Volterra: la festa finale di 25 anni di teatro possibile

Armando Punzo in 'Mercuzio non vuole morire'
Armando Punzo in 'Mercuzio non vuole morire'
Armando Punzo in ‘Mercuzio non vuole morire’ (photo: volterrateatro.it)

Ci sono il carcere e il manicomio, a Volterra. Di uno rimangono echi di voci e ricordi impressi nei muri. Dell’altro le voci risuonano ancora, più o meno volontarie, sulla città.
Due templi dell’orrore, si potrebbe definirli, se non fossero – dal punto di vista architettonico – estremamente affascinanti. Decadenti (ma resistenti) ognuno a proprio modo.
Eppure dentro al carcere crescono alberi che danno frutti. Non è un simbolo astratto per parlare del progetto ventennale di Armando Punzo con la Compagnia della Fortezza, ma una tangibile realtà. Qualcuno quei frutti li ha anche raccolti, e lavati sotto l’acqua di una fontanella all’aperto, in questi giorni segnati dal 25° compleanno di VolterraTeatro.

Giorni di pelli sfiorate, sudori mischiati, immagini impresse e capovolte fuori e dentro la fortezza.
I colori si sono allora rincorsi, al bianco e al nero s’è aggiunto l’azzurro, e tanti palloncini colorati pronti a volare oltre le mura del carcere. Perché “Mercuzio non vuole morire”, e così il teatro di Punzo e la sua battaglia per un teatro stabile in carcere. “Che c’è già – ricorda a fine spettacolo – io ne vedo le linee qui sopra di noi. Eppure c’è gente che non le vuole vedere”. Né di certo sapere che “per far tutto questo, i detenuti hanno rinunciato spontaneamente a tante ore d’aria”.

Insieme ai volti anche le storie si sono incrociate: quelle di chi ha avuto un momento per rappresentare un altro sé, e quelle di chi si è dato il tempo di ascoltare altri racconti e altre memorie. Cercando perfino di rincorrere, su e giù per Volterra, quelle perse.

Molte potrebbero allora essere le immagini per raccontare il festival: da uno sguardo condiviso alla claustrofobia dei corridoi del carcere; dalle cene ‘schiena a schiena’ con Punzo o Roberto Latini, alle attese degli spettacoli in un cortile assolato di fine luglio. E, poi, gli applausi entusiasti per Francesca Mazza che risuonano – quasi surreali – nel cortile del carcere, la condivisione da spettatore con i detenuti della Compagnia della Fortezza, i sorrisi della polizia penitenziaria o un naso dipinto per la strada. E certo ne tralasciamo molti.

Per Klp essere ospitato al festival per i suoi primi “stati generali” ha significato la possibilità di un incontro multiplo, reale e non più virtuale: una due giorni di riflessioni, domande, obiettivi per quei tanti nomi (che leggete quotidianamente su queste pagine) che si sono riconosciuti, conosciuti, confrontati e, speriamo, piaciuti ancora di più.
Le giornate si sono così rincorse tra spettacoli, tamburi di richiamo, videoproiettori da collegare e tante, tantissime parole (talvolta perfino musicate), fatte fluire in maniera ancora più organica davanti a bottiglie di vino e dopocena a base di ponce. Il tutto per definire un’esperienza di condivisione, la nostra, senz’altro necessaria e ricca. E resa ancora più significativa dagli artisti (Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Chiara Lagani) che hanno deciso di partecipare alle nostre ‘giornate aperte’, permettendoci un ulteriore confronto anche dal loro personale punto di vista: un giornale di teatro che s’interroga su di sé chiedendo anche agli artisti cosa ne pensano del lavoro fatto finora.

Attraverso immagini e parole vi daremo, come sempre, i nostri personalissimi resoconti del festival, sperando di riuscire a trasmettervi, almeno in parte, alcune delle emozioni che, pur tra mille difficoltà e grazie alla strenua convinzione in un progetto non utopico, hanno contraddistinto anche questa edizione di VolterraTeatro.

Stasera il festival chiude con la Festa della Luce di Danny Rose in piazza dei Priori: alle 22 prenderà forma “L’illusionista”, una ‘poetry lecture’ tratta dall’opera di Calvino con la partecipazione della Compagnia della Fortezza.
Il dentro e il fuori torneranno a mischiarsi, in un sottofondo di musica e colori che attenderà la notte per confondere i confini e sviarli, esplodendo, trionfale, in un teatro del tutto possibile.

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  1. says: sp

    16! Grazie a Daniela, Bruno, Alessia, Rita, Renzo, Carolina, Laura, Gilda, Laura Paola, Stefania, Matteo, Simona, Andrea, Mario e Marco per aver raggiunto Volterra prima, durante e dopo gli Stati generali di KLP. Un abbraccio

  2. says: sp

    16! Grazie a Daniela, Bruno, Alessia, Rita, Renzo, Carolina, Laura, Gilda, Laura Paola, Stefania, Matteo, Simona, Andrea, Mario e Marco per aver raggiunto Volterra prima, durante e dopo gli Stati generali di KLP. Un abbraccio

  3. says: sergio

    che bella testimonianza.
    sono contento che questi giorni siano stati così magici.
    grande lavoro. grande. grazie.

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