The nest di Dellavalle/Petris. Ecologia, azioni individuali e conseguenze collettive

The nest (photo: Andrea Macchia)
The nest (photo: Andrea Macchia)

Hanno fatto il loro ingresso sul palcoscenico del Teatro Astra di Torino alcune fra le tematiche che vanno per la maggiore nella nostra epoca: la tutela dell’ambiente, le sciagure ecologiche, il rapporto tra consumo e responsabilità individuale. A portarle in scena, il duo artistico Thea Dellavalle e Irene Petris che ha debuttato in prima nazionale con lo spettacolo “The Nest – Il Nido”, secondo titolo della programmazione autunnale della Fondazione TPE – Torino Piemonte Europa.

Liberamente tratto dall’opera del drammaturgo tedesco Franz Xaver Kroetz, autore contemporaneo prolifico tra i più quotati in Germania, lo spettacolo, interpretato da Irene Petris e Luca Mammoli, diretti da Thea Dellavalle, è la prima rappresentazione italiana di “Das Nest”, manifesto critico della società tedesca del secondo dopoguerra. Scritto nel 1975, colpisce per l’estrema attualità, con la sua carica di denuncia, audacia e impegno civile/politico che investe diversi piani del reale con una forza quanto mai efficace.

Rappresentato nel 2016 in Inghilterra, nella traduzione e nell’adattamento di Conor McPherson, con la regia di Ian Rickson e le musiche di PJ Harvey, l’edizione nostrana è stata realizzata grazie al sostegno di TPE e di ERT ed è destinata a vivere una tournée che la traghetterà verso le maggiori piazze di tutta Italia.

La storia è ambientata all’interno di un contesto piuttosto anonimo in cui si esaurisce il dramma di una giovane coppia, Kurt e Martha, in attesa del primo figlio. Tante le ansie e le paure che si trascina dietro il desiderio di metter su famiglia, troppe le spese da affrontare per il grande evento. Ma Kurt non si perde d’animo e, per incrementare i modesti introiti familiari da camionista e raggiungere un tenore di vita adeguato al modello di benessere proposto dalla società, si impegna a svolgere alcuni lavori extra per il suo capo, come versare di nascosto il contenuto misterioso di un’autocisterna nelle acque di un laghetto vicino casa. Un’azione compiuta in maniera totalmente inconsapevole ma che gli costerà davvero cara. Tant’è che, di lì a breve, il figlio verrà ricoverato d’urgenza in ospedale e rischierà di morire a causa delle ustioni provocate dalle acque contaminate dello stesso lago, dove la mamma Martha lo porta a fare un bagno.
Esplode a questo punto la disperazione di Kurt, e la stabilità della coppia va in frantumi.
“La pièce – si legge nella presentazione – appare come una sorta di apologo in cui le conseguenze delle nostre azioni e della ricerca di un benessere che non si pone domande, si ripercuotono direttamente e tragicamente sul nido che si voleva proteggere. Una reazione a catena imprevedibile ed estrema che rende diretta la relazione, spesso sfumata nella narrazione della nostra società, tra azioni individuali e conseguenze collettive”.
Percorrendo questa traiettoria, si assiste alla deviazione del dramma da una dimensione intima e familiare a una riflessione più ampia sulla responsabilità individuale e sulla possibilità di essere e sentirsi collettività, su come far fronte ai condizionamenti sociali che attanagliano le nostre esistenze. E così sul palco la questione ecologica diventa materia contingente.

Riuscita l’operazione compiuta dalle due curatrici, che hanno maneggiato la complessità del testo originale trasformandolo in un contenitore sulla contemporaneità attraverso un processo creativo partecipato. A partire infatti da maggio 2021 sono state realizzate e raccolte una serie di video-interviste a giovani coppie che si sono confrontate su alcuni temi del presente: lavoro, famiglia, futuro, aspettative, consumo, società. Scampoli di storie umane, immagini-specchio del difficile rapporto fra uomo e tecnologia, economia e ambiente, affiancano le azioni e i dialoghi dei due interpreti, in una sorta di rimando o contrappunto a quello che stanno vivendo in scena. Ed è così che Dellavalle/Petris hanno miscelato fiction e normalità, drammaturgia e lingua parlata, reale e rappresentato, per creare un cortocircuito con il testo originale.

L’apparato scenico, di grande impatto visivo, segue la stessa onda green dell’intero progetto. Grazie al contributo del torinese Mercato Centrale, le realtà circolari che gravitano attorno alla community hanno messo a disposizione scarti aziendali ed esuberi di vario genere: tappi di plastica, cavi elettrici, bottigliette, scatole di cartone, tessuti e oggetti misti sono stati recuperati e valorizzati per rivivere sul palcoscenico come parte integrante della scenografia.

Buono anche il lavoro sulle atmosfere, che restituisce idealmente quella sensazione di nido appunto, sinonimo di casa, famiglia, comfort zone a cui siamo più o meno abituati. Garbata la recitazione di Petris e Mammoli, che vestono i panni di due personaggi dimessi, sommessi, rassegnati nell’essere costretti a fare continuamente i conti con il budget a loro disposizione, salvo poi mostrare qualche guizzo più incisivo nel momento in cui si scatena il dramma. L’intonazione vira allora verso registri più forti, concitati, quasi isterici nel caso di Martha, sostenuta da emozioni intense che permettono di abbandonare la pacatezza e la lentezza precedenti.

Uno spettacolo in cui tutti gli elementi messi in campo vengono declinati con cura per tentare di trasmettere una visione del mondo più consapevole.

THE NEST – IL NIDO
Da Franz Xaver Kroetz
Progetto DELLAVALLE/PETRIS
Traduzione e adattamento Thea Dellavalle e Irene Petris
Regia Thea Dellavalle
Con Luca Mammoli, Irene Petris
Scena Ronni Bernardi
Musiche Paolo Spaccamonti
Video Daniele Salaris
Suono Fabio Cinicola
Luci Umberto Camponeschi
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Mercato Circolare

durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 4′

Visto a Torino, Teatro Astra, il 21 settembre 2021
Prima nazionale

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