Da oggi al 26 marzo si svolge a Milano la nona edizione di Uovo Performing Arts Festival.
Un’edizione, quella 2011, che si snoderà fra Triennale di Milano, Teatro dell’Arte, Fabbrica del Vapore, Teatro Franco Parenti, DiDstudio. Gli organizzatori hanno voluto domandarsi in che direzione vadano, oggi, i festival, e se non sia il caso di ripensarli nell’ottica di mantenere intatta l’emozione della scoperta anche di fronte ai nuovi scenari e alle nuove generazioni, sia di artisti che di spettatori.
Per questo Uovo presenterà quest’anno, per dieci giorni, quasi esclusivamente lavori in coproduzione e performance site-specific “con l’obiettivo di restituire al formato festival il suo significato di rischio e scoperta e mette al centro il sostegno alla nuova generazione di artisti italiani come Nico Vascellari, Plumes dans la tête e Barokthegreat“.
Prosegue l’esplorazione di luoghi non convenzionali e produzioni “fuori formato” proprio per ripensare la relazione tra artista e pubblico.
In programma 17 artisti provenienti da Gran Bretagna, Germania, Austria, Spagna, Italia, Canada; 11 prime italiane e tre coproduzioni.
Ad aprire stasera alle 19 al Teatro dell’Arte “Blood Cleaning 3,50”, un viaggio tra le paure e l’immaginario di diciannove bambini di dieci anni. Tappa del progetto Uovo 0_11 dedicato al dialogo tra l’infanzia e i linguaggi creativi contemporanei rivolto a un pubblico adulto, è una produzione audiovisiva di carattere corale, dalla forte connotazione coreografica e visuale, risultato del lavoro sviluppato collettivamente dagli allievi di una classe elementare durante una settimana di laboratori condotti dagli artisti visivi Carlos Casas e Nico Vascellari.
Dal 16 al 20 marzo, in una casa privata, l’inglese Adrian Howells, vincitore del Total Theatre Award all’Edinburgh Fringe Festival, accoglie uno spettatore alla volta per una performance in prima italiana. In “The Pleasure of Being: Washing/Feeding/Holding” l’artista si prenderà cura dei partecipanti lavandone il corpo in una vasca, nutrendoli e stringendoli a sè.
Il 17 marzo nel nuovo spazio della Cattedrale (Fabbrica del Vapore) proiezione del video “Inferno, Purgatorio, Paradiso” realizzato dalla televisione franco-tedesca Arte durante le rappresentazioni al Festival di Avignone della trilogia firmata Socìetas Raffaello Sanzio/Romeo Castellucci.
Il 18 e 19 marzo al Franco Parenti il collettivo di ‘eating design’ Arabeschi di Latte torna a Uovo, dopo l’esperimento dello scorso anno, con “150. Il nuovo in Italia è fatica”, laboratorio culinario interattivo, dove si prepareranno alcune ricette dell’“Italia unita”, senza avere però a disposizione gli strumenti necessari. I partecipanti dovranno quindi inventarseli, crearli e assemblarli, in un esercizio dell’arte di arrangiarsi, croce e delizia della nostra società.
Tra le altre proposte segnaliamo Lone Twin Theatre con la prima italiana di “The Festival”, e Jonathan Burrows e Matteo Fargion, coppia di performer culto della scena inglese, invitati per la prima volta in Italia nella prima edizione di Uovo, che metteranno in scena “Cheap Lecture e The Cow Piece”, una riflessione su musica e la danza, selezionata come ‘miglior spettacolo dell’anno’ dal ‘Het Theaterfestival’ di Bruxelles.
Il 19 e 20 marzo, per la prima volta in Italia, “Vexations” di Kerstin Kussmaul e Jan Burkhardt, ‘durational performance’ di circa 21 ore (dalle 11 del mattino alle 8 del mattino successivo). Un pianista sarà impegnato nell’esecuzione dal vivo (al piano) dell’opera musicale di Erik Satie che prevede la ripetizione del brano per 840 volte consecutive; la partitura musicale è concepita come suono-oggetto, che diventa tangibile ed esperibile nello spazio tridimensionale che circonda il pianista, il cui allestimento è curato da feld72, pluripremiato collettivo di giovani architetti e designer viennesi. Centrale nella performance, infatti, sarà il soffice pavimento di appositi tappeti di gommapiuma, dispositivo scenico su cui interagiranno gli spettatori.