Convincono il debutto di “Hotel Borges” della Piccola Compagnia della Magnolia e CapoTrave con “Le volpi”
Aleggia su tutta la cittadina di Todi la presenza di Patrizia Cavalli, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 21 giugno 2022 a Roma. Il festival la omaggia mettendo in cartellone, come spettacolo inaugurale, “Vita Meravigliosa”, con Iaia Forte e Diana Tejera, titolo preso a prestito dall’omonima ultima silloge della poetessa.
Tra l’altro in questi giorni è nelle sale “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, il film documentario a lei dedicato prodotto da Fandango, con la regia di Annalena Benini e Francesco Piccolo, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Noi arriviamo al Todi Festival in un caldo pomeriggio di inizio settembre, ultimo fine settimana di festival, per assistere ai lavori di due compagnie italiane: “Hotel Borges”, prima nazionale della Piccola Compagnia della Magnolia, e “Le volpi” di CapoTrave, spettacolo che aveva debuttato a giugno in anteprima nazionale ad Asti.
Sono due lavori diversi e distanti sotto molti punti di vista, ma li accomuna senz’altro una certa felicità per quel che riguarda l’esito scenico. Si tratta di due lavori godibili, affiancati in un solo giorno. Mica cosa da poco.
Da un lato la gran prova d’attore di Davide Giglio in “Hotel Borges” che, in uno spettacolo onirico, lirico e sognante, si misura felicemente tra gli altri con la figura di Ettore Petrolini, dimostrando coraggio e capacità di rischiare.
Dall’altro il lavoro andato in scena al Teatro Comunale – grande sfoggio di gioielli, orologi, tacchi, borse, colori e grandi svolazzamenti di abiti e di dame – che presenta una storia molto italiana, caratterizzata da quel familismo amorale, si direbbe nel linguaggio della sociologia, che pervade tutti gli ambienti che ci circondano, compreso anche il teatro.
“Hotel Borges”, ultima creazione firmata Magnolia, è un lavoro compatto, agile e che non lascia quasi un attimo di respiro. È uno spettacolo in cui si chiede molto al protagonista, anche a livello fisico. E certo Davide Giglio non si tira indietro. La definizione di spettacolo “dadaista” che ne dà Giorgia Cerruti è assai azzeccata.
L’ispirazione è nata tornando a Borges, scrive, al suo realismo magico e alla sua capacità di tenere assieme tante cose. Lo stesso fa la sua scrittura, gettando dentro, oltre allo scrittore argentino, Cocteau, Petrolini, Sgorbani, Fellini e Arrabal. E se veniamo dapprima spiazzati, quasi frastornati, è in parte confortante quando, alla fine, Giglio interpreta con grande talento “Fortunello” di Petrolini.
Tuttavia il disegno d’insieme che non “conforta” lo spettatore, il quale vorrebbe sempre sapere tutto e tutto capire, diviene il vero punto di forza di questo lavoro.
Protagonista dello spettacolo è Fortunello, ragazzo che vive in una specie di cantina e insegue il sogno di diventare da grande un portiere d’albergo. Egli ci racconta le sue giornate e i suoi sogni. Ha una pietra d’oro contenente tutto il cosmo nella testa ma, proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno, vorrebbero portarlo fuori dalla cantina per estrarla.
La scarna trama, in realtà, è attraversata da continue intersezioni di racconti, sogni, sensazioni, allucinazioni e scarti, che sono il vero perno dello spettacolo: “Un capriccio nonsense, ironico e doloroso, immerso in un realismo magico un po’ anarchico e a briglie sciolte.[…] che non vuol raccontare niente”, come scrive la stessa Cerruti.
Abbandonarsi al flusso di pensieri, parole e improvvise discese anarchiche nel quotidiano che ci circonda è forse il miglior modo per godere appieno di questo lavoro, che dapprima ci disorienta ma che poi finisce col ripagarci, fino a riemergere nelle nostre menti a poco a poco nei giorni seguenti, come certi oggetti restituiti dal mare dopo una libecciata.
Per quanto riguarda la struttura drammaturgica, “Le volpi” è invece costruito – potremmo dire – in maniera completamente opposta. La scrittura di Lucia Franchi e Luca Ricci niente ha di dadaista od onirico, anzi è ben ancorata al reale e disegna un testo felice, equilibrato e che, soprattutto, va a colpire dove vuole colpire andando a stanare le volpi che si nascondono dentro di noi, pronte a uscire quando serve, soprattutto se si tratta di dare una mano a parenti e amici.
Così come avviene nella provincia italiana, vera protagonista della pièce. In questo, il lavoro è sorretto dagli attori (Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni), perfetti nelle parti a loro assegnate, così come felice è la scenografia dello stesso Ricci.
Anche questo è certamente un lavoro godibile, veloce e compatto, in cui l’architettura drammaturgica è studiata in ogni minima parte, senza una sbavatura. Ci racconta di una domenica pomeriggio estiva dove, davanti a un caffè, si incontrano per sistemare alcune problematiche un sindaco (Colangeli), una dirigente Asl (Attili) e la di lei figlia (Merloni), che dopo una lunga esperienza all’estero è rientrata al paesello natio e si arrangia con laboratori di arte e iniziative varie, che certo non garantiscono la famosa “stabilità economica”.
Dall’incontro domenicale, tra caffè e biscottini vegani trangugiati a profusione, usciranno tutti con il proprio tornaconto, anche la figlia “dura e pura” che tanto tuonava contro certi costumi. Si accorgerà infatti che gli stessi, addosso a lei, calzano benissimo, addirittura meglio di come sperasse.
HOTEL BORGES
Piccola Compagnia della Magnolia
Scrittura e regia Giorgia Cerruti
con Davide Giglio
durata: 50′
applausi del pubblico: 2′
Visto al Todi OFF il 2 settembre 2023
Prima nazionale
LE VOLPI
uno spettacolo di Lucia Franchi, Luca Ricci
con Antonella Attili, Giorgio Colangeli, Luisa Merloni
costumi Marina Schindler
suono Michele Boreggi, Lorenzo Danesin
luci Stefan Schweitzer
scena e regia Luca Ricci
produzione Infinito SRL
durata: 1h 05′
applausi del pubblico: 3′
Visto al Todi Festival il 2 settembre 2023