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Premio Ubu 2010: i vincitori

Triplo Ubu per Alessandro Gassman
Triplo Ubu per Alessandro Gassman
Triplo Ubu per Alessandro Gassman

Che Saviano avrebbe fatto parte dei vincitori di quest’anno era evidente non appena sono uscite le nomination finali. Che non ci fossero grandi novità tra attori e spettacoli in lizza, anche.
Eppure l’Ubu – atteso, criticato, snobbato, amato e odiato allo stesso tempo – è IL premio teatrale italiano. E c’è ben poco da fare: anche se le critiche piovono sempre copiose, sono (siamo) tutti lì, pronti a voler sapere chi sono i premiati a ogni nuova edizione. Per poi sparlarne e dire le peggiori cose su critici e teatranti, come nella migliore tradizione italiana.

Quest’anno, che la crisi la sente anche il premio e rimanda a un Patalogo doppio per il prossimo anno, è lo storico Piccolo Teatro Grassi di via Rovello ad ospitare un pubblico strapieno di premiati, grazie anche a un pullman di attori arrivati da Roma.
A presentare la serata (che comincerà alle 18) è stato scelto Gioele Dix.

La facciamo lunga, è vero, e i nomi dei vincitori li faremo comparire poco per volta… Perché se in un premio dove tutto è già stato deciso non si crea un po’ di suspense, che divertimento c’è?

E allora cominciamo dal dire che Roberto Saviano (a lui uno dei tre Premi speciali) sul palco del Piccolo Teatro Grassi non ci sarà. A ritirare il premio sarà Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, per cui Saviano ha pronunciato il suo monologo in apertura della scorsa stagione.

Gli altri premi speciali sono stati assegnati a Punta Corsara e a Kilowatt Festival.

Arriva invece dalla Spagna Rafael Spregelburd, a ritirare la statuetta per il miglior testo straniero in Italia, ossia quella “Bizarra” in scena a Roma grazie all’adattamento di Manuela Cherubini, intervistata proprio poche settimane fa da Klp. Ma ex aequo con “Bizarra” si piazza anche l’”Immanuel Kant” di Thomas Bernhard diretto da Alessandro Gassman che, nell’anno in cui si celebra il decimo anniversario della scomparsa del padre, si è accaparrato la statuetta del miglior spettacolo dell’anno per “Roman e il suo cucciolo”, da lui diretto e interpretato, e a sua volta ex aequo col “Finale di partita” diretto da Massimo Castri e con “L’ingegner Gadda va alla guerra” curato da Giuseppe Bertolucci con Fabrizio Gifuni, altro trionfatore della serata quale miglior attore nello stesso spettacolo.

Sul versante femminile siamo contenti che il premio a miglior attrice vada alla intensa Francesca Mazza di “West” mentre come due migliori attori non protagonisti si piazzano Ida Marinelli per la seconda parte di “Angels in America” dell’Elfo e Francesco Colella per “Dettagli” e “Il mercante di Venezia” del Piccolo.

Miglior regista è Armando Punzo per la sua “Alice nel Paese delle Meraviglie – Saggio sulla fine di una civiltà”, applauditissimo da tutti i suoi sostenitori e, probabilmente (e virtualmente), dall’intero carcere di Volterra.

Miglior scenografo il lettone Andris Freibergs per “Le signorine di Wilko” di Hermanis e miglior novità italiana “La borto” di Saverio La Ruina, ormai un habitué della manifestazione.

Miglior attore under 30 Giovanni Anzaldo di “Roman e il suo cucciolo”, un ventitreenne che ha gestito la parte di un bambino.
A ritirare il premio per il miglior spettacolo straniero, attribuito alle nove ore del “Lipsynch” di Robert Lepage, ecco comparire Renato Quaglia, direttore del Napoli Teatro Festival, che si fregia anche della produzione di altre due opere premiate, “Bizarra” e “Immanuel Kant”.

Insomma, questo è quanto gli Ubu hanno decretato quest’anno. Un po’ vien da pensare a troppi ex aequo, quasi si volessero far contenti in tanti.
Ma un’altra considerazione balza subito agli occhi: tranne qualche eccezione, dalle scelte dei critici italiani parrebbe che il giovane teatro contemporaneo non sia stato, nella passata stagione, così trascinante.

Intanto vi rimandiamo al riassunto finale. E se qualcuno passasse dalle parti di via Rovello sarà ancora in tempo per assistere in diretta alle premiazioni. Klp, anche quest’anno, vi proporrà poi in differita il suo videoreportage dalla “notte degli Ubu”.

Spettacolo dell’anno ex aequo in ordine alfabetico: Finale di partita (regia di Massimo Castri, Ert-Emilia Romagna Teatro, Teatro di Roma, Fondazione Teatro Metastasio); L’ingegner Gadda va alla guerra (regia Giuseppe Bertolucci, Fabrizio Gifuni in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti); Roman e il suo cucciolo (regia di Alessandro Gassman, Teatro Stabile d’Abruzzo, Società per Attori, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni)

Miglior regia: Armando Punzo (Alice nel Paese delle Meraviglie – Saggio sulla fine di una civiltà da Lewis Carroll)

Miglior scenografia: Andris Freibergs (Le signorine di Wilko)

Miglior attore: Fabrizio Gifuni (L’ingegner Gadda va alla guerra)

Miglior attrice: Francesca Mazza (West e Progetto Ravenhill)

Miglior attore non protagonista: Francesco Colella (Dettagli e Il mercante di Venezia)

Miglior attrice non protagonista: Ida Marinelli (Angels in America. Seconda parte: Perestroika)

Nuovo attore under 30: Giovanni Anzaldo

Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica: La borto di Saverio La Ruina

Nuovo testo straniero ex aequo in ordine alfabetico: Bizarra di Rafael Spregelburd; Immanuel Kant di Thomas Bernhard

Miglior spettacolo straniero presentato in Italia: Lipsynch di Robert Lepage (Ex Machina e Théâtre Sans Frontières)

Premi speciali:

Punta Corsara, la scena dei ragazzi di Scampia alla riprova di un teatro di apprendimento vissuto assieme alle persone di un territorio difficile, che hanno potuto trovare nelle forme dell’esperienza artistica occasioni di vita ulteriore e strumenti di restauro morale. Un progetto coraggioso, capace di lavorare sul territorio con un respiro nazionale incrementando un ricambio generazionale, sia sul versante artistico che su quello tecnico e organizzativo, di cui il nostro paese ha davvero bisogno.
Kilowatt Festival, attività di sguardi incrociati tra pubblico, artisti e critici in cui è nascosta la forza eversiva di un punto di vista davvero nuovo. Coinvolto in questa gara popolare un gruppo di spettatori ribattezzati “Visionari”, cittadini appassionati ma non esperti, che partecipano alla scelta degli spettacoli e insieme a critici vecchi e nuovissimi si impegnano nella ricerca di un teatro da pensare e costruire.
Roberto Saviano, da “abusivo” del teatro si fa inatteso narrattore che coraggiosamente esce dal suo spazio di solitudine e conquista il pubblico con grazia e talento con il suo monologo La bellezza e l’inferno, mirabile j’accuse contro il cancro della mafia e i mali del mondo.

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