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YouFight!: il mondo di Kokoschka Revival come una partita a scacchi virtuale

Youfight! (photo: Fabio Artese)

Youfight! (photo: Fabio Artese)

Il mondo come un videogioco. Smarrirsi nella realtà virtuale illudendosi di governarla: ritrovarsi manipolati, trasfigurati, senza neppure accorgersene.
A Zona K, Milano, Ana Shametaj, giovane e preparata regista di scuola Paolo Grassi con all’attivo diverse collaborazioni di spessore, prepara la scenografia come un ring per il suo spettacolo “YouFight!”. Con la compagnia Kokoschka Revival, mette al centro della sua ricerca il cosiddetto “proletariato digitale”: soggetti che lavorano online investendo tempo, denaro, relazioni sociali e affettive nello spazio virtuale, nella speranza anche di un ritorno economico.
Diretto e ideato dalla stessa Shametaj, interpretato da Alice Raffaelli e Ondina Quadri, “YouFight!” si avvale del design del suono, del design interattivo e della composizione di Andrea Giomi, oltre che del design visuale e delle interazioni video e grafiche di Fabio Brusadin.

La suggestione da cui parte il lavoro è una partita a scacchi del 1997, quando il campionissimo russo Garri Kasparov, reduce da un quindicennio di successi che lo avevano proiettato sul tetto del mondo scacchistico, sfidò il computer IBM Deep Blue. Deep Blue vinse in sole 19 mosse, con strategie fin troppo “umane”, e Kasparov si convinse ad abbandonare la partita.

In “YouFight!” due figure femminili si affrontano sul ring in guantoni e casco di gomma. Danno vita a un incontro di chessboxing interattivo: un gioco in cui si avvicendano un round di boxe e uno di scacchi. Vediamo proiettate immagini dei due personaggi dall’esterno e in soggettiva. Suoni scintillanti stordiscono con effetti acustici da slot machine. Un display luminoso scandisce il conto alla rovescia. Il jackpot guadagnato dalle due giocatrici si traduce in credito da spendere in attività ricreative, con la possibilità di forgiare luoghi di vacanza tanto ameni quanto virtuali anch’essi, costruiti secondo un’estetica sgargiante e grossolana.

Ma che succede se in questo mondo ovattato, cibernetico e complesso, fa capolino quel po’ di fragilità e stanchezza umana?
La piattaforma distopica di “YouFight!” simboleggia la lotta quotidiana per affermare la propria immagine nelle piattaforme online, l’agonismo per la promozione di sé, la difficile alchimia tra lavoro e tempo libero. La performance, in bilico tra simulazione e materialità, molto fisica ma allo stesso tempo frastornante per le attrici, esprime le contraddizioni delle tecnologie, pur lavorando in profondità con le tecnologie stesse.

Qualche anno fa avremmo definito “YouFight!” uno spettacolo di fantascienza. Il software sviluppato dagli artisti del collettivo, come anche il design delle interazioni audio e video, è una sorta di compromesso tra science fiction e artigianato teatrale.
Le attrici comandano l’impianto interattivo legato al suono. Hanno diversi sensori addosso che controllano con intelligenza compositiva. Operano in scena con visuale limitata, il che le porta a muoversi quasi come astronaute, con effetti ancora più irreali. Assorbite nel flusso video della realtà in diretta streaming, le protagoniste subiscono la realtà stessa attraverso la mediazione di visori VR.
I punti di vista si alternano, incrociano, sovrappongono. Le attrici gestiscono la duplice complessità dei corpi immersi nella realtà multimediale.
Uno spettacolo freddo, distaccato, meccanico, acceso nel finale da un rigurgito d’umanità. E sorridiamo delle sublimi défaillance dell’animo umano.

“YouFight!” è un lavoro embrionale che basta a certificare il talento scenico e i linguaggi aperti alla contemporaneità di una compagnia disposta a indagare le peculiarità e le criticità del presente.
Una buona prova di resistenza fisica di Raffaelli e Quadri. Attendiamo con curiosità gli sviluppi della ricerca, che nelle prossime tappe prevedono un’interazione mediante smartphone e app con il pubblico, chiamato dunque a un ruolo da coprotagonista. La macchina scenica interverrà su tutti i device in sala attivando colore, suoneria e telecamera.
Che ne sarà di noi spettatori? Riusciremo a mantenere l’autocontrollo, o ci faremo risucchiare nel tritacarne multisensoriale?
La sfida di Kokoschka Revival sarà anche di riempire di contenuti di senso una ricerca che, al momento, si ferma all’esplorazione dei linguaggi e alla reazione/interazione dei corpi.

YOUFIGHT!
Interpretato da Alice Raffaelli e Ondina Quadri
Diretto e Ideato da Ana Shametaj – Design del suono/Interaction design/Composizione Andrea Giomi – Visual design/Interazioni video/Grafica Fabio Brusadin – Mentor progettazione sistemi interattivi Stefano Roveda – Costumi Set design Giulio Olivero, Marialuisa Bafunno – Design delle luci/Dramaturg Riccardo Calabrò – Sviluppo mobile app m0k1.pw – Prodotto da Kokoschka Revival – Con il supporto di #IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire)

durata: 55’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Milano, Zona K, il 30 novembre 2019

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