La non-stagione di Roberto Latini chiude con i Maestri. E poi?

Roberto Latini in 'Noosfera Lucignolo'
Roberto Latini in 'Noosfera Lucignolo'
Roberto Latini in ‘Noosfera Lucignolo’ (photo: fortebraccioteatro.com)

Non si tratta di un errore. La stagione 2010/2011 è stata di fatto una non-stagione per il Teatro San Martino di Bologna, uno degli storici teatri bolognesi gestito dalla compagnia Libero  Fortebraccio Teatro sotto la direzione artistica di Roberto Latini.
L’annuncio era già stato fatto in ottobre: la compagnia aveva dichiarato la sospensione della programmazione in seguito a difficoltà di gestione della struttura. Ossia, detto senza mezzi termini, la mancanza di fondi (economici) per progettare una stagione e proseguire la politica di ospitalità che ha caratterizzato la gestione triennale di Latini.
Nessuno scalpore, nessun tipo di rivendicazione politica, semplicemente la constatazione di un’impossibilità ad andare avanti.

Così, dopo un silenzio lungo una stagione, Roberto Latini e l’assessore alla cultura dell’Emilia Romagna Massimo Mezzetti hanno presentato il penultimo appuntamento di una serie mancata. Si tratta della seconda edizione di “Maestri”, progetto che vede protagonisti registi e personalità di teatro in una serie di giornate aperte al pubblico.

Il titolo del progetto è piuttosto significativo: si tratta di una lezione, un incontro completamente gestito dall’ospite scelto, il maestro appunto, che decide la struttura dell’evento e la modalità di coinvolgimento del pubblico.
Ospiti dell’anno scorso erano stati Peter Stein, Chiara Guidi, Romeo Castellucci e Luca Ronconi, con esiti diversi: dalla lezione-laboratorio di Chiara Guidi sulla voce, che aveva coinvolto il pubblico in una serie di esperimenti vocali, fino alla lezione di Peter Stein sulla tragedia greca.

Poche le anticipazioni sugli incontri di quest’anno. La scelta dei protagonisti, però, già racconta di esperienze che, pur diverse fra loro, sono significative della scena contemporanea.
Il ciclo di incontri si apre lunedì 9 maggio con Marco Martinelli, storico fondatore e regista del Teatro delle Albe; a seguire, il 10 maggio sarà la volta di Giorgio Barberio Corsetti che ha alle spalle una ricerca di lunga data sulla drammaturgia del video in teatro. L’11 maggio tocca ad Armando Punzo, regista della Compagnia della Fortezza e simbolo in Italia dell’esperienza del teatro in carcere. L’ultimo incontro sarà il 12 maggio con Mario Martone, che dalla fine degli anni’70 si muove con successo in ambito pluridisciplinare, tra musica, cinema, teatro e arte.

Insomma, lo spirito di iniziativa non manca, anche perché a seguire, a fine maggio, ci saranno le repliche di “Noosfera Lucignolo”, l’ultimo lavoro della compagnia Libero Fortebraccio Teatro, in scena al San Martino dal 18 al 28 maggio.

L’incertezza semmai è sul futuro dello spazio, che ancora deve vedere confermata la programmazione estiva nel chiostro. L’intervento dell’assessore Mezzetti è stato chiaro: pur essendoci una precisa intenzione da parte della Regione di promuovere e sostenere una realtà significativa per Bologna come quella del San Martino, appare chiara la necessità di un investimento da parte dell’amministrazione comunale. Dopo quasi un anno di commissariamento, le elezioni di metà maggio rappresentano l’occasione per ovviare al vuoto amministrativo che ha contribuito a generare una situazione caotica e mal distribuita nell’offerta culturale bolognese, soprattutto dal punto di vista teatrale.
Non è solo un problema politico, però: alla mancanza di una visione di ampio respiro, che privilegia eventi straordinari piuttosto che consolidare il patrimonio culturale esistente, si affianca una scarsa organizzazione e concertazione dei soggetti interessati.
Vale a dire che le scarse risorse a disposizione tendono a disperdersi piuttosto che a concentrarsi in direzione di un’offerta culturale ben distribuita a livello di spazio e tempo.
Da qui il curioso calendario culturale a singhiozzo bolognese, che alterna momenti di scelte all’ultimo respiro (più appuntamenti condensati nell’arco di poco tempo), a momenti di deserto assoluto.

Da prospettive differenti e comunque complementari, Mezzetti e Latini hanno analizzato la situazione senza mettere in atto una caccia al colpevole e senza cadere in un eccesso di vittimismo: lo stallo c’è e non riguarda solo il Teatro San Martino o Bologna, dove si ascolta l’eco di una situazione più generale. Limitarsi a constatarlo però porta a poco. Accanto alla denuncia si rende necessaria un’iniziativa che, secondo Latini, “è nel confronto disarmato dalle proprie singole convenienze e rivolto alla pluralità delle proposte”.

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