La Tetralogia di Wagner secondo Metha e Fura dels Baus. In mostra agli Uffizi

Crepuscolo degli Dei

Crepuscolo degli DeiFino al 31 maggio è in corso alla chiesa San Pier Scherraggio della Galleria degli Uffizi di Firenze la mostra Ring/Fura 4.0 ideata dallo storico dell’arte Moreno Bucci.
Il Ring wagneriano, composto dai quattro episodi L’oro del Reno, La Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli Dei, ha appena concluso al Teatro Comunale di Firenze il progetto iniziato nel 2005. Quindici minuti di applausi hanno coronato, lo scorso aprile, la serata inaugurale del 72° Maggio Musicale Fiorentino per la prima de “Il crepuscolo degli dei“, sotto la guida musicale di Zubin Mehta. Lo spettacolo è stato ideato dal gruppo catalano della Fura dels Baus, negli ultimi mesi in tournée in Italia con “Boris Godunov“.

Il connubio tra Wagner, Zubin Mehta, l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e La Fura dels Baus ha toccato apici di assoluta eccellenza, tanto che la tetralogia è ora diventata una mostra. Progetti, bozzetti, schizzi, costumi fantascientifici, macchine di scena e illuminanti proiezioni ripercorrono, nella chiesa San Pier Scherraggio, la spettacolare versione della Tetralogia di Wagner che ha conquistato praticamente tutti. La messinscena ha infatti inchiodato gli spettatori alle proprie poltrone e tutti, inevitabilmente, hanno capito cosa stava accadendo sul palcoscenico sebbene l’opera fosse cantata in una lingua straniera. Una comprensione resa possibile dall’imponente scenografia, dalle spettacolari coreografie, e da un mix di altissima tecnologia, proiezioni e sofisticati macchinari.

E’ in un luogo molto particolare e denso di fascino, una piccola basilica all’interno degli Uffizi che vide la presenza di Dante Alighieri, che la mostra vuole ripercorrere quei momenti entusiasmanti di musica e spettacolo.
Proprio all’entrata della chiesa troneggiano, accanto agli affreschi rinascimentali di Andrea del Castagno raffiguranti uomini e donne illustri dipinti fra il 1449 e il 1450, i due Giganti metallici Fafner e Fasolt, alti circa tre metri, che contengono al loro interno due enormi schermi sui quali viene proiettata l’opera con coreografie e piramidi umane davanti a cieli stellati in movimento proiettati sullo sfondo. Nelle teche ritroviamo poi disegni e schizzi delle coreografie viste sullo schermo, la piramide umana, il pendolo composto da un nugolo di corpi umani. Ed ecco svelato anche il trucco dell’anello di Brunilde dal quale, grazie a un perimetro esterno dove i conduttori di gas permettono l’ accensione del fuoco, divampano fiamme alte e soprattutto vere.  Anche l’acqua scorre in modo spettacolare a ricreare il Reno.

All’interno della mostra trovano spazio anche futuristici costumi di scena che tanto ricordano lo stile “Star Wars”. Attraversando un ponte che passa tra la Battaglia di San Martino di Corrado Cagli e la Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio di Renato Guttuso, dalla cripta ecco apparire, circondato da una luce rossa, il Drago, posizionato all’interno dell’abside dell’antica chiesa, davanti all’Annunciazione di Sandro Botticelli.
Draghi e robot si mescolando dunque ad angeli e Madonne; la mitologia germanica si fonde con la religione cristiana, in una interessante mostra che unisce musica, teatro ed arte.

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