Una storia vera, incredibile e conturbante al tempo stesso. Una delle vicende sentimentali e umane, ma anche giudiziarie, più intricate del Novecento. Un caso di cronaca clamoroso, esploso in Francia all’inizio degli anni Ottanta, catalizzando l’attenzione mediatica, che vide come protagonisti il diplomatico francese Bernard Boursicot e Shi Pei Pu, la donna che fino a quel momento aveva creduto essere la sua amante di Pechino.
Un soggetto straordinario e originale per la torinese Piccola Compagnia della Magnolia, che ha portato in scena al Teatro Gobetti per la stagione Summer Plays / Nuove destinazioni dello Stabile di Torino. Scritto e diretto da Giorgia Cerruti, nell’ambito del progetto Bio_Grafie, “1983 Butterfly” è uno spettacolo che innesca temi potenti e contemporanei, raccontati attraverso suggestioni poetiche, immagini forti e oggetti scenici di grande impatto. Un lavoro storico della compagnia, realizzato nel 2016 in coproduzione con il Festival delle Colline Torinesi, oggi riallestito e rimodulato.
Nel 1964 il giovane ventenne bretone Bernard Boursicot è assegnato all’Ambasciata francese di Pechino. Si trasferisce in Cina e, poco dopo il suo arrivo, incontra a una festa Shi Pei Pu, cantante ventiseienne protagonista della “Madama Butterfly” di Puccini, in scena al Teatro dell’Opera della stessa città. Figura esile, voce gentile, mani gracili e atteggiamenti delicati: un trionfo di sinuosa armonia agli occhi del diplomatico d’oltralpe. I due diventano buoni amici e, a distanza di qualche mese, Shi Pei Pu rivela a Boursicot di essere in realtà una donna, costretta in abiti da uomo per volere della famiglia, che desiderava un erede maschio.
Inizia così un’intensa storia d’amore, che da qui in avanti mostrerà la sua feroce grandezza e ambiguità. Per oltre vent’anni Boursicot è convinto di amare una donna, da cui avrà anche un figlio, Shi Du Du, senza nutrire alcun dubbio o perplessità, e nemmeno dubitare del fatto che i loro incontri sessuali avvenissero solo al buio.
Una parabola di sentimenti, eros e passione che culmina nel 1983 con l’arresto di entrambi, accusati di spionaggio, un processo scandaloso e la scoperta della verità.
In carcere Bernard Boursicot apprende infatti, attraverso la radio, che Shi Pei Pu altro non è che un uomo e una spia. Per decenni ha recitato abilmente il ruolo della compagna e della madre per estorcergli informazioni utili al regime comunista cinese. Un duro colpo per Boursicot, che tenta il suicidio in cella con un rasoio, ma per fortuna si salva.
I due vengono condannati a sei anni di reclusione: Shi Pei Pu muore nel 2009, dichiarando il suo amore eterno a Bernard, mentre quest’ultimo vive ancora oggi in una casa di riposo a Rennes.
Lo spettacolo, forte del contributo al testo dello stesso Boursicot, interseca con grande maestria identità di genere, politica internazionale, spionaggio, amore, inganno, ragion di Stato, cultura occidentale e orientale, evidenziando affinità con la Butterfly pucciniana.
Giorgia Cerruti e Davide Giglio si dedicano anima e corpo al dramma vissuto dal diplomatico francese, scavano con coraggio e lealtà nel personaggio, mostrano i paradossi e le storture dell’intera vicenda, portano sul palco memorie e testimonianze del passato con estrema franchezza intellettuale, dando vita e sostanza a una messinscena escogitata e diretta in maniera ineccepibile.
L’intero lavoro scenico è incentrato soprattutto sul moltiplicarsi di specchi deformanti, che vedono Davide Giglio nel ruolo di Butterfly/Shi Pei Pu e Giorgia Cerruti in quello di Pinkerton/Boursicot, nel segno del più assoluto travestimento e ribaltamento delle posizioni.
Rigoroso e ben riuscito è lo studio sulle possibilità espressive del corpo, del gesto, della voce: balli sfrenati e sensuali, musiche coinvolgenti e intime, battute dolci e violente, cambi di intonazione repentini e mai banali si alternano in una danza incessante che mescola di continuo realtà e finzione. Boursicot si racconta senza freni o barriere, mettendosi a nudo di fronte alla platea, rapita dalla storia di un uomo la cui madre confessa: “Bernard nella tua vita non hai incontrato tanta gente onesta”.
Molto intensa la scena del ballo, in cui Shi Pei Pu si spoglia del suo mascheramento da uomo per trasformarsi nella donna che ha creduto d’essere nei vent’anni d’amore con Boursicot. E molto bello anche l’inizio dello spettacolo, con la carrellata di foto su volti celebri del cinema e del teatro durante il trucco, con un chiaro rimando al gioco/trabocchetto che apre lo spettacolo.
“1983 Butterfly” ripercorre insomma una storia d’amore oscura e ambigua che ha affascinato numerosi scrittori e cineasti tra cui David Cronenberg, che ne trasse il film di successo “M. Butterfly”, con Jeremy Irons; una vicenda intrisa di profondità psicologica, derive sociali maturate tra rifiuto e accettazione, verità giudiziarie e sguardi provocatori, che drammaturgia e regia della Cerruti cercano di oltrepassare e riscattare.
Il 17 giugno 2016, alla prima assoluta dello spettacolo, Bernard Boursicot era presente in sala. Quella sera, parlando della sua vita, ricordo che Bernard mi disse: «È meglio essere imbrogliati che imbrogliare. Non c’è disonore nell’essere imbrogliati».
(Giorgia Cerruti)
1983 BUTTERFLY
Progetto Bio_Grafie
con Davide Giglio e Giorgia Cerruti
drammaturgia e regia Giorgia Cerruti
assistente alla creazione Cleonice Fecit
video-luci Lucio Diana
scene Lucio Diana e Renato Ostorero
sound design-fonica Guglielmo Diana
costumi-parrucche Atelier Pcm, Sartoria Donato, Audello
Piccola Compagnia della Magnolia
in coproduzione con Festival delle Colline Torinesi
durata: 1h 5’
applausi del pubblico: 4’
Visto a Torino, Teatro Gobetti, il 16 luglio