Stravagante, istrione, vero, fuori dagli schemi, eccessivo: sicuramente Ulderico Pesce è uno che non la manda a dire.
Attraverso i suoi spettacoli teatrali racconta un’Italia in disfacimento, che solo trent’anni fa aveva davanti tutt’altra strada. Un’Italia che ha deciso di avvelenarsi da sola, di soffocare il suo sistema economico nelle maglie della politica corrotta, di una burocrazia malavitosa e ottusa, la stessa che ha consentito, fino a pochi mesi fa, di esporre al pubblico come “resti di un mostro” il cranio decapitato di Giovanni Passannante, l’anarchico che nel 1878, con un coltellino, cercò di uccidere il re Umberto I di Savoia.
Condannato a morte, la pena gli fu convertita in ergastolo mentre sua madre e i suoi fratelli furono immediatamente internati in un manicomio. Passannante fu rinchiuso in una torre sull’isola d’Elba in una cella buia sotto il livello del mare. Si ammalò, cominciò a cibarsi dei propri escrementi. Anni dopo fu trasferito in un manicomio criminale dove morì nel 1910.
Al cadavere fu tagliata la testa. Il cranio e il cervello furono esposti nel museo criminologico di Roma dove sono stati “ammirati”, pagando 2 euro, per circa un secolo.
La sepoltura dei resti di Passannante è una delle battaglie civili vinta da Ulderico Pesce, che ha creduto nella potenza di abbinare nella sua formula comunicativa teatro, internet e il social network che è stato in grado di compattare intorno alle sue istanze collettive con raccolte di firme, petizioni, interventi al limite della gamba tesa ma via via sempre più pungenti ed efficaci.
Abbiamo incontrato l’artista a Sesto San Giovanni, nello Spazio Mil, a margine di un evento in occasione della Festa del Teatro a Milano. E’ andato a ruota libera, affilando la lingua contro quello che gli pare poco tollerabile nel nostro tempo.
Divisa in due sezioni, vi proponiamo l’intervista senza filtro, una di quelle che lasciano un po’ senza respiro.
Ecco, oggi, la prima parte, in cui Pesce parte dal suo spettacolo, Asso di Monnezza, per affrontare tematiche molto attuali. La seconda parte dell’intervista sarà pubblicata venerdì prossimo, 28 novembre.