Tanto cibo e poco teatro. Il trend nazionalpopolare nostrano si riversa anche dentro al Salone Internazionale del Libro di Torino, “in scena” fino a lunedì.
Numerosi visitatori (ma il clou arriverà come sempre nel fine settimana), tante scolaresche, dalle materne alle superiori, forse meno espositori che in passato, per uno sguardo nutritissimo – da tutti i punti di vista – sul ‘food’ e la ristorazione (la compresenza dell’Expo milanese non tragga in inganno: la tendenza, complici i format tv, è invalsa già da parecchie edizioni).
Vive invece di poche luci della ribalta l’editoria teatrale o, più in generale, i ‘fatti di teatro’, che all’interno della pur ricca programmazione si dimostrano davvero latitanti. Ed è un peccato.
Difficile il mondo dell’editoria in Italia, stritolata dai giganti e dalla scarsa attenzione a settori come il teatro. C’è chi prova a renderlo ancora materia viva attraverso il digitale, come Cue Press, e chi tenta in qualche modo di ‘arginare’ la scomparsa (e la ricchezza) che garantiva Ubulibri: è la scelta intrapresa da poco da Einaudi, che ha deciso di pubblicare una nuova collana “Collezione Ubulibri”, riproponendo il meglio del teatro edito dal ’77 – anno della fondazione – da Franco Quadri.
I primi due titoli, usciti il 28 aprile, vedono protagonisti il teatro di Thomas Bernhard e quello di Rafael Spregelburd. Ma è pur sempre un ‘revive’.
Tra queste due diverse operazioni si situa il tentativo di chi, come editore, punta anche a diventare produttore di spettacoli: dopo la ricca esperienza di questi anni del Teatrino dei Fondi Titivillus è ora la volta di Laterza, in veste di produttore del lavoro che debutterà al Teatro di Roma il 23 maggio prossimo, tratto dall’omonimo libro di Antonio Gibelli (ed. Laterza) “La Guerra Grande – storie di gente comune”, diretto dal giovane Roberto Di Maio.
Ma se torniamo a Torino e ai volumi cartacei, non possiamo non annotare, citando due dei maggiori editori del settore, la presenza tra gli stand di Editoria & Spettacolo e l’assenza di Titivillus.
Tuttavia, il fatto forse più interessante di queste grandi kermesse è, quasi sempre, andare alla scoperta delle nicchie, dei piccoli indipendenti che con coraggio e una buona dose di follia investono soldi, speranze ed energie per prodotti liminali, tangenti, quasi fuori mercato. E che se ne stanno lì, col loro piccolo banchetto, a mostrare con un senso di orgoglio e protezione, quasi fossero figli appena venuti al mondo, volumi spesso molto curati (e in questo l’odierna piccola editoria per bambini e ragazzi ha qualcosa da insegnare), nonostante tutti i problemi successivi legati alla distribuzione.
Ecco allora che, in questo giro al Salone del Libro 2015, vogliamo puntare i riflettori su tre protagonisti meno noti, cui rendere un meritato momento di ‘gloria’.
Partiamo subito da un libro per l’infanzia curioso e un po’ diverso: “I mestieri del teatro”, di Francesca Lazzeroni e Benedetta Meoni, pubblicato da Sillabe, piccola casa editrice di Livorno, sconosciuta ai più, che dal ’96 è impegnata nella divulgazione dell’arte, del teatro, della musica…
Questo albo illustrato di 32 pagine accompagna sì i bambini a teatro, ma per una volta dietro la scena, alla scoperta dei diversi mestieri che rendono possibile l’allestimento di un’opera, lirica ma non solo: dal lavoro del sovrintendente a quello del regista, dal sarto al direttore d’orchestra.
Una curiosità: la pubblicazione è stata curata dal corso AMA dell’Accademia Teatro alla Scala, coordinato da Andrea Massimo Grassi e Federica Francesca Pozzi. Il costo è davvero abbordabile: 8,90 euro.
Ci spostiamo più a sud con la scoperta di Glifo Edizioni, piccola casa editrice siciliana nata nel 2013.
Da Palermo a Torino per presentare, fra le altre cose, la collana Fuoriscena, che vede già quattro testi teatrali, compreso “Io, Nessuno e Polifemo. Intervista impossibile” di Emma Dante (che sarà in scena al Festival delle Colline Torinesi il 19 e 20 giugno), in due versioni: con o senza cd, e anche “Clitennestra Millenium. La caduta degli dei” di Vincenzo Pirrotta. Si gioca dunque in casa.
Li segnaliamo perché sono giovani e non è mancato loro il coraggio di imbarcarsi, nemmeno trentenni e in piena crisi, in una simile avventura imprenditoriale: “Stanchi di rincorrere promesse illusorie abbiamo deciso di affrontare un rischio, forse folle, ma frutto di una scelta solo nostra – è la presentazione che danno di sé i due fondatori, Sarah Di Benedetto e Luca Lo Coco – Innamorati di Palermo, decidiamo di non abbandonarla, di restare e provare a dare un contributo al giovane fermento culturale che da qualche tempo rianima la città”.
Sono giovani anche i ragazzi che portano avanti le edizioni Marotta & Cafiero, di cui su Klp avrete già letto in passato a proposito dei progetti legati a Scampia, come quello della Libreria popolare per ragazzi. La casa editrice è infatti gestita totalmente da giovani di Scampia, il quartiere a nord di Napoli noto per i fatti di camorra.
Nata nel 1959, dopo 50 anni sotto la guida della famiglia Marotta, la casa editrice è stata donata a due giovani di Scampia, Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, che hanno trasportato la storica sede da Posillipo a Scampia: primo esempio di impresa giovanile in quel quartiere, è stata vincitrice del Premio Cultura della Legalità.
Forte della vitalità di un team ventenne, la Marotta & Cafiero – che pubblica i suoi libri con licenza Creative Commons – in questi anni è diventata una miriade di iniziative collaterali: una libreria, un’etichetta discografica indipendente, un’agenzia di comunicazione, una stamperia on demand, un giornale, un gruppo di acquisto solidale, impresa di turismo responsabile, ma anche galleria d’arte, un premio teatrale, nonché lo sponsor ufficiale di una squadra di rugby.
Di fronte a noi, al Salone, Rosario e Maddalena hanno allestito uno spazio di tutto rispetto, che scherza con lo stereotipo della pizza napoletana attraverso un’invasione di cartoni per la pizza da asporto che certo attirano l’attenzione: è la “Pizzeria Letteraria Marotta e Cafiero. Tutti i libri al prezzo di una pizza, perché con la cultura si mangia” è il messaggio di Rosario. Uno stand pieno del loro mondo e di quello teatrale di Maddalena, attrice che prese parte nel 2006 a “Arrevuoto” e dopo al progetto Punta Corsara, entrambi diretti a Scampia da Marco Martinelli.
Tutto, compresa la voglia di rischiare, forse iniziò proprio da lì.