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Ubu 2010: videoreportage dal premio più chiacchierato

Volti dagli Ubu 2010
Volti dagli Ubu 2010
Volti dagli Ubu 2010

Re Ubu torna a distribuire i suoi premi e, come tutti gli anni, noi di Klp ci siamo a raccogliere commenti a caldo nel dopo gara, quando le poltrone di velluto rosso del Piccolo Teatro Grassi si svuotano di protagonisti, amici, parenti, giornalisti, curiosi, e le maschere si tirano dietro le porte con un sospiro di sollievo.

Questa singolar tenzone, che ogni anno non manca di sollevare la solita ridda di voci su cosa è giusto e cosa sbagliato in un sistema teatro che ha un po’ gli stessi vizi del sistema paese, non manca anche di commuovere chi, a questo lavoro, si dedica comunque con onestà e passione, e vede la sua carriera e l’impegno di ogni giorno premiati. Ci sembra emblematico il caso di Francesca Mazza. La sua commozione al momento del premio è sincera e fa capire come, in fondo, esiste un Ubu buono, che vive, prima ancora che nella testa dei critici che nominano, in ogni artista. Il sogno di un Re che premia il sacrificio.

Passiamo alla cronaca: edizione che risente della crisi, quella 2010, tanto che anche il Patalogo, come annunciato in apertura di cerimonia da Franco Quadri, non esce (per uscire in numero doppio l’anno prossimo): un risparmio di tempo ed energie che ha permesso alla cerimonia di svolgersi a dicembre e non a febbraio come l’anno passato.
Gioele Dix tiene bene il ritmo, proponendo il gioco delle parti del conduttore che rosica per non aver mai vinto e i premiati emozionati a sfilare in composta successione.

Sensazioni arrivate alla bocca dello stomaco? Eccone alcune, in ordine sparso:

– Miglior regia: Armando Punzo esce dal carcere con alcuni dei suoi attori. Un giorno di libertà per tutto il teatro italiano.

– Miglior scenografia: Andris Freibergs (Le signorine di Wilko) si emoziona a settant’anni per poter calcare le tavole del Piccolo Teatro. Nonostante tutto, esistono ancora miti che il Brutto Paese non riesce a cancellare dal Bel Paese.

– Miglior attore: Fabrizio Gifuni (L’ingegner Gadda va alla guerra) è elegante e longilineo, oltre il limite del sopportabile per il cronista un po’ su di peso.

– Miglior attrice: Francesca Mazza (West e Progetto Ravenhill) commuove anche nel dopo gara, per il suo raccontarci del ritorno ad un familiare che forse è il vero equilibrio di molti grandi, anche se mai abbastanza menzionato.

– Miglior attrice non protagonista: Ida Marinelli (Angels in America. Seconda parte: Perestroika) ha un sorriso e una serenità che è solo di chi è stato sulla plancia della nave per così tanti viaggi.

– Nuovo attore under 30: Giovanni Anzaldo. Emozionato con equilibrio, pare già over 30.

– Miglior attore non protagonista: Francesco Colella. Premiato per “Dettagli” e “Il mercante di Venezia” (Piccolo Teatro di Milano).

– Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica: Saverio La Ruina attacca a raccontare e non la smette più. L’emozione è un fiume di parole.

– Premi speciali:
Punta Corsara e Kilowatt Festival: power to the people. In totale, fra gli uni e gli altri, vanno sul palco a ritirare il premio in trenta! Il teatro povero ha sempre la famiglia numerosa.
Roberto Saviano: assente. Giustificato, in una nazione ingiustificabile che consente l’assenza sua e della civiltà della cultura dal quotidiano essere liberi.

Prima parte: Renato Quaglia (per Lipsynch), Kilowatt, Serena Sinigaglia (per Roberto Saviano), Emanuele Valenti (Punta Corsara), Rafael Spregelburd e Manuela Cherubini (Bizarra)

Seconda parte: Alessandro Gassman (Immanuel Kant), Saverio La Ruina (La Borto), Giovanni Anzaldo, Ida Marinelli, Francesco Colella

Terza parte: Francesca Mazza, Armando Punzo, Giuseppe Bertolucci, Massimo Castri

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