L’associazione toscana con sede a San Miniato, di cui Falaschi è direttore artistico, compie trent’anni di attività e guarda al futuro
Da una piccola cripta di una chiesa di San Miniato, grazie a una progettualità dinamica e instancabile, il Teatrino dei Fondi ha saputo ritagliarsi nel tempo un ruolo di primo piano grazie ai suoi tanti progetti e iniziative. Sempre con lo sguardo rivolto al futuro.
Trent’anni sono un bel traguardo, soprattutto in un panorama teatrale – e culturale – come il nostro. Tre decenni fra l’altro densissimi… Come ci siete arrivati?
Teatrino dei Fondi giunge a questa significativa ricorrenza grazie all’impegno, alla caparbietà e all’amore verso il teatro e la cultura di tutte le persone che hanno fatto parte dell’associazione nel corso di questi trent’anni, in primis quello di Andrea Mancini, fondatore e direttore artistico fino al 2009, che ha posto le basi di un progetto teatrale assolutamente unico ed originale, lo ha fatto conoscere in Italia come all’estero e lo ha difeso strenuamente anche nei momenti di maggiore difficoltà. In appendice al libro di Massimo Marino “Teatrino dei Fondi. Una fantastica sinfonia teatrale” (ed. Titivillus 2023, ndr) è stato inserito il nome di ciascuna di queste persone che hanno preso parte, per un mese o per vent’anni, alla storia del Teatrino dei Fondi: tra artisti, tecnici, organizzatori sono ben 242 e a ciascuna di loro va il mio più sentito ringraziamento e la mia gratitudine.
Siete partiti da una cripta, nella chiesa di San Domenico a San Miniato. E oggi eccovi qua. La pianta con piccole foglie è diventata un grande albero con tantissimi rami… Cosa significa in questo momento parlare di Teatrino dei Fondi?
Significa parlare di una struttura teatrale che produce spettacoli legati alla drammaturgia contemporanea e al teatro per le nuove generazioni, a cui affianca il radicamento nei territori di appartenenza con la progettualità del Teatro Quaranthana di San Miniato, del Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio, del Teatro degli Astrusi di Montalcino e dei festival Gaia di San Miniato – Fucecchio e Isolotto Kids di Firenze. Significa parlare di un’intensa promozione della cultura teatrale grazie all’attività editoriale espositiva dedicata allo spettacolo del proprio marchio Titivillus Mostre Editoria, Premio Speciale Ubu e Premio della Critica, nonché del Centro per la Fotografia dello Spettacolo, anch’esso insignito del Premio della Critica. Inoltre significa parlare di formazione del pubblico, di audience development, di progetti di rete di grande valore come quelli con Scenario e In Box, di cinema e di relazioni internazionali.
Un compleanno che è anche “un nuovo punto di partenza”…
L’ultimo decennio è stato per il Teatrino dei Fondi come un lungo trampolino di lancio, nel quale la struttura è riuscita, con grande caparbietà e cultura del lavoro, a spiccare il volo, sviluppandosi da tutti i punti di vista: progettuale, artistico e occupazionale, conquistando una sempre maggiore credibilità da parte dei propri referenti, in primis gli spettatori – che sono quintuplicati – gli operatori di settore e le istituzioni. Uno sviluppo che ha permesso al Teatrino dei Fondi di rispondere con estrema vitalità, capacità di lettura del contesto ed efficacia negli interventi adottati, anche a fronte delle imprevedibili circostanze e criticità dovute al Covid, dal quale ne è uscito, paradossalmente, fortificato, grazie all’acquisizione di nuove competenze e allo sviluppo di nuove progettualità, divenute a posteriori un prezioso bagaglio esperienziale.
Oramai ogni anno il Teatrino dei Fondi realizza oltre 200 rappresentazioni dei propri spettacoli e programma nei propri teatri più di 120 giornate di spettacolo, registrando circa 25mila spettatori, a cui si aggiungono, rimanendo nel solo ambito dello spettacolo dal vivo, le decine di iniziative collaterali e le 1500 ore circa di attività educativa e formativa rivolte ad una platea di oltre 6mila studenti delle scuole del territorio.
Tuttavia, la tensione progettuale del Teatrino dei Fondi è costantemente rivolta al futuro, al fine di innovare le proprie competenze ampliando il proprio progetto artistico, ed è in questa cornice che si inscrivono ad esempio due diversi progetti che sono stati selezionati nell’ambito del PNRR – Next Gen EU, relativamente alla digitalizzazione delle strutture culturali da un lato e, dall’altro, alla transizione ecologica, che permetteranno alla nostra struttura di lanciare, tra il 2024 e il 2025, una serie di azioni contenute nei due progetti Teatrino Digitale e Titivillus: back to the green future.
Dal tuo punto di vista, cos’è cambiato in questi ultimi anni nel vostro orizzonte di riferimento, anche alla luce dei cambiamenti che stanno attraversando il sistema teatrale italiano?
Sicuramente i cambiamenti del sistema teatrale hanno portato con sé luci ed ombre, ma posso affermare con convinzione che uno delle novità più significative e innovative è stata l’introduzione a livello nazionale delle Residenze Teatrali. Una pratica, quella dell’accoglienza degli artisti in residenza, che ad oggi è presente in 18 regioni con 64 progetti di residenza e più di 100 soggetti teatrali impegnati nel favorire la ricerca teatrale e la crescita dei giovani artisti. Rispetto alle Residenze artistiche in Toscana, tra l’altro, esiste uno degli ecosistemi teatrali più capillari e consolidati di relazione tra artisti, teatri e territori, che costituisce, a mio avviso, uno dei cardini imprescindibili del nostro sistema teatrale regionale e che coinvolge ben 31 strutture teatrali, tra cui il Teatrino dei Fondi.
Nella premessa alla bella pubblicazione che prima hai citato, a firma di Massimo Marino, scrivi che il Teatrino oggi “è una realtà unica nel panorama nazionale”…
Il progetto artistico del Teatrino dei Fondi è un intreccio complesso e multidisciplinare volto, da un lato, ad innovare e qualificare la produzione teatrale, valorizzando e sostenendo anche la creatività emergente di singoli artisti e gruppi, mediante l’offerta di residenze artistiche e di coproduzioni, mentre dall’altro lato è volto al riequilibrio territoriale e alla crescita qualitativa dell’offerta di spettacolo, nonché ad ampliare la platea dei fruitori, favorendone il ricambio generazionale e, al contempo, alla promozione ed alla documentazione della cultura teatrale in genere. Teatrino dei Fondi oggi è, dunque, una realtà unica nel panorama nazionale, una struttura che coniuga la produzione teatrale e il nomadismo tipico delle compagnie di giro, ed è radicato sul territorio regionale con una “progettualità diffusa” tra le province di Pisa, Firenze e Siena, andando ad operare, in particolare, nei contesti periferici, nei piccoli borghi e in aree a bassa densità abitativa, in cui il teatro costituisce un fondamentale avamposto culturale e sociale per le comunità.
Costruendo segmenti di lavoro con le componenti più fragili di quelle stesse comunità, entra in relazione con bambini, adolescenti, giovani a rischio di povertà educativa o di dispersione scolastica, immigrati, vittime di discriminazioni, richiedenti asilo, portatori di disabilità, facendo del teatro un luogo e uno strumento di inclusione e di crescita individuale e collettiva. Del resto Teatrino dei Fondi ha scelto di operare, generalmente, lontano dai grandi centri, impegnandosi costantemente nell’attuare processi di crescita culturale, qualitativa e quantitativa, dei cittadini e dei territori, rivolgendo sempre una forte attenzione alla funzione civile del proprio ruolo e del proprio lavoro artistico: cittadinanza e partecipazione attiva, legalità, contrasto alle discriminazioni e alle dipendenze, memoria, inclusione e intercultura, sostenibilità ambientale, costituiscono alcuni dei cardini tematici di riferimento, nella produzione come nel quotidiano lavoro sui territori.
Quest’anno il Premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato al norvegese Jon Fosse. Continua tu…
Innanzitutto penso sia un bene per tutto il teatro quando un drammaturgo viene insignito del Nobel, e quindi sono felice che quest’anno sia stata la volta di Jon Fosse. Titivillus, credendo fortemente nel valore della sua scrittura, ha pubblicato nel 2012 una raccolta di suoi testi, intitolata “Tre drammi”, in tempi non sospetti, e portando in scena per due anni al festival Contemporanei Scenari di San Miniato delle mise en espace delle sue opere, di cui siamo stati anche produttori, con Marco Sgrosso e Vanda Monaco Westersthal. Il libro fino ad oggi non è che sia proprio andato a ruba ma, consapevoli che sarebbe stato così, il nostro obiettivo era quello di contribuire all’arricchimento della cultura teatrale, e mi pare che il tempo ci abbia dato ragione.
Mi piace semplicemente sottolineare che al mio fianco ho avuto e ho tante persone straordinarie e competenti che hanno contribuito in modo determinante al successo del Teatrino dei Fondi, a cui va il mio sincero ringraziamento.