La Cosa 1. Teatro Sotterraneo nella frenesia del contemporaneo

La Cosa 1
La Cosa 1
La Cosa 1 (photo: alessandrocorio.com)

Sono già sul boccascena, sono in quattro e indossano tute da ginnastica high-tech. Sono una via di mezzo fra sportivi e supereroi.
Il pubblico entra in sala e prende posto. ‘Loro’ vanno via uscendo dalla scena ma lasciando i microfoni accesi. Inizia così “La Cosa 1”, spettacolo della compagnia fiorentina Teatro Sotterraneo, co-prodotto da Fies Factory One, l’interessante esperimento produttivo e di residenza promosso dal festival Drodesera Centrale Fies di Dro.

Si capisce da subito che non assisteremo alla messa in scena di uno spettacolo eccessivamente concettuale o cerebrale: con le armi dell’ironia, dell’interazione col pubblico, dell’autocelebrazione, proponendo scene semplici ma ben architettate, Teatro Sotterraneo, dopo un’introduzione sulle note dei Carmina Burana cantati “a cappella”, ci fa ridere delle situazioni umane, ma anche dei nostri dubbi (“mi dica un numero da 1 a 10” chiede un attore allo spettatore, senza mai spiegarne il motivo).

Il loro è un teatro fisico: la scena è spoglia tranne che per pochi oggetti; tutto si concentra sull’azione e sul fare. È un teatro che prende le distanze dalle compagnie di ricerca formatesi negli anni Novanta per affiancarsi ad altre interessanti e nuove realtà come Babilonia Teatro e gli Omini. È il teatro del Duemila, costretto a vivere con pochi fondi e quindi ad inventarsi linguaggi semplici e diretti. I Sotterraneo riescono a centrare l’obiettivo. Si ride, si ride molto e si riflette. Ci si immedesima e ci si emoziona.

Ma c’è di più, a conferma della loro espressione di un teatro fisico d’impatto e senza fronzoli, questi quattro individui corrono e sudano per tutto lo spettacolo, e correndo si stancano davvero, e sudando avviene una catarsi che fa rendere più forti i loro messaggi.

Questa corsa continua, ossessiva, arriva diretta allo spettatore. I Sotterraneo ne fanno una bandiera, quella della frenesia della vita contemporanea, incapace di soffermarsi, riflettere e fare una pausa. Incapace di comunicare e di amare, come si nota nella scenetta della dichiarazione sulla panchina del giardino.

La corsa è la parabola della vita ma anche e sopratutto del teatro, della storia di una giovane compagnia che ha idee innovative, è radicale nel proporsi e si autoproclama come un collettivo teatrale senza capi e senza gerarchie, secondo la logica del “fare tutto insieme”, della condivisione: sullo stile delle cooperative anni Settanta che, dai Novanta, stanno sulle poltrone che contano di questo nostro teatro.

Questi cinque giovani non ancora trentenni (c’è anche un dramaturg che non entra in scena) da quattro anni girano l’Italia in lungo e in largo, corrono e sudano la loro voglia di teatro, le loro doti e capacità drammaturgiche e performative. Tutto in fretta, senza sosta, da Volterra a Dro, da Roma a Milano, rinnovandosi sempre, mettendosi in gioco, costretti forse a mettere da parte, talvolta, le rispettive storie personali. Il risultato è davanti ai nostri occhi: una compagnia che sta crescendo velocemente così come l’abbiamo vista correre in scena, incanalando uno dopo l’altro spettacoli e gettandosi alle spalle i sacrifici di una realtà teatrale precaria, quella del giovane teatro di ricerca.

Ma tutto questo correre porterà a qualcosa? La risposta di Teatro Sotterraneo s’intuisce grazie a un buffo tricheco che entra in scena per il finale. Trasmette una voce registrata, simile ai giochi fatti col pubblico poco prima. La domanda è: “Se tornaste indietro, lo rifareste? Sì? No?”. La risposta viene inghiottita dal buio; e mentre le menti si dividono prese dal dubbio, gli attori – esausti – tornano a prendersi la loro meritata dose di applausi.
Il pubblico del Teatro Guanella di Milano mostra di aver gradito. I Fantastici Quattro (o Gli Incredibili?) possono finalmente andare sotto la doccia.

La Cosa 1
creazione collettiva Teatro Sotterraneo
in scena: Iacopo Braca, Sara Bonaventura, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
elaborazione drammaturgica: Daniele Villa
disegno luci: Roberto Cafaggini
costumi: Lydia Sonderegger
produzione: Teatro Sotterraneo/Fies Factory One
durata: 1h
applausi del pubblico: 1’ 37’’

Visto a Milano, Teatro Guanella, il 24 gennaio

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  1. says: Riccardo

    Grazie, sarebbe bello in effetti sentirsi “scena”, noi Omini, Babilonia, i Sotterraneo… ma anche Emmeà Teatro, Timpano, Cosentino ecc…ecc… ne avremmo bisogno noi per primi! E articoli come questo aiutano.

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