“Non si tratta di essere attuali ma di essere contemporanei”: le parole sono di Jean Bellorini, uno dei registi francesi più apprezzati da pubblico e critica negli ultimi anni, che descrive così la scelta di mettere in scena l’imponente opera brechtiana “La bonne âme du Se-Tchuan”.
Lo spettacolo, in scena fino al 15 dicembre prossimo a Parigi, è presentato dall’Odéon-Théâtre de l’Europe nella sua sede decentrata dell’Atelier Berthier.
L’Odéon è una delle cinque scene nazionali francesi che, seguendo una politica di apertura e dialogo interculturale, guarda all’Europa e alla sua produzione culturale con coraggio e curiosità, offrendo al pubblico della capitale francese una stagione ricca di spettacoli internazionali e non.
Jean Bellorini, giovane regista premiato come “rivelazione teatrale del 2012” dall’associazione dei critici nazionali, e la sua compagnia Air de Lune presentano un lavoro prezioso e articolato che rilegge Brecht in chiave contemporanea, stupendo lo spettatore e accompagnandolo in una riflessione sull’effettiva possibilità di fare del bene senza sacrificare se stessi.
La storia raccontata da Brecht è semplice ma allo stesso tempo complicata: gli dei, qui riassunti in un unico personaggio, sono convinti che ormai sulla Terra non ci siano più persone disposte a fare del bene, ma sono pronti a cambiare opinione in caso si riesca a trovare qualcuno disposto ad ospitarli per una notte. Il caso vuole che l’unica persona disponibile ad accoglierli sia Shen Té, una prostituta. Per il suo atto di gentilezza la donna riceve dagli dei una grossa somma di denaro, consegnata però a patto che lei continui a fare del bene.
Agnello in un mondo popolato da lupi, Shen Té viene ben presto travolta dai suoi stessi amici e da sconosciuti che le chiedono aiuto e denaro in nome della sua bontà. Per tenere fede alla promessa, la donna precipita in una spirale di buone azioni che la portano ad indebitarsi e che la costringono a dare vita ad un alter ego negativo, il cugino Shui Ta, uomo d’affari senza scrupoli che cerca invano di difendere la sorte della cugina buona.
Attorno a questo doppio personaggio, interpretato abilmente dalla brava Karyll Elgrichi, ruotano gli abitanti del Se-Tchouan, un luogo immaginario a cavallo tra Oriente ed Occidente, dove sembra che la speranza sia scomparsa da tempo.
La storia d’amore tra Shen Té e uno squattrinato aviatore arriva a complicare le cose, rendendo la protagonista debole e cieca di fronte alla sfacciata pretesa del suo innamorato, che le chiede di consegnargli tutti i soldi e di rinunciare alla sua vita per permettergli di diventare pilota d’aereo.
Il lavoro, descritto dallo stesso regista come una sorta di feuilleton contemporaneo, procede lungo le tre ore di spettacolo fino all’epilogo finale, il momento in cui Shen Té/Shui Ta, di fronte al giudice, sarà costretta a svelare il suo segreto al popolo e agli dei.
Il lavoro di Bellorini trasforma il testo di Brecht in una vicenda che riflette l’attualità del mondo in cui viviamo, sollevando una questione quanto mai attuale: è possibile essere davvero buoni in un mondo in cui ci viene chiesto aiuto ad ogni angolo di strada? Rischiamo anche noi di cadere vittime della stessa trappola che ha incastrato Shen Té oppure esiste una via alternativa che permetta di curare i nostri interessi e nel frattempo aiutare il prossimo?
Il palco, continuamente popolato da un’equipe di 18 attori, tra cui due 80enni e un bambino, è una continua sorpresa.
La scena è costituita da un muro diagonale con due saracinesche e una balconata superiore popolata da abitanti che, all’occasione, diventano un vero e proprio coro greco, capace di cantare o commentare con ironia le complicate vicende della protagonista.
La musica dal vivo, suonata da un pianista accompagnato da un percussionista/attore e da un bassista sostiene le vicende come una colonna sonora, sottilineando – anche solo con singoli accordi ripetuti – i momenti più emozionanti e gli stati d’animo dei protagonisti.
I quadri che costituiscono lo spettacolo vengono chiaramente separati da un uso attento e preciso dell’imponente apparato luminoso. Tagli di luce e “occhi di bue” regalano momenti quasi intimi di dialogo diretto fra attori e pubblico, mentre file sovrapposte di lampadine a incandescenza e al neon trasformano lo spazio modificandone il clima e stupendo il pubblico con effetti di grande impatto visivo.
Una menzione in particolare va fatta per l’effetto della pioggia in scena: migliaia di coriandoli di cartoncino monocolore cadono come un flusso continuo dall’alto, formando a terra uno spesso strato grigio. Il loro fruscio e la loro caduta riescono perfettamente a restituire la sensazione sonora e visiva dell’acqua, emozionando il pubblico che resta ammaliato ad osservare la pioggia battente.
In questo carosello fantastico fatto di luci, canto, parole e musica, cosa ne è dell’anima buona del Se-Tchouan? Alla fine riuscirà a salvarsi e a trovare il giusto compromesso tra fare del bene agli altri e farne a se stessa?
Bellorini affida ad un’ultima grande immagine la sua risposta: sola sul palco dopo la sua confessione, Shen Té verrà travolta da un’improvvisa e circoscritta pioggia battente e, in un attimo sospeso, la protagonista prenderà fiato un’ultima volta per urlare a tutta voce “Au secours!”.
LA BONNE ÂME DU SE-TCHOUAN
di Bertolt Brecht
regia: Jean Bellorini
traduzione: Camille de la Guillonnière, Jean Bellorini
scenografia e luci: Jean Bellorini
costumi: Macha Makeïeff
creazione musicale: Jean Bellorini, Michalis Boliakis, Hugo Sablic
suono: Joan Cambon
trucco: Laurence Aué
con: Danielle Ajoret, Michalis Boliakis, François Deblock, Karyll Elgrichi, Claude Evrard, Jules Garreau,Camille de la Guillonnière, Jacques Hadjaje, Med Hondo, Blanche Leleu, Côme Malchiodi, Clara Mayer, Teddy Melis, Léo Monème, Marie Perrin, Marc Plas, Geoffroy Rondeau, Hugo Sablic, Damien Zanoly
produzione: TNT – Théâtre national de Toulouse Midi-Pyrénées
coproduzione Compagnie Air de Lune, Odéon-Théâtre de l’Europe, La Criée – Théâtre national de Marseille,
Théâtre de la Croix-Rousse, Théâtre Liberté – Toulon, Espace Jean Legendre – Théâtre de Compiègne,
Théâtre Firmin Gémier – La Piscine, Scène nationale d’Albi, L’Équinoxe – Scène nationale de Châteauroux, Le Cratère – Scène nationale d’Alès
con il sostegno di Ministère de la Culture et de la Communication – DR AC Île-de-France, du Conseil Général
de Seine-Saint-Denis et du Jeune Théâtre National en collaboration avec le bureau formART
Jean Bellorini è un artista invitato al Théâtre national de Toulouse. La Compagnia Air de Lune è in residenza fino al 2013 al TGP – CDN de Saint-Denis.
Creato il 9 ottobre 2013 al TNT – Théâtre national de Toulouse con il sostegno del Cercle de l’Odéon
durata: 3h con intervallo
applausi del pubblico: 3′
Visto a Parigi, Atelier Berthier dell’Odéon – Théâtre de l’Europe, il 13 novembre 2013