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Vessel di Damien Jalet e Kohei Nawa apre Torinodanza 2022

Vessel (ph: Yoshikazu Inoue)

Vessel (ph: Yoshikazu Inoue)

Nella stessa serata Ambra Senatore presenta “Fuori campo”, passeggiata performativa ispirata alla storia delle Fonderie Limone di Moncalieri

Per la serata inaugurale di Torinodanza, a cui quest’anno è stato dato il sottotitolo – suggestivamente pieno di rimandi – ‘Dance Me to the End of Love’, la direttrice artistica Anna Cremonini ci regala ogni anno delle autentiche sorprese, questa volta addirittura due performance assai particolari: “Vessel”, realizzata a quattro mani dal coreografo franco-belga Damien Jalet e dall’artista visivo giapponese Kohei Nawa, e “Fuori campo”, passeggiata coreografica ideata e realizzata da Ambra Senatore esplicitamente per le Fonderie Limone, dove si svolge gran parte del festival organizzato dal Teatro Stabile di Torino.

“Vessel” è uno spettacolo davvero particolare che intende connettere tra loro danza e scultura di forte valenza visiva. Sette performer di differente provenienza, Aimilios Arapoglou, Nobuyoshi Asai, Francesco Ferrari, Ruri Mito, Jun Morii, Astrid Sweeney, Naoko Tozawa, ci appaiono piano piano dall’oscurità, mescolati tra loro in un mondo acqueo dentro il quale troneggia una sorta di atollo sulfureo.
Si trasformano in entità non umane, acefale, dove gambe e braccia si annullano tra loro riportandoci ad un mondo arcaico di cui solo a volte intuiamo rimandi pittorici soprattutto a Bosch, di cui non conosciamo nulla, di cui non intuiamo nulla, ma che ci riempiono di mille riverberi possibili che le musiche originali di Marihiko Hara amplificano a dismisura.

Scultura e coreografia si annullano tra loro ridonandoci nel contempo l’essenzialità della loro specificità per trasportarci in un mondo senza tempo, tra sogno e realtà, tra materiale e immateriale, tra terra e acqua.
Le misteriose creature si muovono, si avviluppano tra loro, si spingono, seguendo ritmi ora inesplicabili ora di divertente condivisione; poi, senza che quasi ce ne accorgiamo, tra la melma bianca che scaturisce dall’atollo si erge finalmente una figura umana, che poco alla volta (qui il nostro immaginario ci rimanda anche a Dimitris Papaioannou) vi sprofonda dentro.

Pur con qualche eccessiva stanchezza che serpeggia a volte nell’attenzione dello spettatore, “Vessel” è una performance di grande fascino e sperimentazione, che si fa anche amare per l’abnegazione e la totale adesione con cui i sette interpreti sposano l’immaginazione creativa dei due autori.

Torinodanza, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, in occasione di questa apertura del festival, ha anche dedicato un ritratto a Damien Jalet (coreografo che ha collaborato, tra gli altri, anche con Madonna e il regista Guadagnino) con alcune proiezioni al Cinema Massimo.

Ambra Senatore in un’immagine di repertorio (ph: Laurent Philippe)

Dopo “Vessel” siamo stati accompagnati da Ambra Senatore a compiere una passeggiata performativa ispirata alla storia e alle storie delle Fonderie Limone, per la quale l’artista torinese – ma ormai francese d’adozione – ha realizzato un lavoro di studio anche con materiale archivistico.
“Fuori campo” è stata così l’occasione per osservare questo luogo attraverso lo sguardo di un’artista che apprezziamo da diversi anni e che ci ha accompagnato in modo davvero inconsueto a visitare parti del complesso ex industriale normalmente non accessibili, come i laboratori scenotecnici e gli spazi di lavoro.
Per mezzo delle sue parole, ma non solo, abbiamo ascoltato la storia di questa fabbrica fondata da Giuseppe Limone nel 1924, che è stata per oltre cinquant’anni un importante punto di riferimento per molti lavoratori dell’area metropolitana di Torino, contando nella sua epoca d’oro fino a 500 dipendenti.

Con i suoi capannoni in cui si fondevano il bronzo, l’alluminio e la ghisa, le ciminiere, le case-dormitorio, le Fonderie Limone condizionarono l’assetto urbanistico di Moncalieri e il sistema sociale del territorio compreso tra il fiume Sangone e la ferrovia, verso Nichelino.
Alla fine degli anni Sessanta quell’enorme complesso produttivo era ridotto a fantasma di sé stesso e, al principio degli anni Ottanta, passò in proprietà al Comune.
Dopo varie ipotesi avanzate sulla destinazione del complesso, nel 1997 nasce l’idea di farne una fabbrica d’arte attraverso un progetto significativo di trasformazione e rinnovamento.
L’ex fonderia diventa così, grazie al rapporto con il Teatro Stabile di Torino, una vera e propria fabbrica delle arti, un polo unico nel suo genere in Italia, aperto alla progettazione e al servizio di tutti: del teatro, dell’arte e della comunità.

Oggi il complesso delle Fonderie Limone, immerso in un’ampia area verde aperta alla cittadinanza, ospita due sale teatrali, due sale prove, la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, i laboratori di scenografia, la sartoria, i magazzini elettrico-fonici e la foresteria per gli artisti.
In questi luoghi Ambra Senatore non solo ricorda i vari passaggi che ne hanno caratterizzato la storia e le principali figure umane che li hanno attraversati ma, con i suoi performer (Caterina Basso, Claudia Catarzi, Matteo Ceccarelli, Pieradolfo Ciulli), li vivifica attraverso la danza, ce ne fa assaporare i rumori e le atmosfere, in un gioco coreografico di semplice ma fervida sostanza.

Torinodanza proseguirà fino al 26 ottobre per un totale di 32 rappresentazioni, di cui 13 prime nazionali e cinque coproduzioni, ospitando 14 compagnie con artisti provenienti da 16 Paesi.

VESSEL
coreografia Damien Jalet
danzatori Aimilios Arapoglou, Nobuyoshi Asai, Francesco Ferrari, Ruri Mito, Jun Morii, Astrid Sweeney, Naoko Tozawa
scene Kohei Nawa
luci Yukiko Yoshimoto
musiche Marihiko Hara, Ryūichi Sakamoto
SANDWICH Inc., Théâtre National de Bretagne

 

 

FUORI CAMPO
coreografia Ambra Senatore
con Caterina Basso, Claudia Catarzi, Pieradolfo Ciulli, Giuseppe Molino, Ambra Senatore
Centre Chorégraphique National de Nantes

 

 

Visti a Moncalieri (TO), Fonderie Limone, il 9 settembre 2022

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