Baron Samedi, l’omaggio di Alain Buffard a Kurt Weill

Baron Samedi
Baron Samedi
Baron Samedi (photo: Marc Domage)
Diciamo subito che il titolo dello spettacolo, “Baron Samedi”, rappresenta una figura simbolica: nei riti voodoo infatti è lo spirito che permette il passaggio dalla vita al trapasso, ma è anche un perturbatore delle cerimonie. Spesso questo spirito è rappresentato in bianco e nero, è aggraziato nella danza e si abbandona volentieri a movimenti lascivi con forte connotazione sessuale.

Lo spirito Baron Samedi dunque, nello spettacolo di Alain Buffard con David Thomson (presentato alla 36^ edizione del festival ginevrino La Bâtie in corso in questi giorni), arriva durante le cerimonie per disturbare, è omosessuale e si permette diverse trasgressioni sociali.

Per chi conosce l’idea di danza del coreografo francese, carnalità, trasgressione e connotazioni politiche, è facile comprendere il motivo di questa scelta: l’indiavolato spirito animerà meglio di qualsiasi altra cosa una storia a tinte forti, incendierà i corpi, stravolgerà le parole. È l’iniziazione al carnevalesco, al disordine e alla violenza.

Difatti questa commedia musicale, un vero e proprio omaggio al compositore tedesco Kurt Weill, quasi una ossessione per Buffard, affascina e a tratti lascia a bocca aperta. Quando i cattivi ragazzi da banlieue cominciano a vorticare in scena, emettendo suoni ed agitando le anche in uno scoppio di energia e di cupa ed irrefrenabile aggressività – davvero bella l’interpretazione di Hlengiwe Lushaba – allo spettatore non resta che sgranare gli occhi.

L’occasione è ghiotta, i ragazzi da banlieue, provenienti da tutto il mondo, mescolano in scena storie di immigrazione e di emarginazione, ciascuno nella propria lingua, ciascuno con la sua storia, e il corpo genera rabbia, fremiti, paura.

La performance è intensa, per nulla banale e, come dicevamo prima, a tratti davvero ammaliante. I tanti momenti musicali talvolta frammentano forse un po’ troppo la danza e la narrazione, ammansiscono laddove lo spettacolo incanta. La scenografia, un foglio di carta bianco, illumina sapientemente la scena e ben accompagna i corpi dei danzatori, dando risalto ai gesti e alle espressioni.
Da vedere.

Baron Samedi

concezione e regia: Alain Buffard
assistente: Fanny de Chaillé  
con: Nadia Beugré, Dorothée Munyaneza, Hlengiwe Lushaba, Olivier Normand, Will Rawls, David Thomson
musicisti: Sarah Murcia, Seb Martel
direzione e arrangiamenti musicali: Sarah Murcia
luci: Yves Godin
suono: Félix Perdreau
costumi: Alain Buffard, Nadia Lauro
direzione tecnica: Christophe Poux
produzione: PI:ES
durata: 60′
applausi del pubblico: 2’

Visto a Divonne-les-bains (Francia), Esplanade du lac, il 4 settembre 2012
La Bâtie Festival


 

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