Giunto quest’anno alla sua terza edizione, il Torino Fringe Festival 2015 è organizzato da una decina di attori e compagnie piemontesi, e prende spunto dal più grande e celebre Fringe Festival di Edimburgo sorto nel 1947, con la differenza che i prezzi torinesi sono accessibili ai più…
Dal 7 al 17 maggio la città ospiterà eventi e spettacoli, che debutteranno, replicheranno e si svolgeranno contemporaneamente dentro e fuori dai locali, coinvolgendo 46 artisti e compagnie tra le 400 che hanno partecipato al bando.
Crab Teatro, Fools, Il Cerchio di Gesso, Kataplixi Teatro, Le Sillabe, Officine Per la Scena, Onda Larsen, La TurcaCane, Compagnia Genovese-Beltramo, Performing Club, Marco Intraia e Gianluigi Barberis sono gli organizzatori di questo grande evento, e sono loro ad aver selezionato gli spettacoli che vedremo.
Da sempre il Fringe è un’occasione, per le compagnie escluse dai circuiti ufficiali, di far conoscere il proprio lavoro; e gli sforzi talvolta non sono vani, dato che il pubblico aumenta sempre di più: la sfida che quest’anno si propongono gli organizzatori è di superare gli 11.000 visitatori dello scorso anno (tre anni fa si era partiti con 7000 presenze). Si arriverà ai 15.000?
Lo vedremo. Intanto vi raccontiamo cosa vi aspetta nelle dieci giornate di maggio, tra spettacoli di prosa, musica, teatro circo, teatro danza, performance, alcuni nei locali, altri in giro per la città (ToStreet).
Cominciamo dagli spettacoli “al chiuso”: vedremo in scena compagnie piemontesi, tra cui La TurcaCane, La Zattera, Santibriganti Teatro, Quinta Tinta, Lorenzo Bartoli, Dario Benedetto, Le Sillabe, Onda Larsen, Compagnia Genovese-Beltramo, Supershock, Performing Club, Officine Per la Scena, Gatto Vaccino, Crab, Newbies (Associazione Tedacà/Tedacà Lab), Il Cerchio di Gesso, Progetto U.R.T.
Ma anche attori provenienti da altre città italiane, come Teatro Instabile di Aosta, Movin‘_Off_Project_Dance_Company e Laura Landi da Firenze, Lavoro Nero Teatro/Cristiano Nocera tra Catania e Strasburgo, Davide Lorenzo Palla, Chronos3, Marco de Meo/Elektromove Visual and Performing Art da Milano, Angelo Colosimo da Bologna, Marina Commedia, Compagnia Informale e Libera Scena Ensamble/Teatri Associati di Napoli dall’omonima città, Maurizio Patella da Castiglion Fiorentino (Arezzo), Cecilia D’Amico e Emanuela Guaiana da Roma, Teatrino Controverso da Palermo, Offrome da Genova e Roma, Narramondo da Genova e, da Tunisi, Collectif Corps Citoyen.
Chi frequenta il Fringe sa già che non entrerà di certo al Gobetti o al Carignano; ciò che rende speciale il festival è proprio il suo trovarsi in luoghi altrimenti non destinati al teatro.
Quest’anno al festival hanno aderito Teatro Officina e Officine Creative, presso Cecchi Point, Arca, Spazio Ferramenta, Blah Blah, Magazzino sul Po, Samo, Garage Vian e Cubo.
I locali non sono distanti tra loro, proprio perché il pubblico possa muoversi agevolmente tra uno spazio e l’altro, anche a piedi o in bicicletta e i prezzi abbordabili: 8 € un biglietto intero, 5 un ridotto.
La sera del 6, all’Amantes, locale in cui si potranno anche acquistare i biglietti per gli spettacoli, si terrà l’aperitivo di apertura del festival. Mentre il 9 maggio ci sarà la parata che aprirà gli spettacoli all’aperto: nella sezione ToStreet, che si svolgerà tra piazza Castello, via Lagrange, Balon, Santa Giulia, Imbarchino e Casa del Quartiere, troveremo la viareggina Compagnia Begheré, Ally Wolly (Torino), Jauly Creation e Noumoutie Reggae Ouattara (Torino e Burkina Faso), I Terzincomodi (Roma), Atti O Scene In Luogo Pubblico (Torino), Maksim Cristan Con La Spada (Torino), Brassatodrum (Bergamo).
Due gli “eventi speciali”: la cena-spettacolo “La Tour De La Défense“, al Circolo Esperia, e l’aperitivo-spettacolo Assaggi D’Assurdo, presso Marte.
Nelle giornate del festival sarà inoltre possibile prendere parte a tre laboratori, con Tom Walker (Living Theatre), Elena Copelli (Peep Diary) e Collective Leadersheep, cui seguiranno performance con i partecipanti.
Solo due giorni saranno tolti alle repliche: l’11 maggio, dedicato a un incontro all’Esperia tra attori e operatori del settore, e il 12, in cui gli artisti potranno farsi pubblicità in giro per la città.
Non mancano neanche quest’anno le feste del Fringe, tutte rigorosamente a ingresso libero.
Gli spettacoli sono stati scelti dal direttivo, formato da attori e compagnie che hanno organizzato il festival, in base alla qualità dei lavori e alle esigenze tecniche.
Questa estrema libertà di scelta, spiega Luigi Orfeo, è fondamentale, poiché “ha creato una direzione artistica democratica: siamo una decina di compagnie che collaborano nella scelta e nell’organizzazione del festival, ciascuna vuole il bene dell’altra, e scegliamo gli spettacoli che ci piacciono davvero, non siamo vincolati da necessità di cartellone”.
Questa collaborazione ha permesso la creazione di una rete, non solo tra gli organizzatori, ma anche tra gli artisti che partecipano: “Se, per esempio, ho spettacolo a Verona, chiamo la compagnia di Padova che ho conosciuto qui lo scorso anno e loro mi consigliano altri posti in cui andare a fare spettacolo”, prosegue Luigi.
Portare spettacoli nei locali ha inoltre contribuito ad arricchire la programmazione artistica degli stessi, invogliandoli ad ospitare spettacoli anche durante l’anno.
L’importanza del Fringe la ribadisce Valentina Volpato: “Crea cultura e voglia di cultura, che va oltre il mercato e la concorrenza”, incrementando il mercato interno.
Quest’anno la mascotte del festival è un Dodo, animale estinto perché non ha imparato a volare. Sarà questa la sorte del Fringe?
La sua sopravvivenza è possibile grazie alla voglia degli organizzatori, che si trovano a lavorare gratuitamente. Ma, attenzione, il loro “non è volontariato”, come ci tiene a precisare Valentina Volpato, “è lavoro non pagato”.
Tuttavia a settembre gli organizzatori, concluso questo primo ciclo triennale, valuteranno se sarà ancora possibile continuare: “Vogliamo che le istituzioni ci diano il necessario – chiarisce Fabio Castello – il progetto è riuscito, ma non continueremo a farlo come volontari”.
Nonostante la collaborazione di Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino, Città di Torino, Sistema Teatro Torino, Fondazione Piemonte dal Vivo e il patrocinio delle Circoscrizioni 1, 7, 8, al Fringe mancano comunque i fondi per una sopravvivenza dignitosa.
L’ultimo spazio citato non Si chiama Cubo, ma Officine Corsare