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Tragedie intime si affacciano nelle nuove frontiere della scena britannica

Terminus
Terminus
Ottava edizione della rassegna romana che indaga le nuove frontiere della scena britannica attraverso compagnie di ricerca italiane.
Con Trend, in corso fino al 9 novembre al Teatro Belli, il giornalista e critico teatrale Rodolfo di Giammarco, curatore della manifestazione, intende proseguire lo sguardo sulle realtà anglosssoni che, seppur narratrici di storie diverse, sono accomunate da percorsi tragici.

“Gli autori d’Oltremanica sono come entomologhi alle prese con strani insetti allergici l’uno all’altro in un mondo-alveare di costumi in feroce o insinuante mutamento – anticipa Di Giammarco – È il caso, nell’ambito degli spettacoli, dei pezzi di Mark Ravenhill che rigenerano le epopee del cinematografico Birth of a Nation di Griffith e di Odissey da Omero, di Mark O’Rowe che in Terminus racconta donne allo sbando e un serial killer, e di Philip Ridley che in Vincent River esamina i postumi dell’uccisione di un ragazzo omosessuale, mentre ci sarà anche spazio per letture dove David Harrower (Blackbird) indaga lo choc di rapporti tra età lontanissime, dove Duncan Macmillan (Monster) ritrae il caso di un canagliesco buon selvaggio che stana le zone buie del prossimo, e dove Alex Jones (Tinned Peaches in Syrup) profetizza una terra arsa con famelici e inermi branchi di superstiti. Tre allestimenti e tre reading elaborati, cui si prestano compagnie, registi, attori che hanno ancora il gusto di traghettare sensazioni anglosassoni-europee. Cui seguirà, a cura di Adriana Martino, un’analoga impresa di matrice tedesca”.

Saranno Fabrizio Arcuri, Valeria Raimondi ed Enrico Castellani e Carlo Emilio Lerici a proporre rispettivamente Addio alle armi, fino all’8 ottobre, Terminus, dal 9 al 14 ottobre, e Vincent River, dal 28 ottobre al 9 novembre. Mentre alla regia delle letture ci saranno Andrea Baracco, Massimiliano Farau, Daria De Florian e Antonio Tagliarini.
“Per la prima volta abbiamo affrontato un testo – anticipano i Babilonia Teatri Raimondi e Castellani alle prese con Terminus – L’abbiamo fatto a modo nostro. Con la voglia e il gusto di restituirne il centro, senza snaturarci. Ne è uscito uno spettacolo che sceglie di non essere drammatico per raccontare una realtà che lo è in modo profondo. Lineare e delirante. Volutamente scanzonato”.

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