L’ultimo documentario di Massimiliano Pacifico su e con Toni Servillo sta girando in questi giorni in Italia, dopo esser stato presentato il 22 di gennaio al Teatro Verdi di Pisa, in collaborazione con il Cinema Arsenale.
“Il Teatro al Lavoro”, pellicola del 2018, va a documentare in profondità la professionalità dell’attore che affronta il personaggio e diventa personaggio che interpreta.
Il documentario racconta il mestiere e la maestria di Toni Servillo attraverso le riprese della creazione di “Elvira” che Brigitte Jaques ha tratto dalle lezioni di Louis Jouvet. Le riprese partono dalle prove durante la Biennale di Venezia 2016 diretta da Àlex Rigola, per poi toccare il Théâtre Athenée di Parigi fino all’allestimento al Teatro Bellini di Napoli e il debutto al Piccolo Teatro Grassi di Milano.
Un documentario di grande interesse, ben realizzato e profondo, quasi pedagogico, sul lavoro dell’attore. Un racconto in cui il regista lascia spazio agli attori, alle loro considerazioni, spesso da punti di vista nascosti, quasi spiando le prove, gli applausi, i loro stati d’animo, i commenti per le calli di Venezia. Molte inquadrature a mano, a volte invasive ma che rendono una compresenza, anche noi uditori al tavolo, un tavolo considerato da Servillo la prima parte del lavoro, la più importante: “Poi ci alzeremo in piedi a fare i buffoni”, scherza.
Ci viene mostrato come lavora l’attore Toni Servillo, come si approccia e affronta un testo, come immagina di restituirlo.
Particolarmente interessante come il rapporto tra attore e personaggio si intrecci, si confonda: il Servillo attore interpreta il ruolo di Jouvet che insegna agli attori come interpretare i ruoli in “Elvira”; ma allo stesso tempo Servillo è anche il maestro che insegna a giovani attori come interpretare i personaggi dello spettacolo. Una stratificazione di ruoli e di rimandi che non si dipana mai; ma poco importa, il messaggio arriva a noi e agli attori, ed è efficace.
Massimiliano Pacifico non si impone con la sua regia, ma restituisce con delicatezza e rispetto l’onestà di un dietro le quinte, di un lavoro fatto di prove, di confronto, di una professionalità che, come afferma l’attore di Afragola, non è solo talento ma studio, impegno, come esprime correttamente il titolo.
Non è solo artigianalità ma un’arte che lavora nelle coscienze degli attori e nelle coscienze degli spettatori. E il fatto che sia considerata un’arte è necessario per costruire un teatro che può andare in direzioni diverse anche al di là dei classici che Servillo cita durante l’incontro, riservandosi qualche perplessità quando si tratta di altri linguaggi di ricerca, che spesso portano solo all’autoreferenzialità dell’artista perdendo l’occasione di essere comunicazione pubblica.
Toni Servillo non è in scena, l’attore incontrerà il pubblico solo alla fine della proiezione, ma il teatro diventa luogo privilegiato per una proiezione come questa. Il teatro è pieno ma “Chi sono coloro che vengono a sedersi, una sera, in una sala di teatro?”, si chiedeva Louis Jouvet. Chi sono coloro che riempiono il Teatro Verdi di Pisa per guardare un documentario sul teatro, sul lavoro dell’attore a teatro?
Forse non scopriremo mai cosa smuove le persone ad andare a teatro, non scopriremo mai perché stasera sono qui: se per l’abbonamento al Verdi, per l’abbonamento al Cinema Arsenale, per la proiezione del documentario, per Jep Gambardella. È comunque importante che ci siano.
Dopo la proiezione la conversazione è appassionante: sul palco la professoressa Anna Barsotti, che ha introdotto il film, Antonio Capellupo del Cinema Arsenale, moderatore della serata, e poi lui, Toni Servillo insieme al presidente di Teatri Uniti Angelo Curti.
Servillo risponde seriamente a tutte le domande, il pubblico è molto attento, catturato da questo magnifico attore che si dice comunque sempre emozionato di fronte a un teatro pieno.
Non mancano le domande imbarazzate e imbarazzanti del pubblico, non mancano gli aforismi sul teatro di Servillo, a volte assoluti, ma spesso necessari a mettere dei paletti ad un’arte che può diventare tutto e spesso si riduce al nulla. Un’arte che deve generare luoghi di emozione, che coinvolga, che sia il risultato di una necessità personale, che magari diventerà mestiere.
Alla domanda di una giovane in sala se e come fare uno spettacolo, l’attore risponde di farlo, certo: “Ma insieme ad altri, perché il teatro è come una festa: si fa insieme”.
Il Teatro al Lavoro
Regia di Massimiliano Pacifico
Con Toni Servillo, Petra Valentini, Davide Cirri e Francesco Marino
Fotografia e montaggio di Diego Liguori
suono di Marco Saitta, insieme agli operatori Giuliano Caprara, Stefano Renza, Eduardo Servillo e Gennaro Visciano.
Una produzione Teatri Uniti in collaborazione con Rai Cinema
Evento organizzato dal Cinema Arsenale insieme al Teatro Verdi di Pisa