegno: chiudere spazi e centri vissuti dalla cittadinanza come una dimensione di pensiero non è solo un danno collaterale, significa impedire la possibilità di nutrire lo spirito, di fortificarsi grazie alle relazioni e di acquisire strumenti intellettuali ed emotivi per affrontare il mondo e tutti gli imprevisti, anche negativi, che possono presentarsi, come sta avvenendo ora.
Anche per questo il comparto Spettacolo deve essere tenuto in forte considerazione perché il nostro lavoro sarà uno strumento importantissimo per riprenderci quando l’emergenza sarà rientrata, in quanto motori di aggregazione, di vicinanza tra le persone e di senso della comunità”.