Si farà conoscere nel suo (futuro) ruolo già questo giovedì, 11 maggio, in occasione della conferenza stampa di presentazione della stagione 17/18 dello Stabile di Torino, con un passaggio di consegne ufficiale.
Perché dal 1° gennaio prossimo toccherà a Valerio Binasco imprimere la propria firma alla direzione artistica di uno dei sette Teatri Nazionali.
Il Consiglio di amministrazione della Fondazione, d’intesa con tutti i soci (Città di Torino, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Città di Moncalieri), nella seduta di oggi ha infatti conferito all’unanimità a Binasco la consulenza per la direzione artistica nel triennio 2018-2020: da gennaio Binasco succede quindi a Mario Martone alla guida artistica del teatro.
Piemontese, classe 1964, Binasco aveva intensificato negli ultimi anni i suoi rapporti con lo Stabile torinese, firmando la regia di tre produzioni al Teatro Carignano: “Filippo” di Vittorio Alfieri (con lo stesso Binasco nel ruolo del titolo), “Il mercante di Venezia” di Shakespeare (con Silvio Orlando) e il recentissimo e intenso “Sogno d’autunno” di Jon Fosse (con Giovanna Mezzogiorno e Michele di Mauro) – oltreché presentando altri importanti lavori (“Romeo e Giulietta” e “La tempesta” di Shakespeare, “Il bugiardo” di Goldoni, “È stato così” e “L’intervista” della Ginzburg), e insegnando presso la Scuola per attori. Nella prossima stagione firmerà una nuova produzione del “Don Giovanni” di Molière.
Il presidente Lamberto Vallarino Gancia ha espresso «le più vive felicitazioni a Binasco, regista e attore tra i più apprezzati e premiati della scena italiana che saprà proseguire nel solco di eccellenza tracciato da Martone per conseguire ulteriori prestigiosi obiettivi e consolidare le funzioni e la competitività del nostro Teatro. A Martone esprimo la riconoscenza più sincera e profonda, sia umana che professionale per l’autorevolezza, il carisma e il talento che lasceranno un segno indelebile nell’identità del Teatro».
Il direttore Filippo Fonsatti saluta l’arrivo di Binasco con stima, piena soddisfazione e molte aspettative. «La scelta è ricaduta su Binasco per la solidità e la coerenza di un percorso artistico ben connotato nel corso della carriera e delineato in tre ambiti, nei quali ha coniugato la ricerca e il rigore con uno stile registico sempre capace di entrare in relazione con il pubblico: si è distinto infatti sia per la rilettura innovativa e originale dei grandi titoli del repertorio, sia per l’attenzione alla drammaturgia e ai temi della contemporaneità, sia infine per la formazione e la valorizzazione dei giovani talenti. Binasco è nel pieno della maturità artistica ed ha dimostrato di avere tutte le potenzialità e l’ambizione per crescere ancora e sfidare la scena internazionale. A Mario Martone – aggiunge Fonsatti – un ringraziamento fraterno per l’intesa perfetta e leale negli anni trascorsi insieme, per il prestigio che ha conferito al Teatro Stabile e alla nostra città, per la condivisione della sua esperienza intellettuale e per l’esempio del suo impegno civile, per la realizzazione di produzioni memorabili – cito fra tutte “Operette morali” e “Morte di Danton” – che oltre ad averci emozionato ci hanno fatto comprendere la necessità, l’utilità e il senso profondo del fare teatro oggi».
Il direttore artistico Mario Martone ricorda di aver dedicato ogni energia per scrivere il personaggio interpretato da Valerio Binasco nel film “Noi credevamo”, di averlo osservato nel buio a prepararsi per la sua entrata in scena nell’Edipo a Colono, di aver pianto di commozione quando lo ha visto abbracciare, nei panni di Pietro Giordani, il giovane Leopardi sul set. «È principalmente per questo, perché è un artista, che sono felice del suo arrivo a Torino nel ruolo che ho ricoperto per dieci anni – dichiara Martone. Se è vero che i teatri hanno il dovere, anche civile, di essere macchine dalla buona conduzione gestionale, hanno però senso solo se la follia e la tensione degli artisti riescono ad aprire squarci imprevedibili e visionari che appassionino gli spettatori e ne facciano una comunità. Binasco col suo teatro coraggioso e innamorato degli attori ribalta da sempre, con enorme talento, tanti luoghi comuni sui testi che mette in scena, che siano classici o contemporanei: con lui lo Stabile di Torino continuerà ad aprire sulla scena mondi interiori e a interrogare la realtà col teatro».
«Ringrazio innanzitutto coloro che hanno avuto l’idea di propormi questo incarico – ha dichiarato infine Binasco – Prima di oggi non sapevo che cosa volesse dire davvero sentirsi onorato. È molto forte in me la gioia, certo, ma il sentimento che prevale è quello della responsabilità nei confronti di questa città, che amo profondamente, della regione in cui sono nato, degli artisti che qui risiedono e lavorano, molti dei quali sono amici di una vita coi quali sarà bellissimo confrontarsi su idee e progetti. Lo Stabile di Torino ha rappresentato in questi ultimi anni un’eccellenza ineguagliata sul territorio nazionale, grazie a un grande lavoro di squadra, ma soprattutto alla simbiosi perfetta di due grandi uomini di teatro: Mario Martone e Filippo Fonsatti. Non sarà facile, ma farò tutto il mio meglio per onorare l’eredità artistica di Mario, mentre mi considero fortunato di poter collaborare con Filippo, per le sue competenze gestionali e culturali e per la sua lucida visione strategica. Non vedo l’ora – conclude Binasco – di mettermi al lavoro per contribuire, nel mio nuovo ruolo, a progettare il futuro della nostra comunità».