Un Sogno itinerante che unisce i teatranti. E vince

Sogno di una notte di mezza estate|Sogno di una notte di mezza estate
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Sogno di una notte di mezza estate
Sogno di una notte di mezza estate

E’ assai raro vedere tre compagnie, che operano nello stesso territorio e per di più organizzano nella stessa zona quattro festival molto particolari, “mettersi insieme” per uno spettacolo da presentare nelle rispettive manifestazioni.

Questo piccolo miracolo è accaduto in Brianza per merito di Scarlattine Teatro, Teatro Invito e Piccoli Idilli che, in apertura del festival di Scarlattine Il giardino delle Esperidi, giunto alla decima edizione, hanno presentato in prima nazionale una particolarissima edizione itinerante del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare.

Undici attori, tra cui sette scelti in un apposito laboratorio under 30, e quattro appartenenti alle tre compagnie, capitanati da Michele Losi e Luca Radaelli, hanno raccontato a 180 spettatori l’immortale storia del Bardo, ambientandola nei sentieri del Monte Barro.
Un percorso teatrale affascinante, che ha avuto l’inizio e la sua fine nel bellissimo scenario della incompiuta chiesa scoperchiata di San Michele, dalla emblematica struttura, che in qualche modo  nella sua particolare architettura rimanda al “Globe” di scespiriana memoria.

Ed è qui che lo spettacolo, quando il tramonto è al suo inizio, prende le mosse, con il pubblico che abbraccia nell’abside, da tre lati, la celebrazione delle nozze di Teseo, duca di Atene, con Ippolita,  regina delle Amazzoni, agli inizi dell’intreccio amoroso che ha come protagonisti Lisandro, Demetrio, Ermia ed Elena, e la nascita della recita della storia di Piramo e Tisbi, che un gruppo di artigiani deve rappresentare, presieduti da Bottom (qui italianizzato in Fondelli) per il matrimonio dello stesso Teseo.

La commedia, la più celebre e più visitata di Shakespeare, presenta queste tre storie intrecciate fra loro, che man mano si divaricano in sette trame, per poi alla fine magicamente ricomporsi in un meccanismo teatrale perfetto, che mescola sapientemente e in forma poetica umori comico-grotteschi con l’inevitabile consapevolezza della caducità dei sentimenti degli esseri umani.

Ed è nei boschi e nelle radure del Monte Barro che Scarlattine Teatro, Teatro Invito e Piccoli Idilli trascinano poi gli spettatori a divaricare queste trame, dove lo spiritello Puck regna sovrano, imbrogliando e sbrogliando le tele dell’amore, che oltre ad incatenare i quattro ragazzi, finiscono anche per contaminare Oberon, re degli elfi, e la moglie Titania, regina delle fate, che si innamorerà, maldestramente per intruglio magico, di Botton, diventato asino.

Il bosco in cui si consumano i celebri incantesimi della storia scespiriana, dove sogno e realtà si rincorrono continuamente, e dove l’amore poi tanto cieco non è, diventano reali per gli spettatori, che possono seguire gli eventi attraverso una continua messe di apparizioni: le fate di nero vestite che, suonando e ballando, annunciano l’arrivo della loro sovrana, di cui poi veglieranno il sonno accolto in un giaciglio appeso tra due alberi; i comandi e le rimostranze che Oberon lancia a Puck in un declivio erboso, le schermaglie amorose dei quattro giovani amanti ai limiti di un clinare, i canti e i lazzi degli artigiani con il povero Fondelli, costretto a ragliare in un prato verdeggiante.

Sogno di una notte di mezza estate

 

 

 

 

 

 

 

Ma è soprattutto Puck a condurre il gioco (una bravissima, eterea, Francesca Cicala), a muoversi leggero tra attori e spettatori, tra sogno e realtà, quindi distillando a suo piacimento i profumi dell’amore che poi alla fine, forse suo malgrado, condurranno ad una (senz’altro temporanea) ricomposizione dei sentimenti legittimi.

Tutto è condotto in una specie di rito collettivo da Losi e Radaelli con estrema semplicità e chiarezza, dove al centro vi è sempre il tentativo di condividere nella natura emotivamente i principali avvenimenti della storia, con tutte le varie sensibilità del composito pubblico.
E se poi Giove pluvio non ha permesso alla storia di Piramo e Tisbi di essere compiutamente rappresentata, poco importa: Puck, sulla soglia del novello Globe, è riuscito compiutamente a salutare, nel declinare di lampi e tuoni, i pur numerosi spettatori rimasti a salutarlo: “Ora vi auguro sogni felici, se sia ben vero che siam amici, e ad un applauso tutti vi esorto poiché ho promesso che ad ogni torto a voi usato per insipienza,gentile pubblico, faremo ammenda”.
E il pubblico, bagnato e contento, ha ricambiato l’invito, ringraziando con tanti applausi tutti gli attori che si sono spesi con entusiasmo e professionalità nell’impresa.
Lo spettacolo verrà riproposto il 4 luglio a Brivio sul lungo fiume per I Luoghi dell’Adda , il 2 e 3  settembre a Monticello, a Villa Greppi, per L’ultima luna d’estate, infine il 21 settembre a Merate durante il festival Caffeine.

Sogno di una notte di mezza estate
produzione: ScarlattineTeatro – Teatro Invito – Piccoli Idilli

applausi del pubblico: 2′ 30”

Visto a Galbiate, Chiesa di San Michele al Monte Barro, il 21 giugno 2014
Prima assoluta, site specific

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