A Romeo Castellucci è stato attribuito il Leone d’oro alla carriera per il settore Teatro della Biennale di Venezia.
“Per la sua capacità di creare un nuovo linguaggio scenico in cui si mescolano il teatro, la musica e le arti plastiche – inizia così la motivazione del premio a Castellucci, proposto da Àlex Rigola e accolto dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta – Per aver creato mondi in cui si arriva all’eccellenza della rappresentazione di stati onirici, che è forse la più bella affermazione che si può fare del fatto teatrale. Per aver fatto una rappresentazione scenica di una cosa impossibile da rappresentare come l’incubo. Per averci fatto dubitare, interrogandoci con scene apparentemente inoffensive, e poi farci scoprire che dietro ogni pelle di pecora c’è un lupo o cento lupi o mille. Per averci trasportato in mondi paralleli per poi riportarci indietro e rivedere i nostri stessi mondi e trovarli differenti. Per averci saputo elevare e rapire all’interno dei suoi racconti spesso dimenticando che eravamo seduti nella platea di un teatro. Per aver unito strettamente il suo nome alla parola Arte. Per aver fatto dell’Italia un riferimento internazionale attraverso la creazione e la rappresentazione delle sue opere alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI. Per esser rimasto scenicamente vivo dopo tutti questi anni di lavoro, continuando con la stessa freschezza con cui ha iniziato 30 anni fa. E per essere stato una grande fonte di ispirazione per le generazioni successive a cui ha regalato un magma di nuovi linguaggi scenici”.
La cerimonia avverrà il 2 agosto, durante la rassegna.
In passato il riconoscimento per il Teatro era stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouchkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011) e Luca Ronconi (2012).
Alla compositrice russa Sofija Gubajdulina va invece il Leone d’oro alla carriera per il settore Musica (la cerimonia il 4 ottobre).