Who is the king. Musella, Mazzarelli e i re shakespeariani

Photo: Salvatore Pastore|© PE/PI
Photo: Salvatore Pastore|© PE/PI

Riuscirà il giovane principe Enrico di Monmouth, principe di Galles, ad aiutare il padre, re Enrico IV, a sconfiggere i suoi nemici? E il giovane principe riuscirà a sganciarsi dall’ingombrante presenza, in tutti i sensi, dell’amico John Falstaff?
Lo sapremo nella prossima puntata, come in ogni serie che si rispetti, che andrà però in scena l’anno prossimo.

Per ora gli spettatori hanno assistito, al Teatro Franco Parenti di Milano, ai primi due avvincenti episodi di “Who is the King”, vera e propria serie teatrale sui re shakespeariani, creata da Lino Musella e Paolo Mazzarelli in collaborazione con Andrea Baracco: un progetto ambizioso e affascinante, che intende mettere in scena l’Inghilterra a cavallo tra XIV e XV secolo attraverso otto drammi shakespeariani (Riccardo II, Enrico IV parte I e II, Enrico V, Enrico VI parte I, II, III e Riccardo III), trasformati in quattro grandi episodi che racchiudono oltre un secolo di storia.

La prima parte, di oltre tre ore e composta da due episodi, si apre presentando Riccardo II (Paolo Mazzarelli, forse alla sua più grande e convincente interpretazione) di fronte alla contesa tra i due Pari del regno, Bolingbroke e Mowbray, che si imputano a vicenda la morte di Thomas Woodstock, duca di Gloucester.

Alla fine la contesa verrà sciolta da Riccardo, decretando l’esilio a vita per Mowbray e un esilio di dieci anni (poi ridotti a sei) per Bolingbroke, il futuro Enrico IV.
Le scene successive vedono Bolingbroke tornare in Inghilterra e pianificare una sommossa con l’appoggio del popolo per rovesciare il trono di Riccardo. Il re, tradito da molti suoi nobili fidati, sarà costretto ad abdicare in favore di Bolingbroke e incarcerato nella Torre di Londra, qui rappresentata da diversi blocchi di cartone, simili a mattoni, che tutti gli attori depositano attorno a lui, nascondendolo al pubblico.

Il secondo episodio è imperniato sull’ascesa del futuro Enrico V e sul suo rapporto con John Falstaff, mentore ubriacone del giovane, che lo porta a disinteressarsi del trono, con gran cruccio del padre re. Ma quando il padre dovrà vedersela con il tradimento dei suoi consiglieri più fidati, Enrico di Monmouth deciderà di guidare l’esercito rimasto fedele al padre contro gli invasori traditori.

© PE/PI
© PE/PI

Come in ogni serie che si rispetti, per sapere il seguito dovremo aspettare, oppure… leggere le opere di Shakespeare!
In “Who is the King” vediamo i personaggi principali attraversare le diverse fasi della vita alla ricerca di un potere che, una volta raggiunto a spese di qualcun altro, si consuma a poco a poco nella paura che qualcun altro possa arrivare a sua volta a rubarlo a chi lo ha conquistato, perchè in fondo ognuno aspira ad essere re: “In ogni testo c’è qualcuno che è re e qualcun altro che vuole esserlo”.

Ecco perché “Chi è il re?” (“Who is the King?”) è la domanda che, nel monologo finale Enrico IV (Massimo Foschi), con tutti gli interpreti schierati in proscenio, viene rivolta al pubblico: riuscirò a mantenere la corona o verrò sconfitto dai miei rivali o dal mio stesso figlio?

Paolo Mazzarelli, Lino Musella (un divertente e convincente Falstaff), insieme a Massimo Foschi, Marco Foschi (sempre bravissimo nella doppia parte dei giovani Enrico IV e V), Annibale Pavone (un ottimo York, con gli anni sempre pronto a cambiar padrone), Valerio Santoro (North), Gennaro Di Biase (Poins, compagno sornione di merende di Falstaff), Josafat Vagni, Laura Graziosi e Giulia Salvarani, conducono in modo perfetto il gioco teatrale a loro affidato. Tre ore incalzanti in cui il vero re, qui ne siamo convinti, è l’attore, che attraverso una scenografia essenziale, carica di effetti simbolici, si palesa in tutta la sua poliedricità, cambiando spesso ruolo e personaggio, mostrandoci come l’inganno del potere, sempre attuato con successo, si riverberi  intatto e prevedibile sugli uomini in ogni epoca storica.
Vi è ancora qualcosa da asciugare, forse troppo ripetitiva la parte concessa a Falstaff, e qualche camuffamento nelle doppie parti non sempre riuscito, ma l’esperimento di ricondurci nelle viscere del più grande drammaturgo di sempre ci pare nel suo complesso perfettamente riuscito.

Who is the king
un progetto di Lino Musella, Andrea Baracco, Paolo Mazzarelli
drammaturgia e regia Lino Musella, Paolo Mazzarelli
luci Pietro Sperduti
scene Paola Castrignanò
sound design e musiche originali Luca Canciello
costumi Marta Genovese
con Massimo Foschi, Marco Foschi, Annibale Pavone, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, Josafat Vagni, Laura Graziosi, Giulia Salvarani, Paolo Mazzarelli, Lino Musella
produzione Teatro Franco Parenti, La Pirandelliana, MARCHE TEATRO

episodio I: RICCARDO II
durata: 1h 40′

episodio II: ENRICO IV
durata: 1h10′

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 10 ottobre 2018

0 replies on “Who is the king. Musella, Mazzarelli e i re shakespeariani”