Claudio Autelli: dalle nuove drammaturgie ad Otello

Claudio Autelli
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Claudio Autelli, formatosi alla Paolo Grassi e cresciuto a fianco di Emma Dante e Antonio Syxty, è un regista che si sta ricavando uno spazio interessante sulla scena milanese. Attivo nell’ambito della scuola del Teatro Litta, il più antico fra quelli attivi nel capoluogo lombardo, ha dato vita, negli ultimi anni, a diversi progetti teatrali.

In questi giorni (fino al 16 novembre) è in replica proprio al Litta il suo Otello, lavoro che ha debuttato con un notevole risultato di critica e di pubblico l’anno scorso, vincendo il progetto Nuove Creatività sostenuto dall’Eti.

Questo Shakespeare è visionario, ironico, a tratti cinematografico, come nell’indole di Autelli, con citazioni che vanno da Welles (l’acqua sulle scogliere di Cipro che diventa vino e poi liquido velenoso sparso dai protagonisti) alla cinematografia-off dei Balcani, fino al finale con il loop di una frase musicale dei Sigur Ros a commentare l’assillo del pensiero omicida e la morte di Desdemona di toccante eleganza: la punta più alta di una messa in scena che, nella seconda parte, trova una crescita più lineare non solo per la drammaturgia, ma per l’ispirazione di immagini, la tensione sviluppata e la definizione più puntuale dei personaggi, in un cast in cui si segnala senz’altro Francesco Villano, un Otello potente nello scolpire l’assedio della gelosia.

L’intervista che vi presentiamo è stata realizzata lo scorso settembre a margine del Festival Nuove Drammaturgie, organizzato da Outis, in occasione della fortunata mise en espace di Sensacional de maricones – Il corrierino delle checche di Luis Enrique Gutiérrez Ortiz Monasterio-Legom con Fabrizio Lombardo, Rudi Neri e Vincenza Pastore, di cui Autelli ha curato la vivacissima regia.

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